Ecco cosa succede quando la moda incontra il design

Ecco cosa succede quando la moda incontra il design

di Tiziana Molinu

Moda e design sono due facce di quello che in fin dei conti è un grande, unico e sfaccettato mondo: quello dell’arte. Ma cosa succede quando le due si incontrano? Prendono vita pezzi d’arredo in grado di portare la moda fuori dalle passerelle e direttamente dentro le nostre case

Quale periodo dell’anno migliore per parlare del rapporto tra moda e design se non quello del Salone de Mobile? Partendo dal presupposto che questi due mondi hanno molto più in comune di quanto si pensi, dalla ricerca tessile all’innovazione tecnologica fino alla mera – ma fondamentale – funzione estetica. Siamo convinti che chiunque si consideri una “fashion victim” a un certo punto della sua vita, prima o poi, si interessi anche al design. È quasi una naturale evoluzione del senso estetico che neanche noi sappiamo spiegare. E i primi che hanno avuto questo approccio sono proprio i brand di moda. Le loro linee dedicate alla casa e all’arredamento non si contano, ormai quasi tutti i marchi di rilievo ne hanno una, ed è interessante vedere come la loro impronta estetica prenda forma in nuovi pezzi al di fuori dal core business dell’abbigliamento. Vediamo qualche esempio.

Moda e Design by Rick Owens il brutalista

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(Photo by Victor VIRGILE/Gamma-Rapho via Getty Images) // Rick Owens

Che si parli di moda o design, Rick Owens segue un mantra molto preciso, nel quale riecheggia la parola: brutalismo. E allora via di materiali grezzi,  forme monolitiche che danno vita a un’estetica  apparentemente austera, minimalista e funzionale. Nell’architettura, la corrente brutalista si concentra sulla funzionalità e l’integrità strutturale degli edifici, rendendoli espressioni monumentali di forme geometriche imponenti e spesso audaci, lo stesso discorso vale con i capi d’abbigliamento e i pezzi di design. E Owens lo sa bene. Lo stilista incorpora così forme sovradimensionate, spigolose e asimmetriche nei suoi progetti (dagli abiti ai tavoli), spesso concentrandosi su tavolozze di colori neri e tenui. Il risultato? Un profondo un senso di vuoto e, a tratti, inquietudine; pezzi nudi e crudi, caratterizzati da un impatto visivo potente e da un’aura distopica e post apocalittica.

Versace e l’estetica barocca, dalla passerella alla casa

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(Photo by Victor VIRGILE/Gamma-Rapho via Getty Images) // Versace Home

Un altro brand in grado di trasportare con coerenza la sua firma distintiva dall’abbigliamento al design è Versace. In questo caso, parola d’ordine: opulenza. La maison della medusa il minimalismo e il profilo basso li lascia agli altri. Estetica barocca fatta di stampe, loghi, colori accesi e brillanti (immancabile il gold): o la si ama o la si odia. È un certo qual senso ammirevole, seppur da molti questo tipo di design sia ritenuto “too much”, che la maison continui dritta per la sua strada: statue, cuscini, accessori da tavola, l’homeware di Versace è sicuramente per pochi. Ma è giusto soddisfare le richieste di tutte le nicchie di mercaro. E Versace a soddisfare la sua è bravissima e si è creata un cerchia di stretti fedeli.

Da Dolce & Gabbana a Loewe: la lista è ancora lunga

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Photo by Armani.com

L’arredamento Dolce&Gabbana è, ad esempio, il perfetto riflesso di un immaginario dalla cifra estetica inconfondibile. Anche in questo caso non è per i timidi: stampe animalier e i colori del Mediterraneo irradiano le collezioni per la casa. Divani, poltrone, pezzi da tavola: la maison italiana offre una selezione talmente ampia da poter brandizzare un intero palazzo. La Sicilia – da sempre ispirazione numero uno del brand – arriva così fino all’altra parte del mondo, entrando nelle case di chiunque lo voglia.

Come prevedibile, invece, la filosofia estetica Armani/Casa si basa su linee semplici e proporzioni perfette, arricchite da materiali preziosi, finiture ricercate e tessuti eleganti. Lo stile inconfondibile combina in modo armonioso ispirazioni e codici di design diversi per creare un’atmosfera ricercata. Dal 2004 l’Interior Design Studio, sotto la direzione artistica di Giorgio Armani, offre un servizio completo di interior design per una serie di progetti: appartamenti nei luoghi più esclusivi, yacht e aerei privati, ville esotiche e complessi residenziali prestigiosi. L’attività dello Studio consiste nell’elaborare soluzioni creative, oltre a progetti unici nelle loro valenze estetiche e perfettamente integrati per caratteristiche e valori, proprio nell’intento di connotare ogni progetto come unico, secondo le esigenze personali.

O, ancora Loewe. Che ha un rapporto unico e speciale con l’arte e il design. Dalle installazioni nei suoi spazi al progetto, o meglio vero e proprio concept, Casa Loewe. La linea interior del brand non è estremamente sviluppata, anzi, tuttavia il legame con il design è profondamente evidente nelle scelte del direttore creativo di Jonathan Anderson in ogni occasione. Pezzi unici di design sono i protagonisti, insieme alle collezioni, di ogni boutique Loewe nel mondo e le iniziative che fondono questi sono parte integrante dello spirito del brand.

La lista è ancora lunga ma, come si evince, la fashion industry è legata ormai quasi indissolubilmente al mondo del design. Un altro modo per rendersene conto sarà nei giorni della Milano Design Week. Il posto dove questo binomio arriva all’apice della sua perfezione, continuando di anno in anno a perfezionarsi. Basta solamente dare un occhio al calendario per vedere quanti siano gli appuntamenti che mettono insieme queste due realtà. Un occasione unica e imperdibile per vivere con mano questa forma d’arte.