Len Blavatnik, chi è il boss di Dazn e della Serie A (e di tante altre cose)

Len Blavatnik, chi è il boss di Dazn e della Serie A (e di tante altre cose)

Il magnate americano di origini ucraine ha fatto fortuna tra finanza e materie prime: ora sbarca in Italia mettendo le mani sulla Serie A e cambiando le abitudini di un paese

di Martino De Mori

Nel mondo del calcio italiano, ma anche della finanza, dei media e di conseguenza del gossip, ha fatto irruzione dalla porta principale un nuovo personaggio: Len Blavatnik.
È il patron di Dazn, la compagnia di streaming tv che si è assicurata i diritti della Serie A per i prossimi tre anni (2021-2024) mettendo sul piatto 840 milioni di euro annui (con il contributo di Tim) e scalzando così il ruolo che per 18 anni è stato appannaggio di Sky e di Rupert Murdoch: portare il calcio in diretta nelle case degli italiani.
Lo sta facendo cambiando completamente paradigma: basta con la tv tradizionale ora i match vanno solo su Internet in streaming.
Ma chi è il boss di Dazn e, di fatto, il nuovo padrone del campionato di calcio italiano?

Len Blavatnik, chi è il boss di Dazn e della Serie A

Partiamo dalla fine: secondo la classifica Forbes degli uomini più ricchi del mondo, Blavatnik si trova al quarantaseiesimo posto, con un patrimonio di 32,2 miliardi di dollari. Ed è in ascesa vertiginosa: cinque anni fa il suo portafoglio contava 15,3 miliardi di dollari. È molto interessante capire come è arrivato fino a questo punto Leonid Valentinovich Blavatnik, nato a Odessa, Ucraina, il 14 giugno 1957.

Nel 1978, prima che Len completasse gli studi come ingegnere ferroviario all’Università di Mosca, la famiglia Blavatnik si trasferisce negli Stati Uniti. Il giovane ha una marcia in più e ‘ripiega’ su una laurea in informatica alla Columbia University, poi ottiene un master in business administration alla Harvard Business School. Nel frattempo fonda le società di investimento Access Industries e gioca un ruolo nella spartizione delle ricchezze in Russia: quando a inizio anni ‘90 cade il regime comunista e il controllo delle risorse naturali cambia di mano, lui c’è e si assicura partecipazioni nel campo dell’alluminio.
È l’epoca della nascita delle immense fortune degli oligarchi russi e, come Roman Abramovich e altri, Blavatnik prende dimora in Inghilterra, dove vive attualmente con la moglie Emily Appelson e i quattro figli. È stato nominato anche Sir della Corona britannica.

Dall’alluminio al calcio in streaming

In tren’tanni la Access si fa largo nella finanza globale diversificando gli investimenti (petrolio, chimica, plastica, telecomunicazioni), mettendo a segno colpi clamorosi (come quelli dell’azienda chimica LyondellBasell che quintuplica il suo valore e la vendita di TNK-BP per 7 miliardi di dollari) e arrivando a partecipazioni che oggi ammontano a oltre 20 miliardi di dollari.
Come tanti altri miliardari, Blavatnik ha una fondazione benefica (la Blavatnik Family Foundation) e devolve fondi a musei, scuole, teatri, istituzioni, ricerca e progetti contro la fame e la povertà. Finora ha distribuito oltre 800 milioni di dollari.

Il magnate russo-americano investe anche nel mondo dei media, acquisendo Warner Media e la sua controllata Deezer, piattaforma di streaming musicale che sembra alla base dell’idea di Dazn, ovvero realizzare la Netflix dello sport.
L’azienda nasce nel 2015 (sotto l’egida di Perform Media) e nel tempo cresce fino agli attuali tremila dipendenti, esportando il modello della sua applicazione per device digitali in alcuni paesi europei, in Canada e Giappone.
In Italia debutta con la Serie B nel 2018, poi arrivano le tre partite della A e, dall’autunno 2021, l’accordo che cambierà le abitudini degli italiani.