Double Action Hero: il ritorno degli stuntmen

Double Action Hero: il ritorno degli stuntmen

di Gabriele Niola

Dalle epiche scene d’azione di The Raid a Tom Cruise che si reinventa come stuntman d’eccezione. Le controfigure sembravano scomparse, sostituite dal computer, e invece…

Lo stunt più pericoloso di sempre lo ha fatto davanti a pesantissime macchine da presa Yakima Canutt nel 1939 per il film Zorro. Canutt è considerato il più grande stuntman del cinema, attivo negli anni in cui Hollywood sfornava western e film d’avventura a getto continuo, e in Zorro fa un numero diventato iconico: salta dal suo cavallo in mezzo ai quattro cavalli di una diligenza (in corsa, ovviamente), poi, sempre in corsa, scende giù in mezzo agli zoccoli dei cavalli, si lascia andare cadendo sdraiato a terra e quindi facendosi passare sopra da tutta la diligenza (evitando di essere schiacciato) e alla fine, quando è quasi tutta passata, si aggrappa al volo al retro facendosi trascinare per poi risalire in cima da dietro. È così iconico che Spielberg l’ha fatto fare dalla controfigura di Harrison Ford in I predatori dell’arca perduta con un camion al posto della diligenza.
Gli stuntmen sono stati per tutta la storia del cinema la parte più incredibile dei film, hanno raggiunto livelli di complessità altissimi nei film di 007 (in L’uomo con la pistola d’oro James Bond salta in auto su un ponte storto, avvitandosi in aria e ricadendo sulle ruote, ed è tutto vero, fu fatto sul serio da un professionista) e solo verso fine anni 90 è sembrato fossero al tramonto, sostituiti dalla computer grafica. Per 20 anni era rimasto quasi solo Jackie Chan (almeno in Occidente) a tenere alta la bandiera del fare qualcosa sul set che potesse davvero stupire. Ad oggi i grandi film, come quelli Marvel o Fast & Furious, fanno un uso parco delle controfigure, perché tutte le scene pericolose sono così fantasiose da necessitare di avatar computerizzati. Ma come sempre, quando arriva una riforma c’è la controriforma.


Una scena del film The Raid – Redemption.

Nel 2011 un gallese, Gareth Evans, andò in Indonesia a inventare il film di arti marziali del futuro, fondendo la tradizione dell’action movie asiatico (in cui le controfigure sono il triplo più importanti che in occidente) con il B movie all’americana. Nacque così The Raid – Redemption. John Wick, Atomica Bionda, Bullet Train, ma anche Mad Max: Fury Road e tantissimi altri film degli ultimi anni sono figli di The Raid e delle azioni spettacolari realizzate dal vero davanti all’obiettivo in quel film. E gli stuntmen sono tornati. Lo stesso Tom Cruise l’aveva intuito lungo gli anni 2000 e sempre di più ha ritagliato per sé stesso un’immagine di attore che realizza da solo le scene più spettacolari dei suoi film.
Il risultato è che, esclusi i filmoni di fantasia, gli stuntmen oggi sono ovunque, anche in generi e in storie che una volta non li avrebbero mai previsti. Anche un film per ragazze di Disney+ come The Princess oggi imita The Raid, è cioè una lunga sequenza di arti marziali con una trama intorno, tutte realizzate davvero dalla protagonista (con una controfigura nelle scene più assurde) e messa in scena senza appoggiarsi a personaggi digitali. Anche Polite Society, uscito a giugno in sala, è una storia in stile Jane Austen ambientata nella Londra di oggi ma letta con la lente delle arti marziali e del cinema d’azione. Il cinema si è rinnamorato degli stuntmen.