“La cucina è come lo stadio. Unisce tutti”, parole della cuoca Vasiliki Pierrakea che, per la finale dei Mondiali, porta in tavola tre piatti mediterranei

Anche se Italia e Grecia sono tornate a casa, i Mondiali sono ancora tutti da giocare. E da mangiare. Così, aspettando la finale la chef-casalinga Vasiliki Pierrakea originaria di Kalamata e milanese d’adozione, porta a domicilio sapori mediterranei e dall’accento balcanico pensati ad hoc per le partite che restano. ‘Cucinare per me è il piacere di stare insieme intorno a un tavolo che è l’inizio e la fine del viaggio, un girevole fine eterno. Un luogo in cui tutti siamo uguali. Come di fronte al pallone dove non conta chi sei, ci si fonde insieme. La magia rapisce l’anima, sia per il ricco che per il povero. Lo stadio è uno dei posti dove si infrangono le divisioni, gli strati sociali. È una festa e, come il carnevale, un mondo rovesciato’.

Da che cosa è nata la sua passione per la cucina?
Dopo la laurea in economia, un master in Bocconi e un lavoro nell’ambito del management durato quattro anni ho conosciuto Vinicio Capossela. Questa amicizia ha risvegliato in me il bisogno di stare nella sfera del cuore, di fare le cose usando le mani, di ritrovare le mie radici. Mio nonno aveva una trattoria in un monastero arroccato sulle montagne, nel Peloponneso, vicino a Kalamata dove sono nata. Il locale si chiamava La Rondine Ubriaca. Quando sono arrivata in Italia volevo far perdere qualche chilo al mio fidanzato e la dieta ha coinciso con il trovare un metodo personale di cucinare sano.
E ho realizzato che la cucina è l’unico posto dove mi sento davvero felice. Oggi non mi dedico solo ai fornelli ma anche alla letteratura e ai racconti culinari che mi permettono di stare in contatto con la mia terra. Attraverso le ricette ‘rubo’ le vite e le idee di altre persone che porto nella cucina, tra i fornelli, fino al palato. Per questo ho creato Vasiliki Kouzina. Per ritornare sotto le ali della mia terra e far diventare la fantasia archetipo. Per rimanere una ladra di un inconscio estraneo.

Qual è la sua specialità?
Zuppa di pollo con uova e limone, un piatto che a casa mia viene cucinato la domenica. E il polpo al miele con il vino rosso, delizioso.

Progetti prossimi futuri?
Voglio portare la mia cucina fuori dalle mura di casa creandone una grande tutta mia. Per la fine dell’anno aprirò un “delicatessen” con cucina greca rivista e rivisitata.

Cosa propone come piatti ideali per godersi le ultime partite?
Ne ho ben tre. La moussaka, di origine balcanica, con melanzane al forno, patate fritte, ragù e besciamelle leggera di yogurt e cannella. Le donne di Smirne pensavano che la cannella facesse dire ciò che non si ha il coraggio di rivelare. È una spezia che tira fuori la passione e l’istinto come il calcio. E poi la melanzana è una pianta pazza. Per tanti anni, in passato, si è ritenuto che il suo consumo eccessivo avrebbe potuto condurre alla pazzia. Mangiare moussaka conferma il consiglio di mio nonno, ossia che bisogna buttarsi in tutto, basta sapere come e quando uscirne. Siamo prigionieri della follia delle melanzane.

La seconda ricetta?
In Grecia il souvlaki è un classico durante la partita. Veloce, gustoso, a base di maiale tira fuori la nostra parte animale. Questo piatto vuole un attacco aggressivo. Un morso dovrebbe contenere tutti i sapori. Ma il segreto sta nel pane. Devi trattarlo come una donna, cuocerlo solo da una parte, quella esterna. Finché diventa dura e croccante. L’altra parte, quella interna, non si tocca ma si innaffia con i succhi della carne. Piatto buono e primitivo, basta mangiarlo e si risveglia la tigre selvaggia che si nasconde dentro di noi.

L’ultimo piatto?
È il llapingachos, ossia fritelle di patate ripiene con formaggio, che proviene dall’Ecuador. Fritto di cipolle unito alle patate bollite e schiacciate a purea. Al centro metto piccoli dadini di Feta e poi formo con il composto una tortilla. La patata non è soltanto l’ingrediente principale ma anche il nostro contatto con la terra. La si può accompagnare con della salsa di pistacchio e uova fritte. Ideale da addentare durante la partita.