Gold Wing – Quarant'anni e non sentirli. Agli ingegneri Honda viene affidata la missione di costruire la moto più grossa e confortevole del mondo e nel 1975 sfornano la GL1000, un quadricilindrico da 1000 cc con freni a disco. Nel 1980 arrivano i bauli integrati e la carena monstre, che hanno fatto della Gold Wing una moto a parte anche nell'universo Honda. Il top della potenza si registra nel 2001 con il motore da 1832 cc, ripreso quest'anno con la Gold Wing ABS 6 cilindri da 118 cavalli e 421 chili di peso. (Credits: Honda)
CB750 – Compare nel 1969 per combattere la concorrenza delle moto veloci e diventa un must dei decenni successivi. È un quadricilindrico essenziale, robusto, macina-chilometri. Nel tempo subisce modifiche e aggiustamenti, ma non perde mai la maneggevolezza e l'approccio più turistico che sportivo. La linea è ancora viva, con la CB1100 ABS, che mantiene il filo con il passato di una moto senza tempo, aggiornandone la tecnologia. (Credits: Honda)
CBR600RR – Da molti è considerata la moto sportiva per eccellenza. Ha una linea che ispira velocità, pieghe, accelerazioni folli. La versione 600 è nata nel 1986 e, dopo molti aggiornamenti, è ancora in produzione. Esiste anche la versione meno sportiva (la F), ma le più amate sono proprio quelle superveloci, in particolare la versione del 2009. Splendida e ancora più estrema la Fireblade, da 1000 cc. (Credits: Honda)
CT90 – Una delle prime enduro, sul mercato nel 1967. 7 cavalli di potenza e 80 km/h come velocità massima: una bella differenza con quelle di oggi. Ma allora la casa giapponese era avanti, con una moto a due tempi che non si fermava mai nemmeno sugli sterrati, motivo per cui piaceva molto ai cacciatori e ai postini. È l'antenata della Africa Twin e drlla Transalp. (Credits: Honda)
VFR750F Interceptor – Debutta nel 1986 e diventa subito la sport touring per antonomasia: veloce, sicura, maneggevole, resistentissima, avanti sui tempi, con componenti di derivazione racing. È una tuttofare perfetta: buona per correre come per andarci in vacanza o muoversi in città. Non è ancora andata in pensione (ora c'è la versione da 800 cc). (Credits: Honda)
La casa giapponese è il produttore di moto numero uno al mondo: un risultato costruito su modelli storici come la CB750, la Gold Wing, la CBR600RR
Gold Wing – Quarant’anni e non sentirli. Agli ingegneri Honda viene affidata la missione di costruire la moto più grossa e confortevole del mondo e nel 1975 sfornano la GL1000, un quadricilindrico da 1000 cc con freni a disco. Nel 1980 arrivano i bauli integrati e la carena monstre, che hanno fatto della Gold Wing una moto a parte anche nell’universo Honda. Il top della potenza si registra nel 2001 con il motore da 1832 cc, ripreso quest’anno con la Gold Wing ABS 6 cilindri da 118 cavalli e 421 chili di peso. (Credits: Honda)
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CB750 – Compare nel 1969 per combattere la concorrenza delle moto veloci e diventa un must dei decenni successivi. È un quadricilindrico essenziale, robusto, macina-chilometri. Nel tempo subisce modifiche e aggiustamenti, ma non perde mai la maneggevolezza e l’approccio più turistico che sportivo. La linea è ancora viva, con la CB1100 ABS, che mantiene il filo con il passato di una moto senza tempo, aggiornandone la tecnologia. (Credits: Honda)
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CBR600RR – Da molti è considerata la moto sportiva per eccellenza. Ha una linea che ispira velocità, pieghe, accelerazioni folli. La versione 600 è nata nel 1986 e, dopo molti aggiornamenti, è ancora in produzione. Esiste anche la versione meno sportiva (la F), ma le più amate sono proprio quelle superveloci, in particolare la versione del 2009. Splendida e ancora più estrema la Fireblade, da 1000 cc. (Credits: Honda)
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CT90 – Una delle prime enduro, sul mercato nel 1967. 7 cavalli di potenza e 80 km/h come velocità massima: una bella differenza con quelle di oggi. Ma allora la casa giapponese era avanti, con una moto a due tempi che non si fermava mai nemmeno sugli sterrati, motivo per cui piaceva molto ai cacciatori e ai postini. È l’antenata della Africa Twin e drlla Transalp. (Credits: Honda)
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VFR750F Interceptor – Debutta nel 1986 e diventa subito la sport touring per antonomasia: veloce, sicura, maneggevole, resistentissima, avanti sui tempi, con componenti di derivazione racing. È una tuttofare perfetta: buona per correre come per andarci in vacanza o muoversi in città. Non è ancora andata in pensione (ora c’è la versione da 800 cc). (Credits: Honda)
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Da anni Honda è al primo posto nella produzione di moto a livello mondiale: una lunga storia di successo, innovazione, qualità. La casa nacque a Tokyo nel 1937 da Soichiro Honda con il nome di Tōkai Seiki, per produrre fasce per pistoni. Nel 1948 Honda ebbe l’idea di motorizzare il Giappone su due ruote (il paese era troppo povero per permettersi l’auto) e cominciò a costruire moto.
Da lì fu una conquista continua di mercati e consensi: in dieci anni l’azienda divenne leader nel settore delle moto a livello internazionale. Un impero sempre più vasto che si allargò alle quattro ruote nel 1960.
Il segreto della fortuna del marchio sta nella grande affidabilità e nella maneggevolezza delle sue moto. Il top della creatività fu tra la fine dei ’70 e i ’90, quando nacquero tanti dei modelli ancora oggi in produzione: ecco nella gallery alcuni dei più amati e influenti.