Watches and Wonders, il meglio dell’alta orologeria di scena a Ginevra

Watches and Wonders, il meglio dell’alta orologeria di scena a Ginevra

di Paolo De Vecchi

Si è tenuto a Ginevra dal 27 marzo al 2 aprile l’evento espositivo più importante dell’anno per quanto riguarda l’orologeria, un salone non solo nuovo nella forma (leggi denominazione), ma anche e soprattutto nella sostanza.

Evento professionale, ma aperto anche al pubblico (nelle ultime due giornate), raccoglie l’eredità e la lunga esperienza delle precedenti manifestazioni che, in epoca pre-pandemia, si svolgevano a Basilea (BaselWorld) e a Ginevra (SIHH-Salon International de la Haute Horlogerie), con le maggiori marche del settore che si dividevano le piazze a seconda delle loro consuetudini e preferenze. Il Covid e alcune tensioni che covavano da tempo tra i due schieramenti, hanno rimescolato le carte e dallo scorso anno ha preso vita Watches & Wonders che, innanzitutto, vede la quasi totalità dei nomi che fanno il mercato (le esportazioni svizzere valgono circa 25 miliardi di franchi) presenti in un unico luogo. Facilitando sicuramente l’accesso alle novità d’orologeria dell’anno per appassionati e addetti ai lavori. Il gradimento per questo nuovo corso è confermato dal successo dell’edizione 2023, che tradotta in pratica snocciola cifre come 43.000 visitatori singoli (contro i 22’000 del 2022), 5.400 concessionari di 125 nazionalità, mentre il numero di condivisioni sui social network ha superato ogni aspettativa: 1,8 milioni di post con citazione #watchesandwonders e una reach stimata di oltre 600 milioni, vale a dire più di mezzo miliardo di persone. Con il ritorno dei mercati asiatici, inoltre, la stampa ha registrato numeri in crescita di oltre il 50% in termini di affluenza, per un totale di 1.400 giornalisti accreditati a Ginevra e 2.600 che hanno invece potuto seguire tutto il programma del salone on line. Non ultimo, il dato di 12.000 biglietti venduti ai visitatori.


Questo il pubblico, per quanto riguarda il privato, tra pandemia e questioni personali, mancavo dai saloni dell’orologeria dal 2019 e il ritorno a Ginevra quest’anno per Watches & Wonders era denso d’aspettative, ma ancora nel ricordo di BaselWorld e SIHH. C’era da cogliere il cambiamento scaturito dall’integrazione delle due storiche rassegne, più che le novità di prodotto. E mi sono accorto che avevo lasciato un contesto tradizionalista e diviso tra rigore calvinista e mondo del lusso e mi sono ritrovato in un universo digitalizzato e accogliente, perché finalmente in grado di mediare. E le novità, certo, quelle me le aspettavo e come sempre non sarebbero mancate (dispiace l’assenza di una realtà come Swatch Group con i suoi Omega, Breguet, Longines e Hamilton, tanto per citare qualche marchio, anche se sembra ci siano contatti in corso, come rivelato dal quotidiano ginevrino Le Temps), ma sono state effettivamente presentate in un contesto radicalmente trasformato. Per me, sul podio la tecnica del nuovo Calatrava di Patek Philippe, il colpo di teatro firmato Rolex con il suo Oyster Celebration e l’auspicato ritorno alle origini di Panerai con la riedizione del Radiomir, storico cavallo di battaglia. Ma se volessimo completare la “top ten”, aggiungerei il Santos di Cartier, completamente rivisto e aggiornato; l’avveniristico Hublot MP 13; l’impeccabile Tonda Rattrapante di Parmigiani Fleurier; il modello celebrativo per il 60° anniversario del Carrera, nato Heuer e diventato nel corso del tempo Tag Heuer; il subacqueo Black Bay di Tudor, con movimento di manifattura (appena inaugurata a Le Locle, nel Giura svizzero); l’ingegneristico Freak di Ulysse Nardin e il Patrimony di Vacheron Constantin, minimalista, ma con cassa in platino.


Cartier Santos, automatico con cassa e bracciale in acciaio e indicazione di ore, minuti e secondi centrali. È la versione più aggiornata dello storico modello d’inizio 1900, che diede vita alla prima delle molte collezioni firmate dalla maison francese


Hublot MP 13, meccanico con cassa in titanio e tourbillon biassiale, indicazioni retrograde. Unisce per la prima volta il tourbillon – ben visibile dall’inedita angolazione del vetro – a ore e minuti con movimento non circolare, ma con ritorno a scatto


Panerai Radiomir Quaranta, automatico con cassa in GoldTech e vetro zaffiro ricavato da un corindone. Ritorno al modello originario, con l’utilizzo di un materiale aureo sviluppato in proprio e dalla colorazione intensa per la presenza di rame e platino


Parmigiani Fleurier Tonda Rattrapante, automatico con cassa e bracciale in acciaio, fondo a vista sul meccanismo dotato di massa oscillante in oro. La lancetta dei minuti è sdoppiata, una per le consuete indicazioni, l’altra a richiesta per gli incrementi di 1 o 5 minuti


Patek Philippe Calatrava Referenza 5224R, automatico con cassa in oro rosa e funzione di Travel Time. Il fatto inedito e che ha richiesto importanti innovazioni nel meccanismo, è la visualizzazione del secondo fuso orario disposto sulle 24 ore.


Rolex Oyster Perpetual 41, automatico certificato cronometro con cassa e bracciale in acciaio. Originale e fantasiosa interpretazione del quadrante, turchese e con una fantasia cromatica che riprende i colori della serie Oyster lanciata nel 2020


Tag Heuer Carrera, automatico con cronografo e tourbillon, cassa in acciaio dal diametro di 42 millimetri, fondo a vista sul meccanismo con il rotore sagomato a scudo come il logo del marchio. È l’alto di gamma celebrativo per il 60° anniversario del modello


Tudor Black Bay, automatico con cassa e bracciale in acciaio, nuova versione con lunetta – girevole e graduata con i tempi d’immersione – di colore bordeaux. Subacqueo fino a 200 metri, ha movimento di manifattura con certificato ufficiale di cronometria


Ulisse Nardin Freak One, automatico con cassa in titanio e lunetta in oro rosa, che funge anche da corona. Un tourbillon ruota sul proprio asse, l’indicazione delle ore è sul coperchio del bariletto e quella dei minuti su un ponte che regge l’intero meccanismo


Vacheron Constantin Patrimony, automatico con cassa in platino e indicazione retrograda di data e giorno della settimana, 40 ore di riserva di carica e certificato di garanzia “Punzone di Ginevra”. È un modello emblematico per la sua originale eleganza Art Déco