Riccardo Scamarcio

Riccardo Scamarcio

Non si risparmia, nella vita e sul set. Perché per Riccardo Scamarcio, che ha «sempre avuto l’impeto di voler vivere», il cinema è la valvola di sfogo, l’elemento che placa il suo bisogno di sognatore

di Lella Scalia

Arrivo presto sul set, scatti e lampi di luce, la ritmica incessante, ipnotica di Love to Love You Baby. Riccardo Scamarcio è già qui. Mentre aspetto, penso a un piccolo dizionario disordinato per l’uomo Riccardo, sperando che l’attore Scamarcio non prenda (almeno troppo) il sopravvento. Qui il risultato.

Riservato, ironico? «Per difesa, deformazione professionale, e una forma di pudore. È paradossale, lo so, faccio l’attore e dovrei essere abituato». È spiritoso? «Posso esserlo, mi piace scherzare, la comicità è ghiaccio bollente, qualcosa che non ti aspetti, l’imprevisto». Tenebroso? «Mi disegnano così…».

La sincerità paga? «Rispondo con la frase di un amico filosofo, Stefano Bonaga: “Tutti dicono: io dico sempre quello che penso… beh sarebbe bene che ogni tanto qualcuno pensasse a quello che dice”». Amore e libertà. «L’amore “è” libertà, chi ama è libero, se non lo è non può amare».

Riccardo Scamarcio
Abito e camicia Prada, orologio vintage

La più bella forma di amore? «Ma l’amore!! A tutti i livelli. Non passa mai, cambia, può diventare odio, ma pure quello è una forma di amore. L’importante è coltivarlo, permettersi di amare amandosi, se non ti ami non puoi amare. Dobbiamo tenere viva la nostra capacità di innamorarci…». Seduzione. «Io vorrei sedurre anche questo divano», sorride malizioso…

Tradimento. «Ci sono vari livelli, ma chi tradisce in parte tradisce anche se stesso». E le regole? «Bisogna conoscerle e infrangerle quando serve, ma per farlo bisogna conoscerle». La trasgressione poi siamo abituati a vedergliela indossare, non ne ha mai fatto mistero, ma forse, su quella di uno dotato di fascino e magnetismo si chiude più facilmente un occhio, e lei è un uomo attraente… «Così dicono…», ride sornione Riccardo Scamarcio. Esserlo è mai stato un problema? «Mai!».

Riccardo Scamarcio
Tutto Prada

Cosa la rende felice? «Tantissime cose! Far l’amore, andare a funghi e per ricci, stare al mare, in genere tutto quello che ha a che fare con la natura mi fa sentire vivo, pieno…». E il successo? «“È l’altra faccia della persecuzione”, diceva Pasolini. Arriva, ma non va cercato, è bello ma può fare male». E lui lo conosce. La sua filmografia è come l’esame di diritto, o quello di anatomia: serie tv, pièce teatrali, corti, produzioni e ormai più di una settantina di film.

Riccardo Scamarcio è arrivato a questo shooting dal set di Alla festa della rivoluzione, la pellicola di Arnaldo Catinari ispirata all’omonimo libro di Claudia Salaris (con lui si muovono, nel momento storico dell’impresa fiumana di D’Annunzio, Maurizio Lombardi, Valentina Romani, Nicolas Maupas e Darko Peri).

Ma prima di vederlo in quelle vesti, il 6 marzo sarà sugli schermi con Muori di lei di Stefano Sardo, con Maria Chiara Giannetta e Mariela Garriga. Un film in bilico tra noir, thriller e commedia esistenziale che, nelle parole del regista, racconta «di un “uomo che guarda”: sposato con una donna più ricca di lui, Luca è un insegnante in crisi che durante il lockdown si ritrova a far da spettatore della vita di Amanda, la nuova vicina, e decide di rompere la distanza che li separa…». Una vicenda il cui cuore è il desiderio.

Riccardo Scamarcio
Abito, maglia e scarpe Prada

Ma che cos’è il desiderio? «Un impulso, un sentimento legittimo, che ci guida, un motore, guai se uno non desidera più». Nel film, Amanda dice: «Bisogna stare attenti a quello che si desidera». «È vero, perché poi diventa realtà. Almeno per me è sempre stato così. Quando ho desiderato veramente una cosa l’ho ottenuta, ma talvolta quella cosa si è portata dietro un pericolo. Ma se ottieni ciò che volevi, devi farti carico delle conseguenze».

E lei, i pericoli? «Io sono sempre a caccia di pericoli, mi hanno fatto così. Mia nonna mi chiamava Fitzcarraldo, ero spericolato da bambino, ma poi col mestiere d’attore ho potuto dar sfogo a questa mia voglia. Il cinema è un mestiere pericoloso, si è sempre al vento, esposti al giudizio degli altri». Ma ha tirato fuori qualcosa di lei che non sapeva? «No, ha solo certificato quello che avevo dentro, non mi ha cambiato se non per il fatto che ho conosciuto molte cose, incontrato persone interessanti, ancora più spericolate di me».

Riccardo Scamarcio
Tutto Prada

Naturale pensare a Johnny Depp, tra loro sembra soffiare una coesione innata scattata sul set di Modì. Tre giorni sulle ali della follia, biopic sintetico dell’artista italiano di cui Depp è regista. «Modì per me è un personaggio nel cuore, perché m’è venuto proprio bene, mi piace che “concentri” in tre giorni personalità e difficoltà psicoemotive». Una bella performance… «Non mi piacciono le performance, non mi piace quando dicono “ma quanto è bravo”. Per me un bravo attore non deve lasciare questa sensazione al pubblico, che, anzi, non deve riconoscergli nemmeno più il talento dando per scontato che lui sia totalmente il personaggio».

Il cinema per Riccardo Scamarcio è passione: «Fin da piccolo, andavo al cinema e con i miei vedevo film in tv, poi con mia sorella crescendo, e facevo sega per andarci… Comunque», continua, «il cinema mi ha salvato. Come la musica (suona la batteria, ndr) e l’arte è salvifico, ti salva anche dalla noia, dalla banalità del quotidiano… Per me che ho sempre avuto l’impeto di voler vivere, è stato la valvola di sfogo, l’elemento che riusciva a placare il mio bisogno di sognatore. Perché mi sembrava che lì il mondo fosse più bello.

Riccardo Scamarcio
Giacca e maglia Prada

Fuori è tutto un conformare le persone, abbassare le aspettative, fin da piccolo, quando ti siedi nel banco di scuola. Una normalizzazione che vuole dieci in condotta, tutto fatto bene, studia e poi… Un vestito stretto per me, allora come ancora oggi. Sono riuscito a preservare il mio bambino libero. E poi», riprende, «guardare le vite degli altri, riflettere. In fondo il cinema è pedagogico, disegna un simulacro di realtà che ci fa entrare in empatia con i personaggi che sullo schermo ricreano le nostre reali dinamiche. E ci crediamo a tal punto che sapere che qualcun altro, da qualche parte, possa vivere le stesse cose che vediamo sullo schermo, ci fa sentire meglio».

Film da dimenticare? «Neanche uno». Da ricordare per sempre? «Forse manco quello, sono un insoddisfatto cronico, un perfezionista. Alla continua ricerca del ritmo unico, quello che suoni solo tu».

In apertura Riccardo Scamarcio indossa maglia Prada. Photos by Adriano Russo, styling by Ilario Vilnius. Grooming: Kiril Vasilev @Green Apple. Styling assistants: Jacopo Ungarelli, Pio Suto.