5 buoni motivi per guardare la nuova stagione  di “Love, Death and Robots” su Netflix

5 buoni motivi per guardare la nuova stagione di “Love, Death and Robots” su Netflix

di Sofia Dolfi

Il 14 maggio va in onda su Netflix la seconda stagione di Love, Death & Robots. Ecco 5 motivi che la rendono un prodotto potenzialmente rivoluzionario e una serie da non perdere

Creata nel 2019 da Tim Miller e diretta in collaborazione con David Fincher, già celebre per film come Seven e Fight Club, Love, Death & Robots, è un prodotto unico nel suo genere: si tratta infatti di una raccolta antologica di cortometraggi animati, qualcosa di molto diverso dal panorama mediatico che lo circonda, dominato prevalentemente da macro-narrazioni in live action. Ben lontano dall’essere soltanto un esperimento fortunato LD&R ha le carte in regola per considerarsi a tutti gli effetti il precursore di un nuovo format, che nel futuro prossimo potrebbe diventare dominante.

I vantaggi del cortometraggio

In una vita generalmente vissuta di corsa è difficile trovare lo spazio da dedicare a serie tv che durano solitamente decine e decine di ore. Se da un lato la maggiore durata permette lo sviluppo di narrazioni sempre più complesse e approfondite, dall’altro richiedono tempi d’attenzione che non tutti possono o sono disposti a dedicare alla visione. LD&R invece è l’esempio di come talvolta bastino pochi minuti per dire molto: 18 cortometraggi autoconclusivi che oscillano all’incirca tra i 5 e i 15 minuti, rendendola la serie perfetta per chi ha poco tempo. Nell’era in cui con sempre maggiore rapidità e voracità nuove immagini vengono prodotte e consumate, il cortometraggio sembra diventare il modello più adeguato alle esigenze dello spettatore contemporaneo.

Animazione come arte

L’animazione è un arte che per essere realizzata richiede tempo, pazienza e talento in quantità smisurate, ed è un peccato che troppo spesso essa non venga riconosciuta e apprezzata per via di pregiudizi che tendono a declassarla rispetto al cinema classico. È infatti assai diffusa la falsa credenza che considera i film e le serie d’animazione come un prodotto esclusivamente rivolto a un pubblico infantile, e per questo in molti si precludono  la visione di opere significative e meritevoli perchè resi indifferenti dalla natura del medium. L’animazione è un mezzo espressivo (e in quanto tale non ha un target prestabilito) capace di creare una moltitudine di opere diversissime tra loro e adatte a qualsiasi tipo di audience. Per questa ragione  LD&R è un prodotto così rilevante: i suoi creatori hanno corso un grande rischio, ma sono riusciti a dimostrare con quanta efficacia e qualità l’animazione possa rivolgersi anche (e in questo caso esclusivamente) a un pubblico adulto.

 

Courtesy Netflix

I mille volti dell’animazione

L’animazione è un mezzo dalle infinite potenzialità creative ed espressive. Molto del fascino di LD&R proviene proprio dalla diversità delle tecniche, degli stili, del design. La serie si rinnova episodio dopo episodio proprio grazie a questa varietà, passando da una computer grafica tanto fotorealistica da farci apparire i protagonisti come attori in carne e ossa, a grafiche 2D estremamente minimali e raffinate, a tecniche che ibridano 3D e 2D creando un effetto e un linguaggio singolari. LD&R è un caleidoscopio di colori, forme, atmosfere fortemente caratterizzanti, tramite le quali ciascun episodio diventa uno spettacolo visivo unico e totalmente diverso dagli altri, una fonte d’ispirazione potente e innovativa.

Esplorando il Transumanesimo

Ciò che funge da trait d’union e che dona coesione a LD&R sono le tematiche affrontate, che come un fil rouge attraversano e legano tra loro universi lontanissimi. Com’è facile intuire amore, morte e robot sono i tre principali elementi di cui si compongono le storie raccolte nell’antologia. Tuttavia ve ne è un quarto, nascosto eppure onnipresente, che in relazione ai tre del titolo dona loro significato: l’uomo. Di fatti LD&R  si concentra prevalentemente sul rapporto che l’uomo ha con l’amore (forse più carnale che platonico, almeno in questa prima stagione), con la morte e con la tecnologia, ma anche con il suo passato, il suo presente e il suo futuro; mette in discussione la natura umana, focalizzandosi spesso su soggetti che si trovano in quell’area ambigua dove svaniscono i confini tra uomo e macchina, uomo e bestia, uomo e mostro: non del tutto (o per niente) umani, ma innegabilmente dotati di umanità. Love, Death and Robots affonda le radici nel Transumanesimo, e molti degli interrogativi che pone ruotano proprio attorno al concetto di uomo e alla sua definizione, che già nel nostro presente e sempre più nel futuro affronta e affronterà necessariamente una crisi.

Storie per tutti i gusti

Trattandosi di un’antologia di storie autoconclusive LD&R può permettersi il lusso di saltare da un genere all’altro, sperimentando e giocando con le loro caratteristiche, fondendoli tra loro, creando spesso e volentieri interessanti twist. Si passa dall’horror al comico, dal thriller all’action, dal fantasy al drammatico. Gli episodi sono molto diversi tra loro anche nel tono: alcuni meno ambiziosi di altri si limitano a raccontare brevi storie ben confezionate, talvolta bizzarre e scanzonate, talvolta ricche d’azione dal primo all’ultimo secondo. Altri rendono marginale la narrazione per immergere completamente lo spettatore nella bellezza e nella potenza delle immagini, altri ancora si caricano di valore filosofico, inducendo, in una manciata di minuti, a profondi interrogativi e riflessioni. Certo l’apprezzamento dell’uno o dell’altro episodio è fortemente soggettivo, ma si può dire con certezza che LD&R offra qualcosa per tutti i gusti.