Il classico in mostra a Milano, 3 esposizioni (più una) da vedere assolutamente

Il classico in mostra a Milano, 3 esposizioni (più una) da vedere assolutamente

di Digital Team

El Greco, Giorgio Morandi e Francisco Goya sono i protagonisti del ricco calendario espositivo di Palazzo Reale a Milano. Mentre al Poldi Pezzoli vanno in scena le porcellane d’arte di Ginori


El Greco, San Martino e il mendicante

Il classico (è tautologico) non passa mai di moda. Magari si fa finta di non ricordarsene, e si guarda solo all’oggi che più contemporaneo non si può. Poi, alla fine, i conti con la storia bisogna farli. Vale per tutti i campi, anche per le esposizioni d’arte che proprio in questo autunno presentano un calendario incentrato soprattutto, ma vedremo anche non solo, sui maestri che hanno fatto la storia. In gran spolvero è Milano con un Palazzo Reale diventato una specie di scrigno delle meraviglie, dove l’imbarazzo della scelta non deve distrarre: va visto tutto perché tre mostre in contemporanea che coprono quasi 5oo anni di pittura non si incontrano  spesso. Soprattutto tre personali di rilievo assoluto. Aperta fino all’11/2/24 l’antologica dedicata a Doménikos Theotokópoulos, ma tutti lo conosciamo come El Greco (Creta, 1541 – Toledo, 1614), è l’occasione attraverso un percorso scandito da 41 opere di conoscere un artista che ha operato in contemporanea alla crème dei maestri italiani del 500 (Michelangelo, Parmigianino, Correggio, Tiziano, Tintoretto, i Bassano) di cui ha subito sicuramente l’influenza, senza però esserne limitato, anzi trovando una sua originale versione del Manierismo. Creta, dove nasce come pittore di icone, poi Venezia, Roma, infine Toledo; ecco le tappe della sua vita e della sua ricerca artistica, via via sempre più lontana da mode e correnti, che la mostra allestita al Piano Nobile e divisa per tematiche, ripercorre. Pittura soprattutto religiosa, fuor di dubbio, ma con una originalità nelle figure e nelle composizioni di una modernità quanto mai sorprendente. 


Giorgio Morandi
Natura morta
1939
Olio su tela
Milano, FAI – Fondo per l’ambiente italiano ETS – Collezione Gian Ferrari, Villa Necchi Campiglio © Giorgio Morandi, by SIAE 2023

Ancora al Piano Nobile, ecco la grande antologica Morandi 1890–1964 (fino al 4/2/24), che segue l’ultima remotissima di 30 anni fa. Mostra doverosa ché con Milano il pittore bolognese ebbe sempre un rapporto speciale: la sua galleria di riferimento era infatti Il Milione, i suoi collezionisti si chiamavano ​Vitali, Feroldi, Scheiwiller, Valdameri, De Angeli, Jesi, Jucker, Boschi Di Stefano…Le 120 opere in mostra, suddivise in 34 sezioni, ripercorrono per intero l’attività dell’artista, dagli esordi a inizio 900 con le sue riflessioni su Cézanne, il cubismo e il futurismo, all’adesione personale alla metafisica e, via via, il ritorno al reale e alla tradizione, le continue sperimentazioni e ricerche, fino agli stemperamenti quasi astratti degli ultimi anni. Insomma, una ‘avventura’ che procede in un continuo confrontarsi, nell’assoluta solitudine del suo studio, con quanto accadeva nel mondo  dell’arte, elaborando un linguaggio capace ancora oggi di tradurre le inquietudini della modernità in una pittura sempre dal vero, alla ricerca di quanto astratto c’è nel reale.


Francisco Goya, Autoritratto al cavalletto, ca. 1785-1790

Ancora a Palazzo Reale, dal 31 ottobre 2023 al 3 marzo 2024 la mostra Goya. La ribellione della ragione, sarà un’importante occasione per scoprire l’intero percorso artistico del maestro spagnolo. Quanto Morandi cercava l’astratto nel reale, tanto nelle sue opere di pittura e incisione Goya rispecchia gli sconvolgimenti che da metà 700 ai primi decenni dell’Ottocento hanno ribaltato la storia, le geografia e la società d’Europa e non solo. La fine dell’Antico Regime, l’era dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese, le guerre napoleoniche, la restaurazione assolutista, l’esilio in Francia: tutto questo l’artista non si limitò a rappresentarlo, ma egli stesso sperimentò una rivoluzione della pittura in sintonia con la complessità storica che si trovò a vivere, un cambiamento che espresse attraverso le immagini. Non è per nulla sbagliato considerare Goya il primo pittore moderno (in tutti i sensi): è con lui che la pittura diventa un linguaggio rivoluzionario, che rompe sia con le regole e i sistemi plastici stabiliti sia con l’imitazione dei modelli. I disastri della guerra, l’incubo, i manicomi, le streghe: ecco i temi assolutamente romantici della sua maturità: è una pittura che non imita più, ma è l’espressione intima e irripetibile dell’artista che crea l’arte rivoluzionandola, al tempo stesso, con un linguaggio nuovo.


Gio Ponti, Cista per Fernanda e Ugo Ojetti, 1927

Due passi in Galleria verso Piazza della Scala, poi avanti 100 metri in via Manzoni e siete al Poldi Pezzoli, una delle favolose case-museo che sono tra le gemme del patrimonio artistico di Milano. Al piacere di ammirare le collezioni che ospita in permanenza, si aggiunge ora quello che garantisce Oro Bianco. Tre secoli di porcellane Ginori, la mostra che il Poldi Pezzoli e il Museo Ginori presentano al pubblico dal 25 ottobre 2023 al 19 febbraio 2024.  Divisa in quattro sezioni la mostra segue cronologicamente l’evoluzione e i cambiamenti di stili e soggetti succedutisi nella manifattura di Doccia, dalle riproduzioni in porcellana dei capolavori marmorei fiorentini e romani quali ‘souvenir’ per i turisti del Grand Tour, fino ai capolavori ottocenteschi per concludersi con l’arrivo nel 1923 di Gio Ponti che, nel ruolo di direttore artistico, diede una fondamentale svolta alla allora ormai stanca produzione dell’azienda.