La fotografia come atto globale

Fino al 17 aprile 2017 la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo espone la prima grande mostra antologica di Mario Cresci, indiscusso maestro della fotografia e del graphic design contemporaneo.

La mostra offre una panoramica completa della poetica dell’artista, dalle origini del suo lavoro fino a oggi.

L’artista utilizza il linguaggio della fotografia per approfondire aspetti legati alla memoria, alla percezione, alle analogie, in un’analisi che diventa un invito a confrontarsi con la realtà.

Le sue opere sono caratterizzate da una grande libertà di sperimentazione, vede intrecciarsi molti elementi: l’analisi della percezione visiva, la fotografia, il graphic design, il disegno, l’indagine antropologica, lo studio del paesaggio, i luoghi dell’arte, l’installazione e la ripresa video.

Il percorso espositivo è articolato in dodici sezioni e mette in risalto le analogie formali, le correlazioni concettuali fra le diverse opere, il continuo scambio tra l’arte, la grafica e la fotografia.

Il linguaggio fotografico di Cresci è in costante dialogo con la più aggiornata ricerca artistica. La scelta del titolo della mostra, “La fotografia del no”, si rifà al libro di Goffredo Fofi “Il cinema del no. Visioni anarchiche della vita e della società”, che parla della fotografia intesa come mezzo privilegiato, ma non unico, per le scelte di vita e di relazione con gli altri. La fotografia, sostiene Cresci, è un “atto globale, non circoscrivibile al singolo scatto”, che si contamina continuamente nella ricerca di un dialogo con le giovani generazioni.