La moto su misura è come un abito sartoriale: dalle scrambler alle café racer, 5 stili del momento per dare nuova vita alla due ruote

La moto è come un abito di alta sartoria: deve essere “su misura”, adattarsi perfettamente al corpo di chi guida, rispecchiarne carattere e stile di vita. Una moto custom è il risultato di una straordinaria opera di artigianato che trasforma una vecchia motocicletta in un moderno gioiello di stile.

Dario Mastroianni, proprietario delle Officine Mermaid – tempio dell’old school custom in via Tahon de Revel a Milano – e ideatore del primo motoquartiere d’Europa nel quartiere milanese Isola, ci svela i segreti del custom, una cultura che nasce con gli harleysti nel 1903 e che oggi spopola tra gli appassionati delle due ruote.

Regola numero uno: ‘Togli tutto ciò che non serve’, la moto deve restare nuda.

Regola numero due: ‘Scegli il tuo stile’. Ecco i più famosi.

– La scrambler è la moto di Steve McQueen ne La Grande Fuga: ha gomme da fuoristrada-strada, manubrio con traversino e si guida in modo naturale, con una postura comoda. Una moto, un mito.

– La bobber è una moto ‘spanciata, bassa, ben piantata a terra’, spiega Mastroianni: le due gomme hanno la stessa dimensione, il telaio è rigido, il parafango posteriore è accorciato. Look anni Cinquanta.

– Lo stile café racer arriva direttamente dalla Londra anni Sessanta, in cui i giovani rocker parcheggiavano le moto di fronte allo storico Ace Café. Sono motociclette con gomme stradali vintage, due mezzi manubri e sella monoposto con codino. Effetto sportivo retrò.

– La chopper è la moto resa famosa da Easy Rider nel 1969. È un tipo di custom dedicato alle Harley Davidson, con manubri e schienale alti, ruote strette, forcella lunga. È la moto custom per eccellenza, per veri centauri.

– Ci sono poi le brat-bike, chiamate anche survival bike, che Mastroianni definisce ‘moto da muretto’: arrugginite, rattoppate, ammaccate, semi distrutte ma ancora funzionanti, hanno i loro grandi estimatori.