Il nome suona eccessivo? Per niente. Grande, grossa e nera, ha la cattiveria estetica della powercruiser che piace ai biker americani

Mentre Moto Guzzi apre le pre-ordinazioni per la MGX-21, la grintosa bagger in total look nero integrale che arriverà – finalmente – sul mercato a partire da quest’autunno, vale la pena guardarsi nel retrovisore e cercare l’anello mancante. Cioè la Audace, l’anello mancante con la California, la più superclassica delle touring di Mandello del Lario.

Poco capita da noi, forse perché espressamente disegnata per i gusti e l’ergonomia dei biker americani, la Audace è una California passata al lato oscuro del custom. Se non più performante, ne è una versione sicuramente più cattiva ed esibizionista ottenuta con il migliore degli effetti speciali: la sottrazione.

Com’è: nera. Cattiva. Grintosa. In una parola: badass, come direbbe un biker americano. Spogliata della carrozzeria e delle auto-citazioni all’estetica della California, sull’Audace resta il meglio: cioè il famoso motore bicilindrico a V raffreddato ad aria e olio che, accoppiato alla trasmissione finale a cardano, costituisce il marchio di fabbrica, la heritage di Moto Guzzi. Il disegno del V-twin di Mandello ha fatto storia – apparve per la prima volta cinquant’anni fa sulla V7 – ed è stato aggiornato come meglio non si poteva.

Il motore da 1.380 centimetri cubi ha ancora la (rumorosa) distribuzione ad aste e bilancieri, ma con quattro valvole per cilindro e l’elettronica che serve. Il designer Miguel Galluzzi, responsabile del Centro design Piaggio americano, ne ha rilanciato l’immagine trasformando i coperchi delle testate come due pugni d’acciaio che escono da sotto al serbatoio. Intorno al cuore della Audace solo l’essenziale: due scarichi a megafono, le belle ruote in lega strette da una robusta forcella, zero cromature, zero sovrastrutture in eccesso.

Come va: vibra. E ci mancherebbe, è una Guzzi. Sono fatte così, le vogliono (anche) per questo. Da ferma, al minimo, diresti che stia per smontarsi da sola. Una volta innestata la prima con il tipico clonk!, ecco il prodigio. La Audace sembra perdere istantaneamente la metà del peso e acquista la sorprendente manovrabilità tipica delle grosse cruiser con il baricentro molto basso. L’acceleratore ride by wire trasmette i 96 cavalli di potenza e i 121 Nm di coppia alle ruote attraverso tre modalità di guida.

Consigliamo la Turismo dimenticandosi il cambio in terza, tanto al resto pensa la trazione. Il sistema di trasmissione finale a giunto cardanico CARC conferma il comportamento neutrale. Il comfort è così così (specie per l’eventuale passeggero), il riparo aerodinamico e la capacità di carico sono inesistenti (sotto la sella non c’è spazio neppure per i documenti), ma allora? Il fatto è che la Audace ha quel fascino aggressivo che per strada fa girare la testa agli uomini. E non solo.

Come dovrebbe essere: Audace, è audace. Delle altre Moto Guzzi solo la Griso la eguaglia in cattiveria. Ma ecco, un paio di borse di cuoio (1.200 euro) o touring (590) sono la prima spesa che bisogna aggiungere ai 18.690 euro di listino. Non sarebbero male anche i coperchi delle teste in rosso opaco. È il manubrio che non va. Okay, il drag bar con le estremità spioventi dona una postura da veri duri, aiuta a destreggiarsi nelle curve più strette, ma ne limita l’agilità in città e fuori. E persino i biker californiani ogni tanto azzardano qualcosa di più dei boulevard.