

Olivia Rodrigo, la popstar della Gen Z che piace anche ai Millennial
21 anni e già due album di successo alle spalle, ha appena chiuso il suo Guts World Tour in giro per il mondo, con numeri da capogiro. Mai nessun artista nato nel XXI secolo come lei. Nelle Filippine, terra a lei cara, «lo spettacolo più speciale». Tra il pubblico adolescenti ma pure quarantenni. «La musica è così universale»
Sulla scia di Miley Cyrus, anche lei ex ragazza Disney, con influenze di Alanis Morissette e Green Day, in uno stile intimo a mo’ di confessione alla Taylor Swift, di cui è fan. Ecco la stella più fulgente della Gen Z, Olivia Rodrigo, 21 anni, star americana del pop-rock che piace anche ai Millennial.
È appena tornata a casa dopo il suo trionfale Guts World Tour a supporto del suo secondo album Guts, in giro per i palazzetti di America, Europa e Asia, Filippine incluse, ovviamente, dov’è adorata. E ora fa rivivere su Netflix i fervori appena messi alle spalle con il film-concerto omonimo, girato ad agosto all’Intuit Dome di Los Angeles.
Intanto lei è in pausa, per ricaricarsi di nuova energia da regalare ai fan. Prima di affrontare di nuovo di petto, in note, le emozioni della sua giovane età, anche le più scomode. Con quel fare così diretto e sincero che conquista irrimediabilmente.

Lontana dall’archetipo della star Disney
Classe 2003, nata in California, Olivia Rodrigo ha iniziato a scrivere canzoni a nove anni. Ma è con la recitazione che ha trovato la fama, da attrice bambina. Ha preso parte alle serie tv Disney Bizaardvark e, soprattutto, High School Musical: The Musical: The Series, il trampolino verso la notorietà. È per la colonna sonora di questo show che compose il brano All I want, che mostrò già il suo talento musicale. «Ho sempre pensato a me stessa come a una cantautrice che si è buttata nella recitazione e le è piaciuto molto», le sue parole.
Da lì, come Miley Cyrus e Selena Gomez, il passaggio alla musica e al primo album. Ma Olivia Rodrigo non firmò con la Hollywood Records della Disney, come le sue antesignane. Scelse la Geffen Records, proprio per non seguire, come disse, «uno specifico archetipo della star Disney diventata pop star».
Il suo primo singolo, Drivers license, rilasciato a inizio 2021, ha debuttato al n. 1 nella Billboard Hot 100, rendendo la diciassettenne Olivia Rodrigo la più giovane a centrare questa impresa. La sua struggente ballata su una rottura d’amore ha conquistato ogni generazione. Tutti per un attimo hanno desiderato di mettersi alla guida a tarda notte, come lei, piangendo per un ex. Da lì a breve il suo primo album Sour, dall’attitudine pop-punk, pieno di malinconia e rabbia: un successo mainstream.
Olivia Rodrigo ha fatto anche meglio delle star Disney che l’hanno preceduta, che hanno debuttato con album dalle recensioni contrastanti. Lei è uscita dall’ala della Disney e si è subito piazzata in cima alle classifiche mondiali. Con tre Grammy oggi in bacheca.

Olivia Rodrigo e la sua prima volta nelle Filippine
Nata da madre di origini tedesche e irlandesi e da padre di origine filippina, Olivia Rodrigo è orgogliosa del suo sangue misto.
Durante il Guts World Tour è stata per la prima volta nelle Filippine, esibendosi nel luogo più grande in cui abbia finora cantato, davanti alle 55mila persone della Philippine Arena di Bocaue. «Sognavo questo show da un po’», ha scritto la cantante di Vampire su Instagram. «La mia prima volta nelle Filippine e anche la mia platea più grande di sempre! Grazie a tutti, Manila, per avermi accolto così generosamente. È stato lo spettacolo più speciale e il viaggio più significativo». E poi ha donato tutti i proventi del concerto a un ente di beneficenza per la salute delle donne.
Anche se oggi è fiera delle sue origini, Olivia Rodrigo ha ammesso che in passato non è stato sempre facile. «Io e le mie amiche appartenenti a più etnie siamo cresciute pensando che essere una ragazza bianca sarebbe stato meglio, che saremmo state più felici e la gente ci avrebbe apprezzato di più». Quell’insicurezza dolente, di chi sta cercando di trovare il suo posto nel mondo, è il cuore di molte sue hit oggi.

Perché Olivia Rodrigo piace così tanto
Non solo adolescenti adoranti. Ai suoi concerti, ci sono anche fan più datati, trentenni e quarantenni che cantano le sue canzoni ad alta voce.
Olivia Rodrigo ha detto a Hollywood Reporter, con saggezza da veterana: «La musica è così universale. Mi ricorda quanto siamo tutti simili. Siamo molto più simili che diversi e un concerto è un esempio perfetto di quello che è nella vita reale». E poi: «Se scrivi da un luogo di onestà e vulnerabilità, qualcosa che la maggior parte delle persone ha già provato nella propria vita, spero che tutti risuonino di ciò. Questa è la mia teoria».
Tra le giovani artiste internazionalmente riconosciute, Olivia Rodrigo è probabilmente quella più Gen Z. I suoi brani esprimono tutto il caos interiore della Generazione Z, le sue fragilità e il suo cinismo disilluso. Il ritmo che non disdegna il punk-rock e la sua voce ora un po’ graffiata, ora un po’ pastosa, fanno il resto. Con richiami retrò, alle note alternative dei Cure o dei Rage Against the Machine.
Sul palco della tournée a supporto del suo secondo album Guts, uscito nel 2023, Olivia Rodrigo ha imbracciato una splendida chitarra viola Ernie Ball Music Man, firmata St. Vincent, proprio mentre eseguiva Obsessed, scritta insieme alla cantautrice indie 42enne. «Volevo usare la chitarra di St. Vincent perché penso che sia un’icona e avere una chitarra realizzata da una donna è piuttosto raro. È anche progettata in modo da adattarsi al corpo di una donna».
Ecco perché Olivia Rodrigo riesce a comunicare anche ai Millennial.
Il Guts World Tour ha avuto solo lodi. E il successo si conta anche in soldoni: ha richiamato uno stuolo di 1,4 milioni di persone, incassando 186,6 milioni di dollari. È diventato il tour con il più alto incasso per un artista nato nel XXI secolo. Ed è solo l’inizio.