

Olly
Dopo il successo a Sanremo, il suo anno d’oro prosegue con un tour (i biglietti vanno a ruba) che arriva fino al 2026. Del resto, dice: «La musica è quello, le persone che hai davanti»
Olly è esploso nel cuore delle italiane e degli italiani. Con discernimento, senza fare rumore. Federico Olivieri, in arte Olly, che con il brano Balorda nostalgia – composto con Pierfrancesco Pasini e JVLI, che ne ha curato la produzione – ha vinto l’edizione del Festival di Sanremo 2025, viene da Genova. Ma forse da più lontano.
Con quell’aria da marinaio – i tatuaggi grandi, gli occhi un po’ calanti alla Claudette Colbert, i baffi sottili, le canotte, i denti perfettamente imperfetti – di uno che pensa “serio e profondo”. È un nomignolo carino, “Olly”, rotondo. Onesto, diretto, arriva dritto al cuore. Così tanto che dal vivo i suoi fan ne cantano a memoria e a squarciagola le canzoni, persi dentro al suo mondo di amori travagliati. I biglietti del suo tour, infatti, vanno a ruba.

«Suoniamo fino al 2026, tantissimo. La parte più vera dopo quella della creazione. Non saprei come spiegarlo, è come il gol di un calciatore. Fortunatamente sono soddisfatto della mia vita e non vado in carenza di adrenalina. Mi piace anche scrivere canzoni. Mi piace anche non fare niente».
Questo suo anno d’oro lo vedrà protagonista di una serie di live: a maggio la ripresa del tour nei club – in totale oltre 26 date completamente sold out con la tranche dello scorso autunno – un tour nei palazzetti, due date all’Ippodromo Snai San Siro di Milano e nuovi show nei palazzetti, nel 2026. La prima data de La Grande Festa, all’Ippodromo Snai San Siro di Milano – prevista per il 4 settembre – ha registrato il tutto esaurito in trenta minuti, con 34mila biglietti venduti e anche la seconda data è andata subito sold out.

Inoltre, dopo il tutto esaurito delle prime date del Tutta Vita Tour 2025-2026 – dove Olly, per la prima volta, si esibirà nei palazzetti italiani – gli appuntamenti previsti a Bologna, Roma, Jesolo, Firenze e Torino hanno raddoppiato registrando il tutto esaurito. «Non so se durerà per sempre questo nome, non so se mi ci vedo tutta la vita a essere chiamato Olly… Non so. Potrebbe essere una di quelle cose che più vai avanti più prende valore no?».
Di sicuro c’è che vuole «vivere a Genova, fare famiglia a Genova, a casa mia». Dove «la scrittura è malleabile, fuori dalle forme, ispirata alla città, a quello che si vede, alle cose più normali. Invece di parlare dell’amore perfetto e idilliaco si parlava delle prostitute. E questo secondo me è l’esempio più grande della potenza della penna genovese che, al di là del tema che tratta, lo tratta con verità e trasparenza».

Olly tende alla disciplina: viene dal rugby, dal conservatorio, e ha una laurea in economia. Ma è nel rap che trova la cosa che lo ha tenuto «attaccato alla voglia di alzarsi la mattina. Quando ho scoperto il wi-fi, per la prima volta nella mia vita ho iniziato a cercare artisti oltreoceano… Il sottosuolo mi attrae. A me interessa che quello che ascolto mi emozioni: da Schubert a Sean Paul».
Quello che conta è «arrivare alle persone che sono davanti a me, fisicamente. Per me la musica è quello, le persone che hai davanti». Balorda nostalgia è una canzone semplice – più a dirsi che a farsi – che, forse anche per questo, è piaciuta a molte persone. «Le canzoni che scrivo sono PG13 dal punto di vista della difficoltà canora che hanno. Potrebbe scriverla un bambino e a me questa cosa piace da morire. È una scelta».

Nel videoclip di Balorda nostalgia, elegante citazione visuale del film Toro scatenato di Martin Scorsese – prodotto da Eclettica per la regia di Giulio Rosati e la direzione creativa di Tommaso Bordonaro – Olly lotta contro un nemico invisibile. Gli chiedo chi sia questo nemico: «Nel videoclip è un back-to-back con se stessi. Quando spegni la luce la spegni tu. Sei da solo. È anche la rappresentazione di quello che significa stare sul palco. Sul ring vai da solo, ma ti porti il lavoro di tutti».
Il 28 marzo è uscita la nuova edizione dell’album Tutta vita, che contiene Balorda nostalgia, ma confessa di stare già scrivendo. Olly, che ha una bellezza statuaria, era front row alla sfilata A/I 2025-2026 di Emporio Armani, per la prima volta: «Penso si sia notato!».

Prima della sfilata, nel backstage, si era appoggiato «a una tenda che pensavo essere un muro, quindi già brutta figura, e mentre mi fotografavano ho sentito tutta la folla spostarsi davanti a me. Già non stavo capendo più niente… Mi sono appoggiato a ’sta tenda e dico: “È impossibile che lo stiano facendo per me…”. Mi giro, ed era spuntato Giorgio Armani da questa tenda gigante, che mi ha visto, mi ha salutato, mi ha abbracciato, mi ha fatto i complimenti, e poi mi sono guardato la sfilata con molto piacere. Vedevo tutti che riprendevano, ma io me la volevo vivere, non ho preso il telefono neanche un secondo».
Il look di Olly – che a Sanremo ha elevato il livello sartoriale della gara canora – è elegante, fresco, e seducente anche grazie alla collaborazione con lo stylist Lorenzo Oddo. Per Sanremo, l’idea era di stilizzare il look del tour. «Sarà per l’età», confessa, «sarà per il momento della mia vita, in tour mi piace essere selvaggio. A Sanremo, dove si canta due minuti, l’identità è importante. Quindi se in tour vado con jeans e magliette smanicate, a Sanremo vado con un signor jeans e con uno smanicato fatto su misura per me, con una bella scarpa», e cardigan brevi. Balordamente nostalgici. Praticamente perfetti.