

Dentro l’universo Bulgari con Laura Burdese: visione, lusso e creatività italiana
Laura Burdese, deputy CEO di Bulgari, non ha dubbi: «Il valore più importante è la creatività, coniugata a un’ossessione per l’eccellenza
Ricordando i momenti memorabili trascorsi nel negozio Bulgari di via Condotti a Roma, la diva del cinema Elizabeth Taylor confessò che «innegabilmente uno dei maggiori vantaggi delle riprese di Cleopatra fu il negozio Bulgari». Nel 1884, l’argentiere greco Sotirio Bulgari – in fuga dal conflitto greco-turco in Epiro –aveva infatti aperto il suo primo atelier in Via Sistina e, nel 1905, in Via Condotti. Oggi, Bulgari è guidata dalla “mano intelligente” ed esperta di Laura Burdese deputy CEO dal 2024 – che ha il compito, dice, di «nutrire la desiderabilità di Bulgari con una visione incentrata su una creatività illimitata, audace e coraggiosa, coniugata a un’ossessione per l’eccellenza, per quelle che noi chiamiamo le nostre mani intelligenti».
La prima impressione di Burdese, appena entrata in Bulgari dopo una già solida e brillante carriera è «di un universo incredibile, fatto di talenti appassionati. La passione delle persone che lavorano in Bulgari per il marchio è un collante che anche nella creatività più sfrenata ci unisce. E questa energia positiva è condivisa con grande generosità».

Burdese è una delle poche donne CEO del lusso, sebbene le cose stiano migliorando. «Non è semplice», confessa. «Di difficoltà ne ho incontrate. Anche perché dopo aver cominciato nel settore beauty sono passata all’orologeria, un’industria tradizionale e maschile. In questo Bulgari è un’eccezione positiva, con il 60% di manager donna. L’inclusività è una ricchezza». Burdese si è accorta molto giovane «che sarebbe stato difficile; però ho avuto pazienza, forza di volontà, e buon senso. Le nuove generazioni hanno fretta e questo non permette di consolidare la propria maturità, le competenze, le esperienze che formano una base che dà un’ancora necessaria per affrontare le sfide di una grande azienda». Quando le chiedo quale sia il suo rapporto personale con il lusso risponde che da italiana è facile rispondere. Sua mamma possedeva diversi gioielli Bulgari: «Uno dei miei preferiti è un Tubogas, oggi vintage, meraviglioso. Essere arrivata in Bulgari è stato un sogno che si è realizzato. Più che un rapporto col lusso, sin da bambina ho avuto una famiglia dove a contare era la cultura in senso ampio. Non come trasmissione di nozioni, ma come qualcosa che fornisce gli strumenti per avere un pensiero critico autonomo, che nella vita dà libertà, sensibilità e ricchezza interiore. Quindi cultura come possibilità di costruire una formazione umana più profonda. Questo per me è il concetto di lusso moderno»

Diversamente dalla maionese impazzita dei direttori creativi delle case di moda o lifestyle, come piace dire oggi, «Bulgari ha direttori creativi meravigliosi che sono con noi da tanti anni. Lucia Silvestri, direttore creativo gioielleria è la personificazione del cambiamento. Ha curiosità, apertura mentale, talento. La cosa bella», prosegue Burdese, «è che da Bulgari i direttori creativi hanno una grande libertà, ma vivono con noi e la loro diversità fa sì che siamo come una grande famiglia dove ciascuno porta idee diverse e complementari, coerenti con la cultura del marchio». In un mondo sempre più omologato e banalizzante, dove o non si cambia o si cambia troppo, secondo Burdese «il valore più importante è la creatività». L’umanità, e il lusso con essa, naviga acque turbolente. Burdese definisce questa condizione «“perma-crisis”. Ma crisi vuol dire anche opportunità, quindi sono positiva. Non credo che lo scenario si stabilizzerà a breve. Dobbiamo abituarci. Nascondersi dietro la luxury fatigue dei consumatori è semplicistico. Bulgari deve avere una visione a lungo termine. Ovviamente il percorso in questo momento ha dei tornanti, ma bisogna avere lo strabismo di guardare sia l’orizzonte sia le curve, per non andare fuori strada». Nell’anno del Serpente secondo lo zodiaco cinese, Bulgari porterà in tour la mostra Serpenti Infinito inaugurata a Shanghai a gennaio con 28 opere di 19 artisti cinesi e internazionali che invitano a esplorare la simbologia infinita del serpente.

A Shanghai, per l’occasione, è stata svelata in anteprima assoluta Infinito: AI Data Sculpture di Refik Anadol, una scultura tridimensionale situata al centro di una stanza specchiata:«Un’opera che Anadol ha realizzato lavorando con noi per quasi un anno da cui è nato il docufilm Icons, che sarà presentato in questi giorni allo Shanghai International Film Festival, per poi essere distribuito online». Un docufilm che segue la produzione di An Emperor’s Jewel. The Making of the Bulgari Hotel – visibile su Prime Video – racconto sorprendente e affascinante della progettazione e realizzazione dell’Hotel Bulgari a Roma. Anche la manifattura di Valenza, aperta nel 2017 e ampliata nell’aprile 2025, è un progetto ambizioso e lungimirante che investe nel talento delle nuove generazioni di artigiani grazie alla creazione della Scuola Bulgari, il primo centro di formazione della maison aperto al pubblico. Per Bulgari il mestiere della gioielleria è fondamentale e purtroppo, rivela Burdese, «non ci sono più molti giovani che si affacciano a questi mestieri artistico-manuali. L’idea è di trasmettere attraverso le generazioni il saper fare delle nostre “mani intelligenti”, che è uno dei pilastri della Fondazione Bulgari».

I gioielli Bulgari sono «come talismani che racchiudono segreti, frammenti di vita». E oggi, spiega Burdese, «non si compra più tanto il prodotto in sé quanto il mondo Bulgari. La scelta si fa sull’onda di un afflato emotivo o, sempre più, per una vicinanza ai valori del marchio, a quello che il marchio fa vivere, sentire». Il sentimento di una gioielleria mai immaginata che nel 1884 trovò casa a Roma. Città universale, crocevia di culture simboleggiate nello scrigno mediterraneo, caldo, e brillante di Bulgari. Contribuendo di fatto a creare la cultura moderna italiana dove l’arte e l’artigianalità, la tradizione e la sperimentazione, lo spirito e la materia si fondono per creare qualcosa di timeless che, proprio per questo, è sempre contemporaneo.