

Il misterioso grattacielo senza finestre di New York
È uno degli edifici più affascinanti, inquietanti e misteriosi della Grande Mela. Perché? Be, prima di tutto è senza finestre. Situato al 33 di Thomas Street, rappresenta uno degli esempi più iconici di brutalismo a New York.
Lo skyline di New York con la sua varietà architettonica è probabilmente tra i più famosi al mondo. Ma in questo caotico conglomerato di vetrate scintillanti e palazzi riflettenti, c’è un edificio che sembra discostarsi completamente da ciò che gli sta intorno: si trova al 33 di Thomas Street. Costruito negli anni della Guerra Fredda questo grattacielo è un grande esempio di architettura brutalista; un monolite che sembra custodire segreti che appartengono a un’altra epoca. Segni particolari? È privo di finestre, fattore che – come immaginabile – ne ha alimentato le leggende e i misteri nel corso del tempo rendendolo un’icona della città.
L’icona brutalista di New York
Progettato da John Carl Warnecke & Associates e completato nel 1974, il 33 Thomas Street è un esempio da manuale di architettura brutalista. Questo stile è senza dubbio uno dei più affascinanti che ci sia: caratterizzato da linee austere, materiali grezzi e un senso di monumentalità. Si concentra sulla funzionalità e l’integrità strutturale degli edifici, rendendoli espressioni monumentali di forme geometriche imponenti e spesso audaci. Il risultato? Un profondo un senso di vuoto e, a tratti, inquietudine; pezzi nudi e crudi, caratterizzati da un impatto visivo potente e da un’aura distopica e post apocalittica.
Al 33 di Thomas Street ne abbiamo un esempio perfetto. Il brutalismo qua è perfettamente incarnato dal rivestimento in granito grigio che avvolge l’edificio. Con i suoi 167 metri di altezza (550 piedi) e 29 piani, la struttura domina la zona di Tribeca (Southern Manhattan) con una presenza imponente e a tratti alienante.

A differenza di altri grattacieli che celebrano la trasparenza e l’interazione con l’esterno, il 33 Thomas Street sembra progettato per chiudersi al mondo. Non ha finestre, una scelta che non è solo estetica, ma anche funzionale: l’edificio è stato costruito per resistere a disastri, inclusi attacchi nucleari. E sembra che al suo interno, disponga di riserve di acqua e cibo per garantire autonomia operativa per settimane. Tutte caratteristiche che ne hanno amplificato l’aura di mistero.
Nel tempo, il suo aspetto spoglio e impenetrabile ha affascinato artisti, registi e scrittori, diventando una fonte inesauribile di ispirazione. Spesso descritto come un simbolo di distopia, appare in film, documentari e opere fotografiche che esplorano temi di controllo, anonimato e alienazione urbana. La sua sagoma scura nel cuore di Manhattan è un monito visivo: un contrasto netto con la trasparenza e la luce dei grattacieli in vetro che lo circondano.
Cosa succede al suo interno?
In origine, il grattacielo fu costruito come hub di telecomunicazioni per AT&T, destinato a ospitare centrali telefoniche e apparecchiature per la trasmissione di dati. Questa funzione spiega l’assenza di finestre: le attrezzature al suo interno non richiedono luce naturale, e la protezione dagli agenti esterni è una priorità.

Ma c’è di più. Secondo documenti resi pubblici da Edward Snowden e riportati da The Intercept nel 2016, il 33 Thomas Street sarebbe anche un centro di sorveglianza segreto gestito dalla NSA (National Security Agency), noto internamente come “Titanpointe”. Si ritiene che l’edificio raccolga dati da comunicazioni internazionali, incluse telefonate, fax e trasmissioni satellitari. Questo alone di segretezza alimenta la sua reputazione come simbolo di controllo e sorveglianza.