Una mostra a Francoforte illustra il ruolo del magazine erotico nella diffusione dell’architettura d’avanguardia dal 1953 al 1979

Può sembrare secondario quando si parla di Playboy, eppure il magazine americano ha avuto, dagli anni 50 agli anni 70, un ruolo fondamentale nella diffusione dell’architettura d’avanguardia e del design innovativo presso il largo pubblico. Il museo dell’architettura di Francoforte dedica ora una mostra a questo tema, dal 15 febbraio al 20 aprile, con edizioni d’epoca, modelli architettonici, mobili e oggetti di design.

Dalla prima uscita nel 1953 fino al 1979, Playboy ha infatti dedicato spazio anche a temi di politica, letteratura, musica, arte e architettura, mostrando un atteggiamento estremamente progressista. Accanto alle fotografie erotiche si trovano interviste con architetti come Frank Lloyd Wright e Mies van der Rohe, contributi sulla teoria dell’architettura, disegni dell’appartamento ideale per l’uomo emancipato e moderno, mentre le playmate posano su sedie di Charles Eames, Eero Saarinen o Harry Bertoia.

Dopo il ’79 la concorrenza di altri magazine erotici come Hustler e Penthouse ha fatto, purtroppo, scomparire l’architettura e il design dal magazine per concentrarsi sull’erotismo. Ma fino ad allora, Playboy ha contribuito a creare un ideale di uomo alla James Bond, che anche attraverso il suo senso estetico afferma la propria emancipazione e indipendenza – per quanto a spese dell’ideale della donna.

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