Harry Lawtey

Harry Lawtey

Da rapace banchiere della City a villain dei comics fino a calarsi nei panni di Richard Burton: la carriera di Harry Lawtey è già ricca di brillanti interpretazioni di successo

di Chris Sullivan

«Mi sarebbe piaciuto interpretare il Marco Antonio di Richard Burton in Antonio e Cleopatra al fianco di Elizabeth Taylor», confessa Harry Lawtey, seduto in uno studio fotografico della North London. «Fu il film più costoso mai realizzato fino al 1963 – 44 milioni di dollari all’epoca, pari a 438 milioni oggi. L’ho guardato come parte della mia ricerca ed è sconvolgente, un gioiello della cinematografia».

Una scelta insolita per qualsiasi attore, ma Harry Lawtey ama tutti i progetti che mettono in discussione qualsiasi istituzione. Non a caso, quella ricerca era proprio per il ruolo di Richard Burton nel film Mr Burton (in uscita a maggio), dove interpreta il celebre attore gallese, dalla calda voce baritonale. Temperamento ribelle, era il dodicesimo figlio di un minatore rissoso e alcolizzato e di una barista.

«Ho sentito molta pressione nel calarmi nei suoi panni, perché non esiste un percorso come il suo», dice Lawtey. «Più scoprivo il suo personaggio, più mi rendevo conto che rappresenta la quintessenza dell’eroe della classe operaia».

Harry Lawtey
Cardigan e pantaloni Prada, stivali Church’s

Harry Lawtey si identifica in Burton. Nato a Oxford nel 1996, è infatti figlio di un meccanico della RAF, convolato a nozze con il suo amore di gioventù. Dopo la nascita dei due figli, Harry e George (allenatore della prima squadra del Swansea City Football Club), la famiglia si trasferì a Cipro.

Dopo aver interpretato Artful Dodger in una recita scolastica di Oliver!, Harry fu ammesso alla Sylvia Young Theatre School di Londra. Diplomatosi al Drama Centre London, apparve in varie serie televisive britanniche, fino a ottenere, nel 2020, il ruolo di Robert Spearing, un banchiere, anch’egli di origini popolari, sconsiderato e spesso sotto l’effetto di droghe, nella serie Industry della HBO.

«Nella prima stagione», sogghigna, «c’era l’idea che fossi realmente come lui. Ma per quanto mi piaccia bere – un po’ come a tutti, del resto – durante le serate la gente aveva aspettative altissime sul mio conto».

Harry Lawtey
Giacca, camicia, cravatta e pantaloni Saint Laurent by Anthony Vaccarello, mocassini Church’s

Industry offre un’impietosa panoramica sul mondo dell’alta finanza, popolato da personaggi grotteschi capaci di dare vita a drammi travolgenti. «Non posso dire di aver mai incontrato gente così, viste le mie origini popolari», afferma. «Se c’è una cosa di cui parla la serie, in definitiva, è la gerarchia sociale britannica: un sistema rigido, ben radicato, con lati positivi e negativi. La serie rappresenta alla perfezione una “malattia” tutta britannica».

Industry mette in luce una realtà innegabile: se nuoti con gli squali verrai morso e quasi certamente morirai di setticemia. «Penso che il dovere di un attore sia di offrire un’esperienza al pubblico, che passi attraverso l’umorismo, la paura o l’emozione», chiarisce Harry Lawtey. «Ma talvolta capita di essere coinvolti in un progetto che porta un messaggio più grande della somma delle sue parti, più grande di noi. Sono un attore pagato per recitare, ma tutti vogliamo creare qualcosa che faccia riflettere».

In effetti, questo discorso vale anche per Words of War, diretto da James Strong, prossimamente nelle sale. Lawtey è al fianco di Maxine Peake, che interpreta Anna Politkovskaja, la giornalista e attivista russa per i diritti umani uccisa da un sicario nella propria abitazione: «È stato un progetto guidato dalla passione; tutti eravamo consapevoli che ciò che dicevamo era importante. Specialmente ora, quando così tante informazioni non sono diffuse».

Harry Lawtey
Giacca, gilet e pantaloni Zegna, monk strap Church’s

L’integrità di Harry Lawtey emerge anche nel suo nuovo ruolo di ambasciatore per Church’s, simbolo di vera maestria nella produzione delle scarpe. «È sinonimo di qualità e longevità. È un brand che rimane attuale, pur senza seguire le mode del momento, e offre la certezza che i suoi prodotti dureranno per generazioni. Lo spreco, oggi più che mai, è un peccato, quindi – sperando di non sembrare troppo evangelico – sono orgoglioso di lavorare con Church’s, l’antitesi dell’usa e getta».

A proposito di prodotti non effimeri, l’ultimo film in cui i cinefili potrebbero aver visto Harry è un classico del genere, Joker: Folie à Deux, nei panni di Harvey Dent (prima che venisse sfigurato, dando origine al soprannome Due Facce), seguendo le orme di attori come Tommy Lee Jones (Batman Forever) e Aaron Eckhart (Il cavaliere oscuro).

Harry Lawtey
Cardigan Prada

«Gli eroi della DC Comics sono diventati degli archetipi», riflette. «Sono quasi shakespeariani, e l’attore è incoraggiato a proporne la propria versione, che non deve essere per forza quella definitiva. Anche se i fan sono molto gelosi di questi personaggi, in definitiva anche loro sono favorevoli a questa libertà».

Dopo aver raggiunto vette straordinarie in tempi record, preservando la sua integrità, quale consiglio darebbe a un giovane creativo in erba? «Respira, assorbi tutto quello che puoi. Raggiungerai i tuoi obiettivi al momento giusto». Come ha fatto lui.

In apertura Harry Lawtey indossa cappotto Brioni, camicia Saint Laurent by Anthony Vaccarello, pantaloni Lardini, mocassini Church’s. In tutto il servizio, calze Prada. Photos by Bruno + Nico Van Mossevelde, styling by Edoardo Caniglia. Grooming: Charlie Cullen. Fashion contributor: Valentina Volpe.