

Kit Harington
Dal palcoscenico alle serie tv di successo e poi ancora on stage. Kit Harington ha costruito la sua carriera (e la sua, peraltro meritatissima, notorietà) sul duro lavoro. Una scelta che, come sappiamo, la ha premiato, Anche se, ammette senza scomporsi, un po’ di fortuna non guasta, tutt’altro
«In questo settore, se non lavori abbastanza duramente, non ce la puoi fare», chiarisce Kit Harington. «E se non sei gentile, rispettoso e cortese con le persone, la tua carriera, anche se inizia bene, finirà piuttosto in fretta».
Indubbiamente lui ha lavorato davvero sodo per raggiungere il successo. Loquace, schietto e con i piedi per terra, sembra non essere né impressionato né indifferente al suo status di attore tra i più noti e desiderati al mondo. «Sono stato molto, molto fortunato», ammette, seduto nella casa dei genitori a Worcester, con i capelli rasati per il recente ruolo da protagonista nell’acclamata pièce teatrale Slave, in scena nel West End di Londra.

«Dopo un breve corso alla Royal Academy of Dramatic Art, sono passato direttamente al ruolo da protagonista di Albert nella produzione teatrale di War Horse» – un dramma pluripremiato sulla Prima guerra mondiale, visto da un milione di persone. Successivamente si è trovato a interpretare, per otto stagioni e altrettanti anni, il ruolo di Jon Snow nel colossal televisivo Il trono di spade, che ha tenuti incollati allo schermo circa 46 milioni di spettatori.
«Una tale fama ti entra nella pelle, ed è stato un po’ travolgente a volte», confessa. «Ma, francamente, qualsiasi attore mente se dice che non vuole un certo livello di fama, perché significa che il tuo lavoro è riconosciuto e apre altre opportunità. È una situazione molto strana con cui pochissimi devono confrontarsi: per me, l’unico modo per affrontarla è ricordarmi costantemente che se sono arrivato qui è sì per il duro lavoro e il talento, ma anche per caso, e non sono diverso da tutte le persone che mi acclamano».

«Quindi, per certi versi, Il trono di spade ha preso il sopravvento sulla mia vita, ed è stato davvero estenuante a volte», aggiunge Kit Harington. «Giravamo per molte ore, spesso a meno 40 gradi. Sarò sempre immensamente grato e orgoglioso di averne fatto parte, ma alla fine credo che nessuno di noi fosse più in grado di continuare ancora per molto».
E indicando il logo: «Stavo per dire che ho cercato di lasciarmi alle spalle la serie, ma in realtà adoro il fatto che sto indossando proprio adesso questa vecchia maglietta di Il trono di spade», ride, accorgendosi della gaffe.

Mi verrebbe da dire che ha poche possibilità di lasciarsi definitivamente alle spalle la serie, soprattutto considerando che, dopo una relazione di sei anni, nel 2017 ha sposato Rose Leslie, sua co-protagonista nella serie tv, dalla quale ha avuto due figli.
Nel 2017, dopo Il trono di spade, Kit Harington ha sviluppato, prodotto e interpretato l’eccezionale miniserie Gunpowder, che racconta il famoso complotto del 1603, guidato da Robert Catesby con Guy Fawkes, per far saltare in aria le Camere del Parlamento e assassinare il re Giacomo I. Si è scoperto che Harington è un discendente diretto di Catesby, attraverso la madre Jane, mentre il padre è il baronetto Sir David Harington, discendente del re Giacomo.

«È sempre stata una curiosità familiare, per quanto posso ricordare, ma il mio partner produttivo, lo scrittore Ronan Bennet, è uno storico con un dottorato, oltre che un cattolico di Belfast, quindi ha voluto raccontare la storia dal punto di vista di Catesby, che è una prima assoluta. Abbiamo realizzato la serie nel periodo degli attacchi terroristici dell’Isis nel 2015-2016, quindi volevamo mostrare che questo tipo di fondamentalismo religioso non è una novità».
Kit Harington cita altre produzioni, come Testament of Youth, in cui ci ha regalato una prestazione straordinaria nei panni del poeta della Prima guerra mondiale Roland Leighton. E poi c’è la serie televisiva Industry – un mix tra Succession, The Wolf of Wall Street e The Office – in cui interpreta alla perfezione il finanziere Henry Muck, che, oltre a insistere che le sue conquiste femminili urinino su di lui, è un sospetto aristocratico britannico che gestisce un’azienda di energia green tech e truffa i suoi clienti. «È convinto che quello che fa sia per il bene del mondo», dice. «Ma è anche molto vantaggioso per lui».

E ora, cos’ha in programma? «Nelle ultime 12 settimane sono stato sul palco otto volte alla settimana, facendo le prove, sperimentando cose diverse, quindi ora sono pronto e carico per entrare su un set cinematografico, il che è molto utile, visto che quest’anno sto per iniziare le riprese di un film con Sophie Turner, The Dreadful».
C’è la possibilità di vedere un’altra stagione di Il trono di spade? «Ne abbiamo parlato. Se ci fossero le condizioni e trovassimo una storia che vale la pena di raccontare, la prenderei in considerazione».