Ricche di principi, firmate, in edizione limitata e oggetti cult da mettere in bella mostra. L’acqua diventa protagonista di bellezza, menù e degustazioni

Incolore, inodore e insapore. L’acqua sfoggia un fascino che fino a oggi era riservato solo a vino e champagne. Così, dopo il boom dei water bar, dove si degustano le acque con tanto di idro-sommelier, la nuova tendenza è che abbiano caratteristiche organolettiche specifiche, che possano aggiungere funzioni extra oltre alla classica e ormai conosciuta depurazione globale. Filtrata attraverso rocce vulcaniche ricche di silice, perfetta alleata per rafforzare unghie e capelli come la Fiji, la preferita del Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama imbottigliata sull’isola di Viti Levu, la più grande delle 333 isole che compongono le Fiji Islands, o che arriva da una falda acquifera incontaminata come la Blue Keld Artesian, bottiglia in vetro blu, ricca di calcio e povera di sodio.

E poi ci sono le acque imbottigliate alla sorgente, come la Gota, estratta a 80 metri sotto terra in uno dei più grandi sistemi acquiferi del mondo, il Guaraní, in Argentina. O la Llanllyr che si potrebbe quasi chiamare “acqua santa” perché ha origine da una sorgente all’interno di un antico monastero nel Galles Orientale, come le acque raccolte alle pendici dei ghiacciai più puri. Per esempio quello delle Dolomiti orientali da cui nasce, a 833 metri, l’acqua Dolomia a 833 metri di altitudine.

Packaging elegante, perfetta per le diete povere di sodio è la Iceberg Water che nasce dallo scioglimento dei pezzi di ghiaccio che ogni anno si staccano dalla banchisa artica canadese. Più pura di così…

Ci sono poi le acque a basso contenuto calorico o, al contrario, ricostituenti come un integratore: è il caso della Found Water. In una bottiglia ci sono solo 62 calorie, un’infusione di cetrioli e foglie di menta, perfetta se bevuta al mattino.

Buone dentro e belle fuori. Molte bottiglie sono costruite nei dettagli e diventano veri e propri oggetti di design come nel caso del risultato dei designer dell’acqua Filette: bottiglia bordolese con un’etichetta satinata vincitrice del premio Water Innovation Award, pochissimi nitrati, povera di sodio e con un basso residuo fisso.

C’è chi aggiunge il salvagoccia, come la Liz, proprio come si fa con le bottiglie di vino rosso. Per i cultori del whisky invece c’è la Uisge Source Highland, filtrata attraverso l’arenaria di roccia rossa e utilizzata per la produzione dello spirti irlandese. E, infine, ci sono le bottiglie firmate da designer e stilisti: la Moreschi con la Bolle Stille Winner di Lurisia, una limited edition leggerissima imbottigliata a 1416 metri, contiene pochissimo sodio. Da collezionare.