Benedict Cumberbatch

Benedict Cumberbatch

Capace di calarsi nei ruoli più diversi, stimolanti e complessi, Benedict Cumberbatch è, prima di tutto, un uomo che ha a cuore la propria arte, la propria eredità e le persone intorno a lui.

di Chris Sullivan

Immerso nell’atmosfera di una splendida dimora nel quartiere londinese di Highgate e fotografato in un outfit Prada, Benedict Cumberbatch appare piuttosto soddisfatto. «Quello che contraddistingue Prada è l’attenzione per i minimi dettagli», osserva, «che si tratti della qualità dei materiali o del design, entrambi audaci. La maison crea pezzi senza tempo e fa un lavoro straordinario con materiali riciclati e riutilizzati, come i rifiuti plastici recuperati negli oceani, una materia prima che viene trasformata in articoli di moda di altissima gamma. C’è tanta riflessione e cura dietro il loro lavoro, soprattutto la collezione Re-Nylon. Per me è una vittoria su tutta la linea».


Certo, sia Cumberbatch sia Prada possono cambiare aspetto a seconda dei progetti o delle stagioni, ma sotto la superficie si cela una qualità evidente, unica e duratura. Il due volte candidato all’Oscar è nato a Kensington, Londra, nel 1976, figlio degli iconici attori britannici Wanda Ventham e Timothy Carlton. Ha frequentato collegi fin dall’età di otto anni e ha scoperto la propria vocazione interpretando Shakespeare all’esclusiva Harrow School. Successivamente si è preso un anno sabbatico per insegnare inglese come volontario in un monastero tibetano a Darjeeling, ha studiato recitazione a Manchester e Londra e ha iniziato la carriera teatrale nel 1998. Nel 2011 ha ricevuto il prestigiosissimo Laurence Olivier Award come miglior attore per il ruolo della “creatura” nella produzione di Frankenstein del National Theatre.


Molti, tuttavia, ricordano Cumberbatch nei panni di Holmes nella fortunata serie televisiva Sherlock (2010–2017) o nel film The Imitation Game (2014), dove interpreta il crittoanalista Alan Turing, che durante la Seconda guerra mondiale decifrò i codici nazisti, ma fu poi duramente perseguitato per la sua omosessualità, condannato per indecenza grave, sottoposto a castrazione chimica e morto suicida nel 1954. La sua interpretazione, delicata e compassionevole, gli è valsa una candidatura all’Oscar come miglior attore. Cumberbatch si è distinto in una moltitudine di ruoli diversi, stimolanti e complessi. È stato il cattivo Khan in Into Darkness – Star Trek (2013) e, nello stesso anno, ha interpretato l’eroe di WikiLeaks Julian Assange ne Il quinto potere. Ha ricoperto il ruolo del protagonista nel blockbuster Marvel Doctor Strange (2016), ma anche quello del rozzo e volubile allevatore del Montana, Phil Burbank, ne Il potere del cane (2021) di Jane Campion, che gli ha fruttato un’altra nomination agli Oscar come miglior attore.


Attualmente è sugli schermi ne La trama fenicia di Wes Anderson, con Benicio del Toro nei panni del volubile magnate Zsa-Zsa Korda, che dopo essere sopravvissuto al sesto tentativo di omicidio decide di riallacciare i rapporti con la figlia Liesl (Mia Threapleton) e nominarla sua erede. In questo film, Anderson è al massimo della sua espressione artistica, e Cumberbatch interpreta lo zio Nubar, nemesi ambigua di Zsa-Zsa, con stravaganti sopracciglia finte, una gigantesca barba da Rasputin, occhi traslucidi azzurro fantasma ed eyeliner da rock gotico: affronta Del Toro e si diverte come non mai. «È stato incredibilmente divertente lavorare con Benicio: riflette a fondo sui suoi personaggi, ma sul set è anche estremamente spontaneo. È stato un vero dono poter interpretare questa figura all’interno di un’estetica così precisa, che può essere al contempo una limitazione e una sorta di disciplina zen, ma quando ti rendi conto di essere nelle mani di un maestro, ti lasci andare completamente, ed è gioia pura».


Cumberbatch aveva già brillato sotto la direzione di Anderson nel ruolo eponimo in La meravigliosa storia di Henry Sugar, da Roald Dahl (2023), un cortometraggio estremamente curioso che racconta di un uomo con uno stile di vita dissoluto che, per una circostanza fortuita, riesce a cambiare vita e diventare un filantropo segreto. «Le riprese sono state intense», ricorda Cumberbatch, «ma vivevamo in una meravigliosa bolla di ospitalità curata da Wes. C’era il momento del Negroni, una cena deliziosa, e poi ci sedevamo tutti insieme a guardare un film».


Quest’anno vedremo Cumberbatch ne I Roses di Jay Roach, una rivisitazione de La guerra dei Roses (1989), magistralmente interpretato da Michael Douglas e Kathleen Turner. Basato sul romanzo di Warren Adler, il film Searchlight racconta la storia di una coppia la cui vita apparentemente perfetta si sgretola man mano che i coniugi si avvicinano a un divorzio rancoroso e catastrofico. Cumberbatch recita al fianco di Olivia Colman. «Lavorare con lei su una sceneggiatura di Tony McNamara (autore del brillante dramma elisabettiano La favorita) era un’opportunità troppo bella per farsela scappare. Il film è molto di vertente, molto cupo e, per certi tratti, davvero veritiero.


Credo che l’arte possa farti stare bene e darti una piacevole scarica di energia», spiega Cumberbatch, che sostiene una miriade di associazioni benefiche, tra cui Save the Children. «Ma può anche contorcerti la mente e farti mettere in discussione tutto della vita, oppure semplicemente tenderti la mano e farti capire che non sei solo; e quando riesce a toccare le corde giuste è capace di trasformarti. È questo il merito del grande storytelling».

Nell’intero servizio Benedict Cumberbatch veste Prada
Photos by Gregory Harris, styling by David Bradshaw,
Grooming: Nadia Altinbas. Styling assistant: Isabella Peerutin.
Production: 360PM.