Paris Brosnan

Paris Brosnan

Pittore, attore, regista e produttore, modello. E, poi, collezionista di auto classiche e appassionato d’arte. A 24 anni Paris Brosnan ha molto da raccontare: di sé, della moda, di papà…

di Roberto Croci

La location non è sicuramente delle più convenzionali – un po’ come il protagonista del servizio: «È lo studio di serigrafia Harwood King, appena fuori Brighton», mi spiega Paris Beckett Brosnan. «Ero lì per completare una mia nuova serie di dipinti. È uno spazio industriale, grezzo e semplice, che si è rivelato perfetto per accentuare il contrasto tra lo styling e le opere d’arte».

Se il cognome di questo 24enne, nato a Los Angeles e cresciuto a Kauai, vi ha insospettito, beh, avete ragione: il suo papà è proprio Pierce (già più volte Mr James Bond, nonché produttore), con cui ha recitato (al fianco del fratello Dylan) in The Unholy Trinity, il debutto sul grande schermo dei giovani Brosnan.

E c’è di più: «L’arte è sempre stata un legame tra me e mio padre», rivela Paris. «L’ho sempre visto dipingere, ha cominciato negli anni 80 e oggi ha un vasto portfolio di opere. Da piccoli, ci portava per musei in Europa e negli Stati Uniti. Uno dei miei preferiti è il Musée d’Orsay a Parigi».

Paris Brosnan
Paris Brosnan con bomber in pelle e maglia Dior, jeans Stone Island

Da legame familiare la pittura per Paris Brosnan è diventata qualcos’altro, ha cambiato il suo modo di riflettere, «è diventata uno spazio in cui non devo spiegare nulla, mi limito a reagire alle emozioni che sento. Mi ha aiutato a rallentare, a fidarmi del mio istinto e a rimanere in contatto con ciò che accade dentro di me».

Tante le ispirazioni, agli esordi Picasso e Gauguin, poi «Joan Miró, Jean Dubuffet e Keith Haring. Sono attratto dalla loro libertà, dall’audacia delle loro opere». È insomma una questione di energia? «I loro segni e colori sono ingenui e genuini, ma sempre profondamente intenzionali. Si esprimevano di getto. Ecco perché considero i miei dipinti un’esplorazione della condizione umana attraverso una lente infantile che utilizza l’espressionismo non figurativo».

Così come per la pittura, anche per il cinema è nell’ambito famigliare che Paris ha sviluppato la sua passione.

Paris Brosnan
Giacca Saint Laurent by Anthony Vaccarello, maglia Giorgio Armani, pantaloni Loro Piana

«La cosa più importante al mondo resta la famiglia», conferma. «Siamo cresciuti in modo tradizionale, mamma e papà ci preparavano la colazione, ci accompagnavano a scuola ogni mattina e ci aiutavano a fare i compiti. Nei fine settimana portavano me e mio fratello al cinema. Ogni tanto andavamo sul set a trovare papà per scoprire il lato “famoso” della sua vita. I miei genitori sono entrambi molto curiosi: da loro ho imparato ad apprezzare il processo di costruzione di un’idea partendo da zero».

Gli studi di cinematografia e sceneggiatura sono arrivati di conseguenza, fino all’esordio, a 18 anni, nella produzione e regia di un corto in Sri Lanka in partnership con Clarins e FEED, organizzazione impegnata nella lotta alla denutrizione infantile.

«Faccio piccoli film sin da bambino, immagini amatoriali su amici che fanno surf o skateboard. Il viaggio in Sri Lanka è stata un’occasione straordinaria per documentare il programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (WFP). Ho visitato scuole e fattorie. È stata una bellissima occasione per partecipare a un progetto socialmente rilevante, utilizzando le risorse che ho a disposizione, per creare una piattaforma che restituisca alla comunità globale».

Paris Brosnan
Cappotto, maglia e camicia Fendi

L’esperienza non è rimasta isolata: «Ho appena fatto un film indipendente con John Rhys-Davies, intitolato Overhill Manor. È stata un’avventura stupenda e un altro passo verso una nuova crescita individuale».

Con la moda il rapporto di Paris data 2017, quando ha iniziato a lavorare come modello, sfilando tra gli altri per Dolce&Gabbana, Balmain, Ralph Lauren: «Sono cresciuto in una famiglia molto stylish, è stato un passo naturale. È un altro modo per esprimere la mia creatività e poi mi piace viaggiare. Ho imparato molto dai designer con cui ho lavorato».

Padrone di uno stile che definisce «eclettico, moderno e rilassato», Paris ama abbinare «capi di seconda mano con pezzi sartoriali, magliette di gruppi musicali, giacche di pelle». Non solo: «Mi piacciono molto i capispalla e le giacche vintage», prosegue, «i vecchi Levi’s che indosso con gli stivali. Mi piace quando i vestiti sono vissuti, ma restano comunque eleganti, quel look cool, ma naturale».

Paris Brosnan
Paris Brosnan

Disinteressato ai trend vesti-e-butta, Paris Brosnan pensa a un «guardaroba che racconti una storia». Per quanto riguarda le maison? «Saint Laurent è perfetto per me, dal taglio, alla silhouette, al suo vibe di classe».

Tra le passioni di Paris, quella per le auto è in pole. «È nata come l’amore per le opere d’arte, semplicemente apprezzandone il design, le linee, il carattere. Per me, le auto sono sculture in movimento. La prima cosa che faccio», prosegue, «quando mi sveglio la mattina è abbracciare il cane, fare colazione e pianificare la mia giornata, decidendo quale auto guidare. Colleziono BMW classiche. La mia preferita è la M3 E30, tutta analogica, senza schermi, né fronzoli, solo pura guida. La forma, la semplicità, il modo in cui si guida sono timeless».

In apertura Paris Brosnan indossa Maglia e pantaloni Fendi. Photos by Bartek Szmigulski styling by Tahnee Mitra. Grooming: Ernesto Montenovo @Green Apple. Styling assistant: Ieva Narvid. Production: Federico Morgantini @Cattura Production.