Le pulsioni di Miuccia Prada e Raf Simons
Per l’autunno/inverno 2025 i designer esplorano l’istinto come mezzo espressivo. La spontaneità diventa il mezzo per costruire la propria estetica fra pellicce riciclate, layering e stivali da cowboy
L’uomo firmato da Miuccia Prada e Raf Simons per l’Autunno/Inverno 2025 esplora i territori dell’istinto umano, trasformando impulsi primitivi in un mezzo espressivo. Il corpo è sollevato dal suo ruolo e lascia spazio alle emozioni, come flusso libero di energia pura, ora elevata a nuovo linguaggio estetico che privilegia la libertà rispetto alla programmazione. È la celebrazione del gesto spontaneo che diventa look.

La sfilata va letta nel suo complesso: ogni outfit ha un’estetica a sé stante, che risulterebbe schizofrenica se decontestualizzata. È una sintesi, una ricerca di protezione e intimità (emblematici i grandi cappucci accessori, per esempio). Materie come il montone e altri tipi di pelliccia diventano simbolo del primitivo e si ritrovano su cappotti sartoriali, maxi puffer, eskimo osulla maglieria (sia over sia striminzita), che altre volte è punteggiata da elementi metallici enigmatici, evocativi di antichi amuleti. I pantaloni sono strettissimi (di raso, lana o denim) e sono portati su stivali da cowboy.

La collezione è pervasa da un velo di “romanticismo, inteso come qualcosa di emotivo e immediato”, spiega Miuccia Prada in una nota. “La creatività senza troppe riflessioni, come qualcosa di profondamente umano. Eravamo interessati all’idea di istinto, all’idea di proteggerlo, valorizzarlo e liberare la creatività”. Un guardaroba che non segue logiche prestabilite, ma si affida al potere viscerale dell’emozione. “Tanti dei gesti che compiamo sono inspiegabili”, aggiunge Raf Simons nella stessa nota. “Nelle collezioni, sempre più spesso, non vogliamo limitarci. Ciò che ci attrae è il contrario: un dialogo inconscio tra idee provenienti da ogni dove, che poi abbiniamo in modo insolito e nuovo.”

Anche la location è spiazzante: lo studio di architettura AMO di Rem Koolhaas ha trasformato il Deposito della Fondazione Prada in un luogo di contrasti. Un’enorme impalcatura di tubi innocenti, disposta su più livelli architettonici, ricrea atmosfere cinematografiche o l’intimità di un club e si contrappone al tappeto tattile di Catherine Martin, arricchendo la percezione dello spazio.