Alla scoperta della capitale giapponese. Dalla notturna Shibuya ai templi shintoisti, allo shopping di Harajuku, la città è sempre accesa

Dimenticate la sensazione di smarrimento che un film come Lost In Translation trasmette. A Tokyo, a differenza di quanto accade nella pellicola diretta da Sofia Coppola, non ci si sente mai soli e soprattutto si ha sempre qualcosa da fare, e da vedere.  

A cominciare da Harajuku, dove le ragazze dettano le ultime tendenze della moda “mescolando” i capi vintage con quelli delle griffe di Omote Sando, la via dove le maggior griffe del mondo espongono le loro collezioni: e poi così abbigliate e acconciate entrano nei santuari shintoisti come quello di Meiji Jingu oppure siedono tra le tombe dell’antico cimitero di Asakusa.

Contaminare la tradizione con la contemporaneità: ecco la legge della città. Roppongi è il distretto del design, con il 21-21, il Mori Museum e il NACT nuovi indirizzi dei creativi, però basta prendere la metropolitana (dove nessuno telefona o parla ad alta voce!) per ritrovarsi tra i lottatori di sumo di Ryogoku oppure tra i fedeli del tempio di Senso ji.

E, ancora, ecco i pescatori di Tsukij, il mercato ittico più grande del mondo, dove il sushi e il sashimi sono freschissimi e soprattutto squisiti,  e le goth loli e i maid cafè di Takeshita dori che raccontano il volto più infantile e verginale di questo Paese che impazzisce per i manga. E soprattutto per l’elettronica e la tecnologia: ad Akihabara, nei mall ci sono video giochi avveniristici ma anche old style che attirano migliaia di persone.

Mai quante, comunque, si incontrano e quasi scontrano appena calano le luci della sera a Shibuya e Shinjuku dove, comunque, non si ha mai l’impressione che sia notte perché tutto resta aperto: i negozi, i locali dove bere birra dopo una giornata di lavoro estenuante. E anche i love hotel in cui consumare un amore clandestino.

E un modo davvero autentico e genuino per vivere un viaggio a Tokyo è quello di dormire in una vera casa in stile giapponese (www.japan-experience.com), tra mobili minimalisti, pareti in carta di riso, sedendosi a prendere il tè al pomeriggio, cucinando il riso e tagliuzzando il pesce: sentendosi così un po’ come tra le pagine di un romanzo di Murakami.