Una mostra a Francoforte illustra il ruolo del magazine erotico nella diffusione dell’architettura d’avanguardia dal 1953 al 1979
1 / 16
"Bunny’s Honey’s" su B.K.F Hardoy Butterfly Chair di Jorge Ferrari-Hardoy, del 1938, Grupo Austral. Playboy, dicembre 1958
2 / 16
Miss November su B.K.F Hardoy Butterfly Chair di Jorge Ferrari-Hardoy, Grupo Austral. Playboy, Novembre 1954
3 / 16
Tulip Chair per Knoll International, 1956, di Eero Saarinen. "Playboy’s Playmate of the Month", Playboy, dicembre 1964
4 / 16
Bunny Chair di Playboy, 1971. Playboy, Ottobre 1971
5 / 16
Malitte Chair su Playboy di febbraio 1973, pag. 113
6 / 16
Un appartamento Playboy in "The Bubble House: A Rising Market", Architetti Chrysalis (Mike Davies, Chris Dawson e Alan Stanton). Playboy, aprile 1972
7 / 16
"The Bubble House: A Rising Market", Architetti Chrysalis (Mike Davies, Chris Dawson e Alan Stanton). Playboy, aprile 1972
8 / 16
Appartamento Playboy, "Pleasure on the Rocks", Architetto John Lautner, Playboy, Novembre 1971, pag. 154
9 / 16
Buckminster Fuller, "City of the Future", Playboy, gennaio 1968, pag. 166-167
10 / 16
"High life in the round", architetto John Koppes, Playboy, ottobre 1968
11 / 16
Appartamento Playboy, "Pleasure on the Rocks", Architetto John Lautner, Playboy, Novembre 1971, pag. 154
12 / 16
La penthouse del Playboy, Designer: James E. Tucker, Playboy, settembre 1956
13 / 16
Il percorso del Playboy, Playboy, maggio 1954
14 / 16
La Master Bedroom della Playboy Townhouse, architetto: R. Donald Jaye, Disegno: Humen Tan, Playboy, maggio 1962
15 / 16
Sala da pranzo della Playboy Townhouse. Architetto: R. Donald Jaye, Disegno: Humen Tan. Playboy, Mggioi, 1962, pag. 88
16 / 16
George Nelson, Edward Wormley, Eero Saarinen, Harry Bertoia, Charles Eames, Jens Risom su Playboy di luglio 1961
Può sembrare secondario quando si parla di Playboy, eppure il magazine americano ha avuto, dagli anni 50 agli anni 70, un ruolo fondamentale nella diffusione dell’architettura d’avanguardia e del design innovativo presso il largo pubblico. Il museo dell’architettura di Francoforte dedica ora una mostra a questo tema, dal 15 febbraio al 20 aprile, con edizioni d’epoca, modelli architettonici, mobili e oggetti di design.
Dalla prima uscita nel 1953 fino al 1979, Playboy ha infatti dedicato spazio anche a temi di politica, letteratura, musica, arte e architettura, mostrando un atteggiamento estremamente progressista. Accanto alle fotografie erotiche si trovano interviste con architetti come Frank Lloyd Wright e Mies van der Rohe, contributi sulla teoria dell’architettura, disegni dell’appartamento ideale per l’uomo emancipato e moderno, mentre le playmate posano su sedie di Charles Eames, Eero Saarinen o Harry Bertoia.
Dopo il ’79 la concorrenza di altri magazine erotici come Hustler e Penthouse ha fatto, purtroppo, scomparire l’architettura e il design dal magazine per concentrarsi sull’erotismo. Ma fino ad allora, Playboy ha contribuito a creare un ideale di uomo alla James Bond, che anche attraverso il suo senso estetico afferma la propria emancipazione e indipendenza – per quanto a spese dell’ideale della donna.