Virgil Abloh protagonista di una grande mostra al Grand Palais di Parigi
(Photo by Dominique Charriau/WireImage)

Virgil Abloh protagonista di una grande mostra al Grand Palais di Parigi

di Tiziana Molinu

La prima grande retrospettiva europea dedicata al genio creativo che ha riscritto i codici della moda apre a Parigi, in occasione della settimana della moda. Un viaggio tra moda, arte, musica e visione

Nel vivo della fashion week parigina di settembre, tra la sacralità della couture e l’eco delle rivoluzioni stilistiche, Virgil Abloh torna a parlare. Lo fa a modo suo: sovrapponendo linguaggi, mescolando codici, lasciando spazio alla comunità. Dal 30 settembre al 10 ottobre 2025, il Grand Palais ospita The Codes, la prima grande mostra europea interamente dedicata all’uomo che ha trasformato il “quotation mark” in manifesto culturale.

Architetto, DJ, designer, artista concettuale, e direttore creativo del menswear di Louis Vuitton fino al 2021, Abloh è stato il primo a fare dello streetwear un linguaggio da passerella, e a farsi accettare dall’establishment dell’alta moda senza mai rinunciare alla strada da cui veniva. La mostra non celebra solo il suo lavoro, ma il suo impatto: quello di un visionario che ha aperto porte, rovesciato simboli, e ridefinito le coordinate di cosa significhi oggi essere creativi.

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(Photo by Pascal Le Segretain/Getty Images)

Quella su Virgil Abloh a Parigi è una mostra che parla a tutti

Un archivio vivente di oltre 1.000 pezzi selezionati da un corpus di 20.000, tra prototipi, abiti, bozzetti, installazioni, fotografie, modelli 3D, oggetti personali. Alcuni mai visti prima, altri carichi di significato: come la prima sneaker Nike x Off-White, o le silhouette disruptive create per Louis Vuitton. Tutti legati da un unico filo: la visione radicale di Abloh, la sua capacità di mettere in discussione ogni gerarchia tra lusso e street, arte e branding, cultura alta e cultura pop.

A curare la mostra, i suoi più fidati collaboratori, Chloé e Mahfuz Sultan, con il supporto della Virgil Abloh Foundation e l’approvazione di Shannon Abloh, che guida oggi il suo archivio e il suo lascito. Per lei, The Codes è solo “il primo capitolo”. Un’anteprima di tutto ciò che verrà. E infatti la mostra non è un mausoleo, ma una piattaforma. Uno spazio vivo, in cui accadono cose. Workshop, performance, proiezioni, talk. E naturalmente moda. Durante la Paris Fashion Week, il Grand Palais si trasforma nel punto focale di una celebrazione collettiva. Non di un mito, ma di un metodo. Il metodo Abloh.

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(Photo by Victor VIRGILE/Gamma-Rapho via Getty Images)

“You can do it too.” Non è mai stato uno slogan: era un invito. A entrare. A giocare. A sovvertire. Chi visiterà The Codes non troverà solo bellezza. Troverà chiavi. Per leggere la contemporaneità, per ridisegnarla. Per continuare a cambiare le regole, o almeno, i margini. Virgil diceva che il suo lavoro era “60% idee, 40% materiale”. Ecco perché anche ora, a quasi cinque anni dalla sua scomparsa, le sue idee continuano a vibrare ovunque: nelle sfilate, nei musei, nei feed, nei pensieri. E al Grand Palais, prendono forma. Sono lì, in piedi. Pronte a essere abitate di nuovo.

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