Simbolo portafortuna della squadra-corse di ieri, oggi sale su Giulietta, MiTo e strizza l’occhio alla prossima 4C

Il mitico Quadrifoglio Verde Alfa Romeo torna alla ribalta: sale su Giulietta e MiTo, nelle speciali versioni completamente rinnovate e votate alla sportività con tanto di cambio robotizzato e doppia frizione. Ma non si ferma qui.

Se questi due modelli sono la novità più fresca dell’automobile made in Italy per l’estate 2014, le prestazioni della cura ‘quadrifoglio’ fanno correre la memoria degli alfisti di ieri alle icone di un passato glorioso. Un passato che oggi punta a conquistare una audience giovane e scapigliata, conquistandola per la concretezza delle dinamiche di guida e per quella miscela unica di fascino artiginale e tenacia corsaiola che fanno amare in tutto il mondo le Alfa Romeo.

Per chi non si accontenta, in autunno arriverà anche la versione Quadrifoglio Verde di Alfa 4C. Pare che Alfa stia lavorando a una versione da 300 cavalli, contro gli attuali 240 del motore 1.750cc abbinato al cambio Tct (doppia frizione), cui si sommano modifiche all’assetto e ai freni per contenerne l’esuberanza. Sono invece 170 i cavalli del MultiAir turbo di Giulietta e MiTo; 170 i cavalli, con prestazioni di accelerazione in 6,6 secondi grazie al launch control e velocità massima di 240 orari. Prestazioni sportive, in puro spirito Quadrifoglio Verde.

Un’icona, quest’ultima, che sale a bordo di Alfa Romeo già nel 1923 quando il pilota Ugo Sivocci decise di correre la Targa Florio con il simbolo dipinto sul cofano. L’affermazione fu tanto netta che gli altri piloti della squadra Alfa Romeo –  fra i quali Enzo Ferrari, Antonio Ascari e Giulio Ramponi – decisero di adottarlo per tutte le altre gare. Da questo momento il Quadrifoglio Verde diventa il simbolo delle Alfa Romeo da corsa, dei bolidi di Nino Farina e Juan Manuel Fangio, finché viene declinato anche su particolari modelli di produzione in serie. Giulia e Ti Super, Gta e 33, fino alle attuali portacolori Giulietta, MiTo e (presto) 4C.