

Il tennis-core ha conquistato anche il mondo del design?
Negli ultimi due anni, il tennis ha invaso i nostri armadi, i nostri schermi e, adesso, anche i nostri salotti. Almeno questa è la speranza dell’eco-designer belga Mathilde Wittock, che crea pezzi di design con palline da tennis scartate.
Se vi dicessero che una pallina da tennis scartata potrebbe trasformarsi in un’elegante poltrona di design, probabilmente alzereste un sopracciglio. Ma è esattamente ciò che sta facendo Mathilde Wittock, designer belga con una passione per il riuso creativo e il design sostenibile. Con il suo progetto Soundbounce, Wittock porta il mondo del tennis direttamente nei salotti, reinventando mobili e pannelli fonoassorbenti con palline che altrimenti finirebbero in discarica.
Ogni anno vengono prodotte oltre 400 milioni di palline da tennis, ma solo l’1% di queste viene effettivamente riciclato. Il resto finisce in discarica o viene bruciato, contribuendo all’inquinamento e impiegando oltre 400 anni per decomporsi. Eppure, la struttura elastica delle palline offre proprietà uniche: assorbono gli urti, migliorano l’acustica e sono incredibilmente resistenti. E Wittock ha visto una brillante opportunità dove altri vedevano solo rifiuti.

Il tennis arriva nei salotti. Come funziona il processo creativo?
L’idea è tanto geniale quanto concettualmente semplice. Altra storia invece per il processo, che richiede una serie di passaggi delicati. In primis la designer raccoglie palline da tennis usate, selezionando attentamente quelle che possono essere riutilizzate in base al loro stato di conservazione. Dopo un attento fase di pulizia e igienizzazione, le taglia lungo la linea bianca, rimuove i loghi dei brand e le trasforma in semisfere modulari.
Le semisfere vengono poi incastonate in strutture di legno, creando superfici dal forte impatto visivo e con eccellenti capacità fonoassorbenti. Questo approccio consente di combinare il comfort tattile della gomma con la solidità del legno, creando pezzi unici che trasformano l’ambiente migliorandone al tempo stesso l’acustica. La disposizione delle palline non è infatti casuale, ma può variare a seconda della funzione dell’oggetto. Nei pannelli fonoassorbenti, ad esempio, la loro disposizione è studiata per ottimizzare l’assorbimento delle onde sonore, mentre nelle poltrone vengono posizionate strategicamente per un fine ultimo di comodità e resistenza.

Tra le sue creazioni più famose non possiamo non citare i Bounce Dividers e la Bounce Lounge Chair. I primi sono dei pannelli divisori che utilizzano 253 palline ciascuno, riducendo 7,6 kg di CO₂ e migliorando il comfort acustico di spazi pubblici e privati. Mentre la seconda è una bellissima poltrona realizzata con 420 palline da tennis, che contribuisce a eliminare circa 14,28 kg di CO₂ dall’ambiente.
Un invito a ripensare i materiali di scarto come elementi di valore
Mathilde Wittock non è la prima a reinventare l’uso delle palline da tennis, ma è tra le poche ad averne fatto un manifesto di sostenibilità e funzionalità. Il suo lavoro si inserisce in un trend più ampio di design circolare, dove i materiali vengono trasformati e valorizzati senza generare sprechi. Dai sedili degli autobus realizzati con vecchie racchette da tennis alle scarpe ricavate da palline usate (come quelle sviluppate da Wilson e Adidas), il mondo dello sport si conferma un terreno fertile per innovazioni dal gusto green. E Wittock, con il suo approccio, dimostra che ogni oggetto ha una seconda vita possibile — basta saperlo guardare con occhi nuovi.
