3 bistrot degli chef stellati tra Roma, Venezia e Alba
Lele (Daniele) Usai

3 bistrot degli chef stellati tra Roma, Venezia e Alba

di Penelope Vaglini

Menu accessibili e ambienti rilassati dove il servizio è attento, ma informale. Provare i piatti degli chef che hanno conquistato almeno una Stella Michelin, è diventato più semplice grazie alle Osterie e Bistrot d’autore sparsi per la nostra penisola

Dal Tevere che si getta nel mare, alla Laguna di Venezia, per poi arrivare nelle Langhe, ecco tre indirizzi ideali per gli appassionati gourmet che hanno voglia di provare i piatti “democratici” degli chef più importanti del panorama gastronomico italiano. Appena sarà possibile, l’imperativo è sedersi alla tavola di Lele Usai, dei fratelli Alajmo ed Enrico Crippa, tra Roma, Venezia e Alba.

QuarantunoDodici

Gli amanti della nautica che si trovano a Roma, sanno che esiste un indirizzo a loro dedicato, nel luogo esatto dove il Tevere incontra il mare. 41-12 sono le coordinate del Nautilus Marina di Fiumicino e dell’omonimo QuarantunoDodici, bistrot del ristorante stellato Il Tino, guidato dallo chef Lele Usai. Qui, in una struttura luminosa e ampia, racchiusa da grandi vetrate che permettono alla luce naturale di penetrare all’interno della sala, prendono vita piatti di mare con ingredienti freschissimi e stagionali. Tra oblò, cime e carte navali che decorano i tavoli, QuarantunoDodici è un bistrot dal sapore contemporaneo, colorato e accogliente, dove rilassarsi a colazione, godersi un pranzo di lavoro all’aperto, oppure una cena a lume di candela con vista sul lungofiume.

La carta è un’interpretazione pop dei piatti del ristorante gourmet Il Tino, dove la filosofia di Lele Usai è già evidente nella scelta di prodotti ittici poco conosciuti, ma gustosi e nutrienti, che impattano positivamente sull’ecosistema e l’economia locale, grazie alla loro filiera breve. Da provare la Minestra di triglia, riso integrale e spinaci, le Linguine al ragù di moscardini e l’Ombrina al salmoriglio e misticanza aromatica di campo. Inoltre, per il pranzo, si alternano proposte settimanali fresche e veraci chiamate “piatti dell’equipaggio”, che rispecchiano appieno l’idea di cucina di Lele Usai e del suo QuarantunoDodici.

Hostaria in Certosa

Chi è in cerca di un’oasi verde a due passi dall’acqua, troverà la sua meta ideale nella Laguna di Venezia. Più precisamente alla Certosa, l’isola tra l’Arsenale e il Lido che, grazie al programma di rigenerazione a cura della società Vento di Venezia, sta pian piano diventando un parco naturale attrezzato. Luogo ideale per le passeggiate nel verde grazie ai suoi scorci mozzafiato, è stato scelto dagli Alajmo per inaugurare, solamente un anno fa, un pop-up restaurant estivo dallo stile informale. Si chiama Hostaria in Certosa e (decreti anti-covid permettendo) riaprirà a fine aprile con i suoi piatti semplici, custodi delle eccellenze del territorio.

Aperta 7 giorni su 7, dal servizio della colazione fino all’after-dinner, la struttura alterna salottini e aree lounge a un’ampia zona all’aperto – collocata sulla parte terminale del pontile del vaporetto – che consente il ritiro di piatti e cocktail alle barche ormeggiate su stalli dedicati. Tutto, da Hostaria in Certosa, richiama il design nautico, dagli arredi alle divise del personale, fino ai piatti serviti a tavola, ispirati alla laguna e al territorio tanto caro agli Alajmo. Nel menu si trovano infatti i Moscardini all’aglio, olio, limone e prezzemolo con patate bollite e il mitico Scartosso con fritto di calamari, cipolla e fiori di zucchina. Da accompagnare a birre artigianali e miscele ideate da Lucas Kelm, talentuoso bartender del gruppo guidato dal CEO e maître Raffaele (Raf) Alajmo e dal fratello Massimiliano (Max), più giovane chef al mondo ad aver ricevuto le tre stelle Michelin con Le Calandre.

La Piola

Il suo nome significa “osteria di paese” in dialetto piemontese. In effetti, non poteva esserci definizione più calzante per questo locale della famiglia Ceretto incastonato nel centro storico di Alba, affidato allo chef Dennis Panzeri e che gode della supervisione di Enrico Crippa, chef tre stelle Michelin di Piazza Duomo. Qui l’impronta tradizionale è molto forte e rispecchia la cultura gastronomica delle Langhe, patria del tartufo bianco, esprimendo al contempo la sensazione di convivialità e divertimento a tavola tipica di questi luoghi.

Il menu è scritto con un gesso sulla grande lavagna che sovrasta la sala e cambia ogni giorno poiché obbedisce alla disponibilità del mercato e all’influenza delle stagioni. Immancabili il Vitello Tonnato e l’Insalata russa, insieme alla celebre Giardiniera servita in accompagnamento ai salumi locali. Tra i primi spiccano gli Agnolotti del Plin al Sugo d’Arrosto e gli Gnocchi di patate che, per ogni stagione, vengono accompagnati da diverse varietà di tartufo. Tra le portate principali si trova la Tagliata di Fassona servita con ortaggi e insalatina verde, mentre il carrello dei formaggi è sempre ben assortito con le proposte degli affinatori Franco Parola e Beppino Occelli. Infine, ad animare le sale de La Piola, c’è il progetto Piatti d’Artista, grazie al quale nomi come Donald Baechler, John Baldessari, James Brown, Lynn Davis e Gary Hume sono stati chiamati a realizzare 39 opere per colorare i tavoli del ristorante. E come se non bastasse, anche i lampadari portano la firma dell’artista Kiki Smith, per trasmettere in sala l’arte delle ricette tradizionali piemontesi preparate da Dennis Panzeri.