Profumi, tendenze, oggetti di design raccontati da chi li crea

Non chiamatelo ‘naso’, perché Barnabé Fillion è molto di più. Appassionato di botanica,viaggiatore instancabile, ricercatore di rarità musicali, ama definirsi un designer di fragranze. I suoi lavori infatti spaziano, dalla creazione di fragranze particolari, come ad esempio Marrakech Intense del brand australiano Aēsop, a installazioni olfattive, come quella creata per il salone francese Maison & Objet. Qui ceramiche, alambicchi e odori si sono unite, dando vita a un marchigegno di ispirazione leonardesca. Noi di Icon abbiamo incontrato Monsieur Fillion per scoprire meglio il suo universo e conoscere i nuovi progetti per il futuro.

Quali sono le sue passioni?
I viaggi alla scoperta di rarità botaniche, e poi la musica. Mi piace fare cose nuove, creazioni, profumi, oggetti, progetti. Amo anche cucinare.

Quando ha capito che le essenze sarebbero potuto diventare un vero e proprio lavoro?
Stavo lavorando molto in fotografia, quando improvvisamente ho deciso di sfidare me stesso, e iniziare a seguire ispirazioni visive. Sono stato molto influenzato anche da Serge Lutens (il celebre profumiere, ndr). Successivamente sono riuscito a trovare un profumiere che mi accettasse come suo apprendista, e così è iniziato il mio cammino in questo mondo.

Chi sono stati i suoi maestri?
Qualcuno di cui non posso dire il nome, uno dei più grandi profumieri mai esistiti, e Christine Nagel (naso spalla di Jean-Claude Ellena nella creazione di fragranze presso la maison Hermès, ndr).

Lei è un naso, ma si definisce anche come designer di profumi. Qual è la differenza?
Mi piace sperimentare con i sensi, e il mio scopo è quello di interrogare e di estendere il territorio del profumo anche in altri ambiti, per questo lavoro con artigiani, artisti, designer, musicisti.

Qual è la sua firma unica nel creare profumi?
L’artigianalità e l’attenzione per i dettagli.

A che progetti sta lavorando attualmente?
Sto lavorando a un progetto sul profumo del tabacco, a questo scopo ho viaggiato molto per trovare il miglior fornitore di foglie da cui estrarre la migliore assoluta di tabacco. Questo mi ha portato ovviamente fino a Cuba, dove è stato interessante conoscere la cultura del posto, e gli artigiani locali.

Quali sono i suoi piani per il prossimo futuro ? Puoi darci qualche anticipazione?
I progetti sono diversi. Sto scrivendo un libro sui sensi, le cui pagine potranno essere bruciate come si fa con l’incenso, ognuna con una nota diversa. Poi in collaborazione con lo studio Unfold di Anversa, sto creando oggetti stampati in 3D fatti di pasta di incenso, per profumare la quotidianità. Continuo anche la mia collaborazione con il brand australiano Aēsop.

Le piacerebbe creare una linea di profumi ‘Bernabé Fillion’?
Per il momento sono più orientato verso la creatività e meno verso il marketing. Mi piace l’idea di continuare a spingere la profumeria oltre i sui limiti.