Che suono ha la moda? La risposta a SLAM in Triennale
Dal 14 al 16 novembre, il festival curato da CAM Sugar trasforma la colonna sonora da accessorio a infrastruttura culturale. Tra i talk, “Fashion Pentagramma” con il creative director Luca Stoppini, che con Frédéric Sanchez svela come un abito possa essere letto come una partitura. Obiettivo: esplorare il legame profondo tra suono e immagine, dal cinema alla passerella
Tre giorni per ribaltare una certezza: la colonna sonora non è un accessorio del film, è l’architettura invisibile che lo tiene in piedi. SLAM – Sounds Like a Movie, prima edizione del Festival internazionale delle colonne sonore curato da CAM Sugar con Triennale Milano, mette sotto i riflettori quel legame profondo tra suono e immagine, dilatandolo fino a toccare moda, design, archivi, live electronics.
C’entra anche la geografia degli spazi: Voce, la nuova “cattedrale” dell’ascolto immersivo della Triennale, e Cuore, il centro di ricerca e archivi, diventano i due poli di un racconto che passa dalla performance alla teoria, dalla memoria alla prassi. Voce è l’ambiente costruito per far risuonare il suono come materia architettonica; Cuore è il luogo in cui il presente dialoga con fondi, documenti, competenze. Come si espone un suono? Come si archivia un’emozione acustica? SLAM prova a rispondere con un palinsesto di circa trenta eventi tra concerti, proiezioni, talk, panel, listening session e dj set che accompagnano il pubblico in un viaggio attraverso passato, presente e futuro della musica cinematografica (e non solo) offrendo l’opportunità di incontrare i protagonisti della scena nazionale e internazionale.

La line-up unisce nomi di culto e sguardi trasversali: tra gli annunci figura Emile Mosseri; tra i live, l’elettronica concettuale di Lorenzo Senni; tra i dialoghi, incursioni che illuminano la filiera della musica per immagini e le sue derive contemporanee. E ancora il pianista Dustin O’Halloran, il regista Nicolas Winding Refn, il vincitore del Premio Oscar 2025 per la migliore colonna sonora Daniel Blumberg, ma sono solo alcuni dei nomi di rilievo che parteciperanno all’evento. Ad unire, poi, il tutto con il mondo fashion ci pensano invece Luca Stoppini e Frédéric Sanchez.
Fashion Pentagramma: quando l’abito ha un suono
Il punto d’incontro con la moda: venerdì 14 novembre, ore 17:00–18:00, nello spazio Cuore, con Fashion Pentagramma. Un talk a cura di Luca Stoppini (creative director di ICON Italia) e Frédéric Sanchez. Qui la domanda si fa concreta: “come si può associare un vestito a un suono?”, quali “forme e colori” sonori abitano una collezione, una sfilata, un’immagine editoriale? Il dialogo – a ingresso libero con registrazione – mette in contatto l’esperienza di Stoppini (tra i più acuti art director della moda italiana) con quella di Sanchez, sound-artist che ha ridisegnato il modo in cui la musica abita la passerella. Non una suggestione, ma una metodologia: leggere l’abito come partitura, il casting come timbro, la passerella come metrica.

In questa chiave, SLAM soddisfa un’urgenza culturale: se il cinema ha già metabolizzato che il suono non “illustra” l’immagine ma la struttura, la moda – da anni in dialogo con sound design e composizione site-specific – trova qui un laboratorio pubblico. La Triennale, con Voce e Cuore, fornisce le camere d’eco per fare uscire il discorso dai confini dell’evento e ancorarlo a pratiche, archivi, competenze. È il passo che mancava tra la sfilata-spettacolo e l’ascolto informato.
SLAM rilegge così la colonna sonora come infrastruttura culturale: attraversa cinema, radio, club culture, arti visive, editoria di moda. La presenza congiunta di live, talk e sessioni d’ascolto restituisce la filiera reale: compositori, sound designer, editor musicali, curatori, giornalisti. E conferma una tendenza: l’Europa (Milano compresa) sta diventando uno snodo per la riflessione critica sulla musica per immagini, non solo un luogo di première