The Kid Laroi, anche i rapper crescono
Dal couch surfing a Sydney alle collaborazioni con Justin Bieber e Miley Cyrus. Il ragazzino dell’hip hop ha avuto un’ascesa incredibile. E continua a forgiare hit
Elton John aveva ragione quando pochi anni fa gli disse: «Diventerai uno dei più grandi artisti al mondo». Affastellando miliardi su miliardi di streaming, più qualche nomination a Grammy e American Music Awards, The Kid Laroi ha rapidamente compiuto il vaticinio. E, sotto l’ala di un amico come Justin Bieber, è ormai grande. E in alto.
Da un sobborgo di Sydney alle vette della musica, senza dimenticare le sue origini con quel “Laroi” che omaggia i Kamilaroi, popolo aborigeno australiano da cui discende. Uno scalatore dell’hip hop.
Dal couch surfing alla vetta di Billboard
22 anni appena compiuti, Charlton è il vero nome di The Kid Laroi, Charlton Howard. Oggi hitmaker per professione, Billboard l’ha da poco eletto miglior artista maschile nato nel XXI secolo. Paroliere abile, nel suo hip hop fonde emo rap e alternative rock, con un sound particolare e ritornelli orecchiabili che si attaccano addosso.
Il cantante ora abita a Los Angeles, in una sua villa in stile normanno francese a Encino, e ha come amici Justin Bieber e Post Malone. Ma una manciata di anni fa insieme a sua madre faceva couch surfing a Sydney, da un divano all’altro a casa di amici, vivendo in condizioni al limite. Figlio di genitori separati, ha vissuto un’infanzia precaria, con la madre che vendeva droga per tirare avanti.
Nel testo della canzone Pikachu del 2020, la sua storia e la sua rivincita: “I pull up, in a yellow Lambo’ like Pikachu” (“Arrivo, in una Lambo gialla come Pikachu”), e poi “This year I bought my mom a house, who would’ve knew that I would” (“Quest’anno ho comprato una casa a mia madre, chi l’avrebbe mai pensato”).
A sua madre deve le origini aborigene, che lui fieramente porta nel nome d’arte e con sé, losangelino che si sente ambasciatore d’Australia.
Quando era bambino lo zio sostituì la figura del padre e lo spronava a continuare a rappare. E quando il piccolo Charlton gli diceva che da grande voleva essere come lui, quegli gli rispondeva: «Se diventerai come me, ne sarò deluso». Nel 2015 fu assassinato.
Quando il successo aveva iniziato a rendergli più leggera la vita, con i singoli Let her go e Diva, il ragazzino rapper The Kid Laroi disse: «È stata una vita interessante. Mi sento come se avessi 40 anni a 16 anni».

La morte di Juice Wrld sotto gli occhi
The Kid Laroi ha iniziato registrando versi sul telefonino di sua madre e caricandoli poi su SoundCloud. Ha fatto anche parte di un duo con dj Marcus Jr.
In uno studio di registrazione di Sydney la prima spallata verso la fama: è stato notato da Khaled Rohaim, produttore che oggi ha all’attivo hit per Rihanna e Ariana Grande, che rimase commosso dal suo talento e dalla sua difficile situazione abitativa.
Nel 2018 l’altro colpo che sa di svolta: è scelto come artista d’apertura del tour in Australia di Juice Wrld, che divenne per lui una sorta di mentore. Quando nel dicembre 2019 il rapper emo ebbe un attacco epilettico per overdose all’aeroporto di Chicago, The Kid Laroi era lì, l’ha visto morire sotto i suoi occhi, come raccontò poi nel documentario Juice Wrld: Into the Abyss.
In quel periodo stava lavorando al suo mixtape di debutto. F*ck Love uscì a luglio 2020: il dolore del suo passato gorgoglia nei vari brani senza pudori. In Go risuona ancora la voce di Juice Wrld. Without you è diventata una hit mondiale.
The Kid Laroi piace anche perché parla di problemi di salute mentale senza maschere. E, diciamocelo, ha saputo muoversi con scaltrezza incredibile sui social e nelle collab. Il singolo Addison Rae, che cita frontalmente la regina di TikTok, è diventato un’esplosione virale.
Without you è stata rivisitata con niente meno che Miley Cyrus. Nel 2021 un’altra collaborazione da capogiro: il singolo Stay, featuring Justin Bieber, è diventato un volano incredibile. È stato il secondo brano più venduto a livello globale nel corso dell’anno.
The Kid Laroi è sempre cresciuto in fretta
È stata un’ascesa esplosiva. The Kid Laroi ha trascorso 17 settimane in cima alla classifica Billboard Hot 100 con il singolo Stay. In Bieber ha trovato un nuovo mentore: «Non ha alcun ego quando si tratta di supportarmi», ha detto il cantante australiano. «Non tutti sono come lui. È molto generoso e vuole offrire tutto ciò che ha per aiutarmi». Non è mica così scontato centrare l’ammirazione e la benevolenza della superstar canadese.
Nel 2022 The Kid Laroi ha collaborato anche alla canzone Wasting angels di Post Malone. Fino al primo album in studio nel 2023, The first time, che, anche se ha ricevuto recensioni contrastanti, ha fatto collezione di dischi d’oro e di platino. Il ragazzino del rap ha saputo crescere in fretta, coniugando una spavalderia da Gen Z alla profondità di sguardo nel raccontare le sue angosce.
E anche qui, il tocco portafortuna di Bieber in Too much, che include anche la partecipazione di Jungkook, il cantante della boy band sudcoreana BTS, e il rapper britannico Central Cee. Non male!
Come recita un brano dell’album, e anche il documentario di cui è stato protagonista nel 2024, Kids are growing up, i bambini stanno crescendo. Laroi è dovuto crescere sempre in fretta. E l’ha fatto.
Tra un singolo lanciato e l’altro, ha appena pubblicato Hot girl problems, che esce proprio quando la sua storia con Tate McRae sembra in bufera. Con strofe dure punge l’“hot girl” che “Vive a Los Angeles, Miami e New York / Perché il suo telefono è l’unico posto in cui lavora / Non crederle, è colpa tua se ti fai male” (“She live in L.A., Miami and New York / ‘Cause her phone is the only place she work / Don’t believe her, it’s on you if you get hurt).
L’amore sbatte contro l’apparenza luccicante di chi è interessato solo a scattarsi foto per i fan. I sentimenti non valgono quanto borse e diamanti. Impietoso, l’ex Kid inquadra il fenomeno di chi vive nel mondo parallelo dei social.
La penna di Laroi è sempre più matura: infilza e intanto scava.