I Fashion Stores più belli progettati da architetti famosi
Renzo Piano - Maison Hermès, Tokyo

I Fashion Stores più belli progettati da architetti famosi

di Elena Bordignon

Dalla ‘lanterna magica” di Renzo Piano per Hermès, al flagship di Louis Vuitton a Singapore, abbiamo selezionato alcuni tra i fashion store più belli del mondo con protagonisti famosi architetti 

David Chipperfield per Valentino a Roma 

1470 metri (che diventano 1865, se aggiungiamo il seminterrato) da Piazza di Spagna a Piazza Mignanelli: il flagship di Valentino trova spazio a fianco del cinquecentesco Palazzo Gabrielli-Mignanelli, quello che è storicamente il principale quartier generale della Maison Valentino. Il David Chipperfield Studio ha realizzato uno spazio dove l’incontro tra vecchio e nuovo si concretizza grazie ad una sequenza di finiture lussuose e ricercate. Utilizzando un ampio spettro di materiali – terrazzo alla Veneziana grigio con graniglia di Carrara, legno, marmo, pelle, moquette e fibra di carbonio – lo spazio diventa il luogo ideale per presentare le creazioni Valentino. Rispettando le atmosfere della magnificenza romana, il negozio si caratterizza per elementi classici come archi e colonne, in relazione con pareti scultoree imponenti e monumentali.

Herzog & de Meuron per Prada a Tokyo

Festeggia i vent’anni uno degli edifici più iconici di Aoyama-dori, uno dei quartieri più eleganti e prestigiosi di Tokyo. Eretto nel 2003 su progetto degli architetti svizzeri Herzog e De Meuron, il palazzo Prada è diventato negli anni una meta obbligata per gli appassionati di architettura contemporanea. La sua peculiarità è la mutevolezza: la struttura assume diverse fattezze a seconda del punto di vista dell’osservatore, trasformandosi da prisma cristallino a tradizionale edificio con superfici riflettenti. La facciata si caratterizza per grandi elementi romboidali piani, concavi e convessi. Le superfici vetrate sagomate, attraversate dalla luce, creano effetti luminosi che vanno ad esaltare le strutture interne, a volte accentuandole, altre volte smaterializzandole. I materiali utilizzati per gli interni sono stati scelti per creare un’atmosfera intima e ricercata e al tempo stesso all’avanguardia: materiali naturali come cuoio, muschio e legno dialogano con resine e silicone per dar vita a percorsi sia visivi che tattili dagli effetti imprevedibili. 

Peter Marino per Chanel a Parigi

Bianco, nero, rosa e beige sono i colori scelti da Peter Marino per la nuova veste degli spazi Chanel in Place Vendôme. La sede dedicata alla gioielleria e orologeria del noto marchio ha riaperto dopo un lungo periodo di ristrutturazione nel 2022.  Famoso per il suo stile eclettico, Marino si è ispirato agli spazi abitativi di Coco Chanel, fondendo stile Art Decò con atmosfere decisamente contemporanee. Oltre alla ricercatezza di materiali e cromie, lo spazio si caratterizza per la scelta accurata di opere d’arte, tra cui quelle del fotografo Idris Khan, una scultura di Johan Creten e un ritratto di Coco Chanel commissionato allo scultore californiano Joel Morrison. 

Renzo Piano per Hermès a Tokyo

Inaugurata nel 2001, la Maison Hermès progettata da Renzo Piano si erge nel centro di Ginza, a Tokyo, su una superficie di 6.000 metri quadri distribuiti su 15 piani. L’edificio si caratterizza per le superfici esterne costruite da oltre 13.000 blocchi di vetro che lasciano filtrare la luce del giorno e, di notte, filtrano la luce interna. Questa scelta architettonica ha definito l’anima stessa dell’edificio che negli anni è stato soprannominato “lanterna magica”. Leggero e luminoso, in realtà l’edificio è solidissimo, tanto da essere estremamente resistente ai terremoti. Le vaste vetrate che lo caratterizzano sono state trattate ‘a specchio’ grazie ad un processo di argentatura delle superfici.


Renzo Piano – Hermès, Tokyo – Photro by Michel Dénancé

Massimiliano e Doriana Fuksas Studio per l’ Armani Store a New York
Concepito come un grande spazio fluido senza interruzioni, lo store di Giorgio Armani progettato da Massimiliano e Doriana Fuksas è stato inaugurato nel 2009 tra la centralissima Fifth Avenue e la 56th Street, a Manhattan. Terzo di tre progetti firmati Fuksas – gli altri edifici sono a Hong Kong e Tokyo – quello di NYC si caratterizza per un vertiginosa scala diventata la peculiarità dell’intero progetto. Si tratta di una struttura calandrata in acciaio, la cui geometria è evidenziata dal rivestimento in materiale plastico. Attorno al vortice generato da questo particolare elemento scultoreo, si articolano i diversi livelli che ospitano le creazioni di Armani. Particolare importanza è stata affidata all’illuminazione che definisce ed accentua la curvatura delle pareti, distinguendo le funzioni dei diversi spazi.

Moshe Safdie Architects per Louis Vuitton Marina Bay Sands, Singapore

I magnifici store Vuitton si trovano in luoghi veramente strepitosi. Soprattutto quelli vicino al mare lasciano esterrefatti. Porto Cervo, Capri, Portofino, Forte dei Marmi, luoghi che a loro volta ispirano le creazioni della Maison. Tra quelli memorabili non possiamo non citare lo store di Singapore, progettato letteralmente sul mare. La boutique si erge su un’isola artificiale di vetro e acciaio e rappresenta uno dei due padiglioni autonomi progettati dall’architetto Moshe Safdie come parte dello sviluppo globale del resort integrato Marina Bay Sands. Gli interni, di ispirazione nautica, ricordano uno yacht di lusso, mentre dal secondo piano è possibile accedere a una terrazza all’aperto, con una splendida vista panoramica sulla baia.

Toyo Ito  per TOD’S a Tokyo

Situato nella zona modaiola di Omotesando, l’edificio progettato da Toyo Ito & Associates si erge con i suoi sette piani rivestito da un motivo grafico che ricorda un filare di alberi giapponesi di zelkova. La superficie esterna funge sia da motivo grafico che da struttura ed è composta da lastre di cemento e vetro. Al di là della creazione di un semplice contenitore di lusso, con questo progetto Ito indaga l’idea di intimità nel contesto urbano di Tokyo. Molto diverso dalle architetture cirscostanti, con questo progetto Ito ha voluto lasciare un segno ‘delicato’ in mezzo all’imperiosità degli altri edifici. La luce che di giorno attraversa la facciata, crea all’interno delle ombre che sembrano provenire da un intrico di rami, donando agli interni un atmosfera decisamente visionaria.