

Oscar 2025, a sorpresa vince Anora. Ecco tutti i premi
Vince il cinema indipendente di Sean Baker. È bis per Adrien Brody, emozionatissimo: «È stato un po’ un saliscendi ma tornerò a casa con questo premio». Il grande sconfitto è il travolgente musical “Emilia Pérez”, punito ingiustamente per lo scandalo che ha colpito la sua protagonista
A sorpresa è stato il piccolo film indipendente Anora di Sean Baker a trionfare nella notte degli Oscar 2025. Un piccolo film non solo nel budget ma anche nella consistenza: è un buon film, certo, ma esile rispetto a titoli più potenti come il travolgente musical su narcotraffico e transizione sessuale Emilia Pérez, penalizzato dall’Academy, e il monumentale The Brutalist.
Il trionfo di Anora agli Oscar 2025
Anora, tragicommedia amara ma a tratti anche esilarante su una spogliarellista di New York, ha vinto cinque Oscar, i più importanti: miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura originale, miglior montaggio, migliore attrice a Mikey Madison.
E sul palco della 97^ edizione dei premi Oscar, per quattro statuette su cinque è apparso, raggiante, il regista Sean Baker, che tutto ha fatto per Anora, anche sceneggiatura e montaggio. «Grazie all’Academy per aver riconosciuto davvero un film indipendente, fatto veramente con le lacrime. Evviva il cinema indipendente!», ha detto il cinquantaquattrenne americano, già noto per Tangerine (2015) e Un sogno chiamato Florida (2017). Con Anora aveva già vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes ma era stato ignorato dai Golden Globe.
«È surreale», ha detto Madison, incredula e felicissima, sul palco del Dolby Theatre. «Sono cresciuta a Los Angeles ma Hollywood mi è sempre sembrata lontanissima». Ha scippato il premio alla brasiliana Fernanda Torres, svettante in Io sono ancora qui. Era sua quella statuetta, incredibile non vederla tra le sue mani. Il film brasiliano, in compenso, ha vinto come miglior film internazionale.
Perfetto il discorso di Sean Baker quando ha ritirato l’Oscar al miglior regista: «Noi siamo qui perché amiamo il cinema. Ci si innamora del cinema proprio stando al cinema, quando si vede il film con altre persone in sala. È un’esperienza comunitaria che non potete vivere a casa e che è sotto minaccia. I cinema indipendenti hanno perso tanto dalla pandemia in poi. Registi, fate film da proiettare al cinema. Io li faccio. Genitori, fate vedere ai vostri bambini film al cinema».
Una bella ode al cinema da vivere in una sala cinematografica, contro le piattaforme di streaming, in una serata che ha penalizzato il frontrunner delle nomination Emilia Pérez, che alle spalle ha… Netflix.

Il bis di Adrien Brody, emozionatissimo
Tra gli attori, è grande festa per Adrien Brody, emozionatissimo e tornato in alto dopo le montagne russe di una carriera che ha preso il volo nel 2003 con l’Oscar per Il pianista. Per lui è bis, di nuovo Oscar al miglior attore protagonista, di nuovo per un ruolo su Olocausto e traumi, in The Brutalist di Brady Corbet, che avrebbe meritato di più da questa nottata.
«Grazie Dio per questa vita benedetta. Vorrei ringraziare l’incredibile onda di amore che ho provato in questo mondo, per chi ha dimostrato apprezzamento nei miei confronti. Mi sento molto fortunato», ha detto Brody. «Quella dell’attore è una professione fragile e delicata, sembra glam, e a volte lo è, ma quando metti le cose in prospettiva tutto può svanire. Quello che rende questa serata speciale è prendere consapevolezza. Vincere un premio come questo significa una destinazione. Mi ricorda che, al di là del punto più alto della carriera, c’è sempre l’opportunità di ricominciare da capo».
Per Brody è la seconda nomination all’Oscar e la seconda vittoria. Per tutti i discorsi di ringraziamento c’è stata la ghigliottina del tempo contato, ma lui, fiume in piena, davvero grato, ha continuato: «Grazie a Georgina (la sua fidanzata, ndr), che ha rivitalizzato la mia autostima. So che è stato un po’ un saliscendi ma tornerò a casa con questo premio. Vorrei ringraziare mia mamma e mio papà che sono qui e mi danno dato delle basi di rispetto così solide, di gentilezza e spirito. Io ancora una volta mi trovo qui a rappresentare i traumi e le ripercussioni della guerra e della persecuzione sistematica, del razzismo, dell’antisemitismo. Prego per un mondo più inclusivo. Possiamo imparare che c’è sempre la speranza di prendere lezione dal passato. Lottiamo per ciò che è giusto, continuiamo a sorridere».
Ha avuto la meglio su Timothée Chalamet, che è un giovane Bob Dylan in A complete unknown, film rimasto a mani vuote.
Migliore attore non protagonista a Kieran Culkin, imprevedibile in A real rain.

