Da Cartagena a Barranquilla passando per Aracataca e Bogotà, ecco la Colombia amata dallo scrittore premio Nobel

Il realismo magico, concetto sulfureo e affascinante che da sempre contraddistingue la Colombia, non avrebbe avuto lo stesso potere senza di lui, che l’ha plasmato nei suoi romanzi, da Cent’anni di solitudine a L’amore ai tempi del Colera. Il premio Nobel per la Letteratura Gabriel García Márquez ha raccontato una Colombia inedita, misteriosa, violenta ma attraversata da lampi di misticismo, dalle battaglie illegali tra galli alle assunzioni in cielo. Fantasia, leggenda, racconti che si perdono nelle notti dei tempi conditi dalla sua ironia amara, che hanno reso e rendono il paese un’ambita meta vacanziera.Qui le località care allo scrittore, da visitare per la prossima stagione calda:

Barranquilla: la quarta città più grande della Colombia conserva ancora antichi insediamenti coloniali, anche se si fregia di una delle architetture più moderniste, che annovera opere di Niemeyer e Le Corbusier, che qui ci visse sul finire degli anni quaranta. Famosa per il suo Carnevale, riconosciuto dall’Unesco nel 2003, così come per il Barranquijazz, il festival settembrino dedicato alla musica, il suo porto, crocevia dei trasporti dal 1800, meritò il nome di Porta d’Oro della Colombia. Nel suo Museo Romàntico sono conservati gli oggetti simbolo del paese, dalle repliche dei sontuosi costumi carnevaleschi, lettere e foto di Simon Bolivar, così come la macchina da scrivere che Marquez usò per la sua prima opera, Foglie morte.

Aracataca: nel villaggio che ha dato i natali allo scrittore non poteva mancare un museo a lui dedicato. Quello che si suppone essere la trasposizione reale di Macondo, paese immaginario nel quale Marquez ha ambientato il suo capolavoro, Cent’anni di solitudine, e che sorge sulle rive del fiume omonimo, viene così descritto dallo stesso scrittore nel libro:

 Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.

Cartagena: la città dove lo scrittore visse a lungo, descritta in molteplici opere, da Vivere per Raccontarla a L’amore ai tempi del Colera è un luogo da visitare alla scoperta del suo quartiere più tipico, il Getsemani. Il barrio, appena fuori dal centro storico, era precedentemente un posto malfamato, preda di traffici di droga e prostituzione. Una brutta fama che ora è il passato: oggi il quartiere si è arricchito di piazze, ha ristruttturato gli esempi di architettura coloniale spagnola, ed è divenuto famoso anche per i suoi muri carichi di graffiti.

Bogotà: altra città ricorrente nelle opere dello scrittore, Bogotà è il vero centro culturale della Colombia. Dal Museo d’arte contemporanea a quello dedicato a Botero, passando per il Museo dell’oro, un cabinèt de curiositès dei manufatti nel metallo prezioso, la città è una tappa da non mancare.

Il tour alla scoperta dei posti amati dallo scrittore colombiano è organizzato da Tuttaltromo(n)do, insieme alla studiosa Federica Arnoldi dell’Associazione Culturale Babelica, che accompagnerà i visitatori tra citazioni e luoghi inediti, nel viaggio.