

4 modi con cui Beverly Hills 90210 ha impattato la cultura pop anni ’90 di tutti noi
Beverly Hills 90210 ha cambiato gli anni ’90 e influenzato la cultura pop a venire: ecco i quattro ambiti in cui ha avuto un impatto maggiore
Beverly Hills 90210 ha segnato l’immaginario collettivo di tanti allora adolescenti, ora pienamente adulti. L’eco mondiale ricevuto dalla notizia della dipartita di Shannen Doherty, avvenuto in scia a quello di Luke Perry nel 2019, ne è, semmai ce ne fosse stato bisogno, l’ennesima prova.
Lo show è andato in onda per 10 anni dal 1990 e ha avuto un impatto su tutti gli anni ’90, non solo dal punto di vista televisivo. Come hanno spiegato gli studiosi dei media Henry Jenkins in “Textual Poachers: Television Fans and Participatory Culture” e Gary R. Edgerton e Jeffrey P. Jones in “The Essential HBO Reader”, Beverly Hills fu il primo serial a trattare problematiche relative all’adolescenza proponendo, in molti casi, chiavi di lettura più progressiste del passato. In un’epoca senza social, i comportamenti dei protagonisti erano discussi nelle pause di scuola e ispiravano i temi delle riviste per teenager. E poi c’era la moda. Brenda, Brandon, Kelly e Dylan divennero, con i loro look e outfit, delle icone di stile rendendo internazionali trend che, altrimenti, probabilmente, si sarebbero fermati negli Stati Uniti. Andiamo però più nel dettaglio, ecco cinque aspetti in cui Beverly Hills 90210 ha avuto un effetto sugli anni ‘90 (e su chi quegli anni li ha vissuti da adolescenti).

Ecco i quattro aspetti principali con con cui Beverly Hills 90210 ha impattato la cultura pop anni ’90 di tutti noi
4-Creazione di star: Luke Perry e Shannen Doherty
Per noi italiani, la sublimazione del fascino che emanava Luke Perry all’epoca è sintetizzata dalla sua entrata trionfale in Vacanze di Natale ‘95, quando entra in un ristorante sulle note di No More I Love You di Annie Lennox e una giovanissima Cristiana Capotondi non riesce a credere ai suoi occhi. Quel tipo di fanatismo era comunque a livello globale, almeno nel mondo occidentale. C’erano stanze piene di suoi poster, svenimenti e crisi quando appariva in pubblico fino allo stalking. Nonostante scelte lavorative non sempre felici (la migliore fu la serie Riverdale iniziata nel 2017), Perry è stato fino alla sua scomparsa un’icona del mondo pop, un nome che citato evocava ricordi in chiunque.
Sulla stessa falsariga è stata la carriera di Shannen Doherty. A dispetto di Perry, l’attrice di Memphis riuscì a centrare subito un’altra serie di successo, Streghe, sempre prodotta da Aaron Spelling (e per la quale lasciò Beverly Hills 90210 un paio di anni prima della fine ufficiale) diventando beniamina anche degli adolescenti degli anni 2000. I suoi ultimi anni di vita, segnati dal cancro al seno (nel 2015 l’annuncio) non l’hanno vista al centro di nessun grande progetto tv o cinematografico, ma il suo nome è rimasto indimenticabile.

3-Televisione
Beverly Hills 90210 dimostrò che c’era un grande mercato per programmi che esplorassero le vite dei teenager. Mentre terminava (nel 2000 l’ultima stanca stagione), nuovi show televisivi sull’adolescenza per gli adolescenti (i cosiddetti teen-drama) erano pronti a raccoglierne l’eredità. Il primo fu Dawson’s Creek (1998-2003). Anche qui al centro di tutto c’erano un triangolo amoroso (Dawson, Joey e Pacey), temi controversi e lunghi archi narrativi.
Subito dopo, con un perfetto timing da staffetta, fu la volta di O.C. (2003-2007): ambientato come Beverly Hills in California, riprese l’intuizione di intitolarsi come il nome della zona (Orange County) dove erano ambientate le vicende. A seguire ci furono, ma con meno successo, One Tree Hill (2003-2012) e Gossip Girl (2007-2012). Insomma, la scia fu lunga e forse non si è ancora fermata.

2-Moda
Beverly Hills 90210 raccolse gli input della moda californiana degli anni ‘90 e la rese internazionale. Se le giacche di pelle e i capelli ingelatinati all’indietro facevano di fatto parte di un revival degli anni ‘50, di cui Dylan fu il maggiore esempio, le camicie a quadri di flanella abbinate a t-shirt bianche di Brandon furono, al maschile, l’elemento di moda più innovativo dell’epoca su cui si insistette. La serie aiutò ad espandere la consapevolezza su come si potessero indossare delle sneaker per un primo appuntamento e che i cappelli da baseball potessero essere usati dai ricchi rampolli di Beverly Hills anche fuori dalle partite da baseball, senza per questo sembrare meno abbienti.

Dal punto di vista femminile invece divenne normale vedere jeans a vita alta uniti o a magliette infilate dentro o a top corti, divennero emblema di un modo di vestire casual, ma non troppo, visto che di casuale, alla lunga, c’era poco. A corredo, ecco che divennero dei trend anche annodare le camicie le camicie o vestire maglioni e blazer oversize.

1-Rappresentazione dell’adolescenza
Razzismo, omosessualità, Aids, bullismo, violenza domestica: nessuna serie tv per adolescenti aveva mai trattato queste tematiche con così tanto coraggio, almeno per l’epoca. Finalmente la tv superava tanti preconcetti, parlando in faccia al suo pubblico. Intere stagioni vedono personaggi alle prese con dipendenze: Dylan dall’alcolismo e dall’eroina, Brandon con degli stimolanti per studiare di più, Kelly dalla cocaina, David dalle metanfetamine.
La serie ha sempre, tra le righe, un approccio educativo: qualsiasi cosa che faccia male (a qualcuno o a sé stessi). Dalle droghe ci si libera con percorsi di recupero complessi e faticosi e porta una lunga scia di dolore con sé. Kelly è anche vittima di una violenza sessuale in un party e di un tentativo di stupro. La convivenza con il trauma è al centro di diversi episodi. Non c’erano mai stati prodotti così pop prima. Ce ne saranno molti dopo.