L’ingiusta disfatta di Emilia Pérez
Ma il grande sconfitto della cerimonia di premiazione degli Oscar 2025 è senz’altro Emilia Pérez del francese Jacques Audiard. Con 13 candidature, era il re delle nomination, la prima volta che un film non statunitense ne raccoglieva così tante.
Trionfante ai Golden Globe, è però poi caduto nel baratro della polemica. Karla Sofía Gascón, prima donna transgender ad essere candidata come miglior attrice protagonista, è finita sotto l’occhio del ciclone per alcuni tweet giudicati razzisti postati su X tra il 2016 e il 2021.
Al centro di una bufera, che l’ha portata per un po’ ai ferri corti anche con il suo regista Audiard, l’attrice spagnola è stata esclusa dalla promozione degli Oscar. Stanotte al Dolby Theatre c’era, ma è rimasta abbastanza nell’ombra.
Fortunatamente l’assurdo vortice punitivo non ha penalizzato Zoe Saldana, magnifica vincitrice dell’Oscar come migliore attrice non protagonista. In Emilia Pérez interpreta l’avvocato che accompagna al cambio di genere il temibile boss del narcotraffico. Emozionatissima, ha esordito: «Mamma, c’è qui mia mamma da qualche parte. Sono felicissima. Grazie all’Academy per aver riconosciuto la forza di un personaggio come Rita. Jacques Audiard, hai fatto il personaggio che ho amato di più. La mia splendida famiglia: tutto quello che c’è di brillante e scandaloso nella mia vita è grazie a voi».
Dopo aver ringraziato anche il marito (italiano) dalla fluente chioma, ha proseguito: «Grazie a mia nonna che è arrivata in questo Paese nel 1961, io sono l’orgogliosa figlia di genitori immigrati. Sono la prima americana di origine domenicana a vincere l’Oscar, sono la prima e non l’ultima. Ballo e parlo in spagnolo nel film: mia nonna sarebbe orgogliosissima».
Ecco tutti i vincitori degli Oscar 2025 (qui le nomination).

Tutti i vincitori degli Oscar 2025
Oscar al miglior film
Anora di Sean Baker
Oscar alla migliore regia
Sean Baker per Anora
Oscar al miglior attore protagonista
Adrien Brody in The Brutalist
Oscar alla migliore attrice protagonista
Mikey Madison in Anora
Oscar al miglior attore non protagonista
Kieran Culkin in A real pain
Oscar alla migliore attrice non protagonista
Zoe Saldana in Emilia Pérez
Oscar al miglior film d’animazione
Flow – Un mondo da salvare di Gints Zilbalodis
Oscar al miglior film internazionale
Io sono ancora qui di Walter Salles (Brasile)
Oscar alla migliore sceneggiatura originale
Anora – Sean Baker
Oscar alla migliore sceneggiatura non originale
Conclave – Peter Straughan
Oscar alla migliore fotografia
The Brutalist – Lol Crawley
Oscar ai migliori costumi
Wicked – Paul Tazewell
Oscar alla migliore colonna sonora
The Brutalist – Daniel Blumberg
Oscar alla migliore canzone originale
El Mal da Emilia Pérez
Oscar al miglior documentario
No other land di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szo
Oscar al miglior montaggio
Anora – Sean Baker
Oscar alla migliore scenografia
Wicked – Production Design: Nathan Crowley; Set Decoration: Lee Sandales
Oscar al miglior trucco e acconciatura
The Substance – Pierre-Oliver Persin, Stéphanie Guillon e Marilyne Scarselli
Oscar ai migliori effetti visivi
Dune – Parte due – Paul Lambert, Stephen James, Rhys Salcombe e Gerd Nefzer
Oscar al miglior sonoro
Dune – Parte due – Gareth John, Richard King, Ron Bartlett e Doug Hemphill
Oscar al miglior cortometraggio documentario
The only girl in the orchestra di Molly O’Brien
Oscar al miglior cortometraggio
I’m not a robot di Victoria Warmerdam
Oscar al miglior cortometraggio d’animazione
In the shadow of the cypress di Shirin Sohani e Hossein Molayemi