

ICON wrapped: i migliori album musicali del 2024
Da Kendrick Lamar a Taylor Swift: ecco quali sono gli album musicali che più hanno riscosso successo e fatto parlare in questo 2024.
Il 2024 è stato un anno ricco e al tempo stesso tumultuoso per la musica internazionale. Ma è arrivato il momento di tirare le somme e capire quali sono gli album cult per cui sarà ricordato. Senza troppi indugi vediamo dunque le voci che hanno segnato questo ultimo anno, gli album che ci hanno fatto ballare, piangere e pensare, e le storie che hanno reso il 2024 indimenticabile per la musica.
Charli XCX – Brat
Con Brat, Charli XCX non si è limitata a pubblicare un album; ha creato un vero e proprio fenomeno di costume. Trascendendo completamente la musica. Basti solamente pensare al viralissimo meme che ha segnato l’estate 2024, anche detta Brat Summer. O a tutti i trend che ne sono derivati sui social. L’album in sé è invece un manifesto di ribellione emotiva e creativa, che spinge i confini del pop verso nuovi territori. Con il titolo provocatorio, Charli trasforma l’immagine della “ragazzaccia” in un simbolo di sfida contro le aspettative della società, dell’industria musicale e persino di sé stessa. Ogni traccia pulsa di energia, alternando euforia elettronica a momenti di malinconica introspezione, mentre la produzione fonde glitch, beat ipnotici e sintetizzatori distorti con melodie irresistibili.

Kendrick Lamar – GNX
GNX di Kendrick Lamar è stato un bellissimo fulmine a ciel sereno di questo. Sì perché è stato lanciato a sorpresa, senza grandi pubblicità o strategie di marketing, cosa che solo i veri king del rap possono permettersi. Va detto però che l’hype era già abbastanza alto, spinto sopratutto dal dissing con Drake che, per giorni e giorni, ci ha tenuti tutti attaccati allo schermo aspettando i vari botta e risposta a suon di rime. GNX è un prodotto di ottima fattira che rivede i confini del rap e della narrazione musicale. Tra beat ipnotici, influenze jazz e glitch elettronici, l’album intreccia introspezione e critica sociale in un dialogo interiore che affronta temi come il senso di colpa, la redenzione e l’identità. Così facendo, Lamar conferma il suo ruolo di poeta della contemporaneità e architetto del rap.

Taylor Swift – The Tortured Poets Department
Mai come quest’anno abbiamo sentito parlare così tanto di Taylor Swift. Probabilmente è proprio lei il più grande fenomeno del 2024 che ha mosso centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo per il suo The Eras Tour. C’è chi ha parlato di isteria generale e chi di fanatismo, ma la verità è una sola: Swift può piacere o non piacere ma per battere ogni record e smuovere le masse del talento dovrà pur averlo no? La critica ha accolto positivamente The Tortured Poets Department, sottolineando la maturità artistica di Swift e la sua abilità nel creare mondi attorno alle sue storie d’amore in chiave dream pop.

Tyler, The Creator – Chromakopia
Chromakopia è il settimo un album in studio di Tyler, The Creator. Un lavoro che testimonia l’evoluzione artistica e personale del rapper losangelino e che esplora temi profondamente personali, affrontando le sue paure legate all’invecchiamento, le dinamiche familiari e le complessità della fama. Musicalmente, non ha deluso le aspettative. Chromakopia è un vortice sonoro che fonde elementi di jazz, gospel e influenze zambiane, creando un paesaggio auditivo ricco e variegato. Chromakopia funziona sotto tutti i punti di vista, dalla ricerca e sperimentazione dei suoni abbinati a testi che svelano l’intimità dell’autore; un album totalizzante, diverso dai precedenti teso ad accattivare l’ascoltatore con partiture mai scontate.

