Il MoMA PS1 ospita Greater New York

Il MoMA PS1 ospita Greater New York

di Elena Bordignon

Ad ottobre apre i battenti la mostra quinquennale frutto di un’indagine sugli artisti che lavorano a NYC: un ritratto intimo della metropoli

Non c’è dubbio che New York sia, assieme a poche altre metropoli, la capitale mondiale dell’arte contemporanea: sia per densità di musei e gallerie, ma soprattutto per l’altissimo numero di artisti che gravitano attorno alla città. Il luogo espositivo più ambito per i giovani talenti è il MoMA PS1, una delle più grandi istituzioni d’arte negli Stati Uniti dedicata esclusivamente all’arte contemporanea. Situato a Long Island, un quartiere nel distretto del Queens, è uno spazio che, oltre a un ampio programma espositivo, organizza appuntamenti musicali, presentazioni, rassegne video e molto altro.
Tra gli appuntamenti più attesi, Greater New York, la mostra quinquennale frutto di un’indagine sugli artisti che lavorano a New York City. Avviata nel 2000, l’anno scorso doveva aprire i battenti con la sua quinta edizione ma, causa pandemia, l’apertura è stata posticipata al 7 ottobre e proseguirà fino ad aprile 2022. La mostra di quest’anno è presentata come un ritratto intimo di NY dove storie e vissuti diversi si intrecciano grazie alla produzione artistica di 47 tra artisti e collettivi. A differenza delle edizioni passate, quest’anno si è dato ampio spazio ad artisti non più giovanissimi, proprio per creare un dialogo più autentico e sincero tra generazioni diverse. Le opere sono state scelte per aprire i confini storici e geografici dei luoghi, privilegiando le narrazioni dei luoghi di provenienza dell’artista fusi con gli echi di una grande metropoli come NY. Da opere dal taglio documentaristico e archivistico a quelle più vicine al surrealismo e alle favole contemporanee, la mostra si presenta come una esaustiva panoramica che raccoglie le esperienze sociali e personali di appartenenza e alienazione.

‘Dopo quello che potrebbe essere descritto come un anno di trasformazione senza compromessi a livello sociale, politico e personale, continuiamo a trovarci in un momento di forte transizione a New York’, ha affermato la direttrice di PS1 Kate Fowle. “Questa edizione di Greater New York è una mostra forte e intensa che mette in primo piano la resilienza della città, mentre incanala il nostro bisogno collettivo di riconnettersi e riflettere”.Continua la curatrice che lavora al PS1, Ruba Katrib:“La mostra mette in evidenza gli artisti che hanno lavorato con costanza a New York, in alcuni casi per molti decenni e spesso senza riconoscimento, contribuendo a una comprensione più diversificata e complessa dell’incredibile gamma di artisti che danno vita creativa alla città”.L’artista più giovane in mostra, Kristi Cavataro, non ha ancora 30 anni, ed espone assieme ad altri che, invece, hanno decenni di esperienza espositiva alle spalle, ma non hanno mai avuto la visibilità che meriterebbero. In mostra troviamo maestri come Ahmed Morsi, proveniente dalla scena artistica egiziana della metà del XX secolo, così come il fotografo Hiram Maristany, che iniziò a fotografare i quartieri di Harlem  negli anni ’60, e il pittore giapponese E’wao Kagoshima, giunto a NY a metà degli anni ’70 e inseritosi nell’effervescente scena artistica dell’East Village. Non mancano figure eccentriche come la fotografa Bettina Grossman – che visse per decenni al Chelsea Hotel – e Regina Vater, un’artista visiva americana di origine brasiliana nota per le sue opere d’arte ispirate alle mitologie brasiliane e afro-brasiliane.  Accanto a questi artisti affermati, una lunga lista di giovani artisti in ascesa, tra cui Hadi Fallahpisheh, Emilie Louise Gossiaux, Doreen Garner, Sean-Kierre Lyons, Carolyn Lazard, Diane Severin Nguyen e Kayode Ojo.