Trench: dai militari al punk, ritratto di un capo che ha segnato il tempo
(Getty Images)

Trench: dai militari al punk, ritratto di un capo che ha segnato il tempo

di Gioele Panedda

Antipioggia, antivento, soprattutto utile: un modello versatile che ha attraversato i decenni e continua, ancora oggi, a essere protagonista delle passerelle

Il trench è uno dei capi fondamentali del guardaroba maschile.

Letteralmente il suo nome significa ‘trincea’ e le sue origini partono proprio da qui: era infatti il capo usato dai militari inglesi già nel diciannovesimo secolo.

Molti brand ne reclamano la paternità – da Mackintosh a Burberry ad Aquascutum – ma nulla è certo, se non che è uno dei capi più indossati dagli uomini, grazie alla sua versatilità che lo rende l’ideale per le mezze stagioni.

La sua eleganza eleva i look più casual o completa i look più eleganti. Sia nel classico color beige che nelle varianti più fantasiose.

Trench: la storia è nel dettaglio

Come tutti i capi militari, anche il trench nasce per essere estremamente comodo e soprattutto utile.

Iniziando dal tessuto, che date le frequenti piogge in Inghilterra doveva essere per forza a prova d’acqua: quello del trench è un gabardine di cotone spesso e fitto, impermeabilizzato sia in filo che spalmato con un sottile strato di gomma che lo rende definitivamente anti pioggia.

Causa maltempo serviva anche un’abbottonatura che evitasse infiltrazioni e proteggesse dal vento, indipendentemente dalla direzione in cui soffiasse: per questo si rivelò ideale il doppio petto.

Anche i piccoli dettagli che oggi si pensano decorativi avevano un’utilità: lo scollo, con ampi rever chiusi dai bottoni e da un listino di tessuto che proteggono la gola dal freddo; le fibbie sui polsi per stringere o allargare il fondo manica; la cintura, che nei modelli più classici presenta ancora i ganci di metallo al quale si attaccavano armi e borracce; e infine le spalline, dove si trovano le distintive mostrine, che non solo servivano ad appuntare i gradi militari, ma anche a mettere in sicurezza – ma tenere sempre a portata di mano – guanti sulla spalla sinistra e cappello su quella destra.

Il trench nei decenni: un simbolo dalle mille facce

Abbandonata la veste militare il trench approda nel cinema alla fine degli anni ’20, dove diventa il capo simbolo per le donne che si ribellavano allo stereotipo femminile e creavano i primi look androgini: una delle prime fu Greta Garbo assieme a Bette Devis e Gloria Swanson, che lo indossarono dentro e fuori i set cinematografici.

Gli anni ’40 furono segnati dal film Casablanca, dove Humphrey Bogart con il suo trench e il suo Borsalino segnarono lo stile del decennio.

Arrivano poi gli anni ’60, con le esplosioni delle boy band britpop come i Beatles. Uno stile inconfondibile: il completo dalle forme asciutte, la camicia bianca e la cravatta sottilissima d’ordinanza… cosa meglio di un trench per completare il look? Qui vediamo le prime varianti di forma, infatti si accorcia e si asciuga per adattarsi allo stile del periodo.

Negli anni ’70 invece completava look eccentrici fatti di camicie con colletti importanti e pantaloni a zampa, cambiando di materiale, vengono prodotti in pelle e camoscio e vira in varie tonalità a volte anche psichedeliche.

Improvvisamente negli anni ’80 diventa il simbolo dei business man e di conseguenza uno dei simboli di ribellione del movimento punk, che lo prendono come una tela bianca per le loro battaglie, infatti viene strappato, scritto, personalizzato con spille, patch e borchie.

Ancora oggi è presente in quasi tutti le collezioni di moda: dagli stilisti al mass market, il trench rimane un capo intramontabile.

Il trench nelle collezioni dei brand

I marchi inglesi come Alexander McQueen e Burberry portano molto rispetto per il trench, infatti lo vediamo sfilare quasi nella sua versione originale, abbinato a look classici, con piccoli dettagli per renderlo attuale e di moda, come le maniche con spacchi o dei dettagli in pelle a contrasto.

Più estrosi invece Valentino e Stella McCartney che con stampe all over lo rendono un vezzo stagionale molto di tendenza, loghi su stampa camouflage o tweed inglese bordato con termosaldature.

Un approccio minimal ma al contempo anche modaiolo quello di Louis Vuitton, che abbina un look monocolore e una borsa tono su tono a una versione in nappa preziosa.