The Cure – Song of a lost World
Con Song of a lost World i The Cure sono riusciti in un’impresa non da poco: tornare dopo un buco temporale di ben 16 anni senza neanche una grinza. Nessun malcontento e nessuna delusione da parte dei fan e delle nuove generazioni. E se ti stai chiedendo come hanno fatto la risposta è semplice: rimanendo fedeli a loro stessi. Non hanno cercato di reinventarsi o di proporre qualcosa di nuovo che si discostasse dalla loro essenza, e va benissimo così. Anzi, è stato proprio questo – come succede con le band storiche – la loro vera forza. L’album si compone di otto tracce che, con un approccio orchestrale e una produzione raffinata, richiamano l’atmosfera malinconica tipica dei lavori più acclamati del gruppo, come Disintegration.

Beyoncé – Cowboy Carter
Quando Beyoncé pubblica un album, è quasi scontato che diventi virale. Anche se non è il tuo genere, è impossibile ignorarlo: tutti ne parlano, e alla fine chiunque abbia uno smartphone finisce per ascoltare almeno una delle sue canzoni, volente o nolente. Fenomeno verificatosi anche con Cowboy Carter. Pubblicato nel marzo 2024, questo lavoro rappresenta il secondo capitolo di una trilogia iniziata con Renaissance nel 2022. Ma non fatevi ingannare dal titolo che può magari suggerire un’immersione nel genere country, perché in realtà Cowboy Carter trascende le tradizionali classificazioni musicali. Beyoncé fonde elementi di country, gospel, cantautorato, rap, zydeco e folk, creando un mosaico sonoro che riflette le sue radici culturali e geografiche. E, importantissimo, senza mai snaturarsi.

Sabrina Carpenter – Short n’ Sweet
Sabrina Carpenter è stata la vera rivelazione pop del 2024. È passata in men che non si dica da una cantante che in pochi conoscevano (soprattutto fuori dagli States) ad essere la nuova promessa del pop a stelle e strisce. E Short n’ Sweet è stato il vero simbolo di questo cambiamento. L’album rappresenta una svolta nella carriera di Sabrina Carpenter, sancendo una volta per tutte la sua transizione da ex stella Disney a popstar matura e sexy. Ma sempre piccola e dolce (proprio come il titolo dell’opera). A spingere l’intero lavoro è stato senza dubbio il singolo principale, “Espresso”; che ha ottenuto un successo straordinario, dominando le classifiche estive, i social media e accumulando oltre 268 milioni di visualizzazioni per il suo videoclip.

Nick Cave & The Bad Seeds – Wild God
Wild God rappresenta un’opera di rinascita spirituale e artistica per la band australiana, riaffermando il loro posto come maestri della narrazione musicale. Pubblicato nel 2024, il diciottesimo album in studio di Nick Cave e i suoi Bad Seeds è una celebrazione della capacità umana di ritrovare significato anche nei momenti più oscuri. Se i precedenti lavori, come Ghosteen, erano intrisi di dolore e lutto, Wild God introduce una luce rivelatrice, un senso di speranza che emerge senza tradire la loro caratteristica profondità emotiva. Musicalmente, l’album si distingue per la fusione di suoni orchestrali, corali e le texture elettroniche di Warren Ellis, il collaboratore di lunga data di Cave. Le composizioni sono ampie e cinematiche, ma non mancano momenti più intimi e minimali che mettono in risalto la voce carismatica e l’intensità interpretativa di Cave.

Hit me hard and soft, Billie Eilish
Billie Eilish è ormai una sicurezza. La speranza per la musica pop; un pop profondo, a tratti alternativo, mai banale e di qualità. E non da meno, una musica in grado di dialogare con le generazioni più giovani. Hit me hard and soft è un disco viscerale, che colpisce per la sua capacità di fondere elementi di pop elettronico gotico con tematiche profonde e personali, affrontando argomenti come la solitudine, la paura del futuro, la depressione e le sfide della fama. Temi che si riflettono nelle melodie, curate insieme al fratello Finneas, fatte da cambiamenti improvvisi di tempo e stile, che amplificano l’impatto emotivo dei brani.
