Barcellona in dieci idee

Barcellona in dieci idee

Guida alla nuova Barça

Di Barcellona si possono scrivere fiumi di parole, perché ha tanti volti e mille storie da raccontare. Ma quella più recente è una città stilosa, sorprendente e sofisticata. Come la sua cucina, così innovativa, i nuovi edifici, firmati dagli archistar più noti al mondo e una serie di musei che la collocano ai primi posti del turismo culturale. E poi, la vita notturna, i negozi, e qualche quartiere da scoprire. Dieci cose da fare a Barça.

La capitale catalana è la meta ideale per chi ama l’architettura. La sua storia d’amore con quest’arte ha radici lontane, e se nel secolo scorso ha ospitato le proposte geniali quanto oniriche di Antoni Gaudi, nel tempo ha saputo rinnovarsi mantenendo alta la nomea di città degli architetti. Gli Edifici del Gas, ripensati e ridisegnati da Marta Tagliabue nel 2008, sono da vedere: la torre, alta 86 metri e la struttura in aggetto lunga 40, creano un paesaggio decisamente avveniristico nella Plaça del Gas.

Il quartiere operaio di Poblenou è una delle zone più interessanti: artisti, creativi e giovani hanno trasformato le vecchie fabbriche e i magazzini dismessi in abitazioni, studi e laboratori. Gli architetti avevano già cominciato a mettere mano alla zona, che ospita, tra gli altri, la Torre Agbar, uno strano missile in vetro firmato Jean Nouvel, alta 142 metri e con 4500 finestre, che ora si affianca a idee più sobrie e forse più attente al contesto, come la Can Framis, una galleria d’arte contemporanea in un ex lanificio del 18° secolo, ristrutturato dallo Studio Baas con l’aggiunta di un cubo in cemento armato che ospita mostre e attività culturali (fundaciovilacasas.com).

Il CCCB (Centro di Cultura Contemporane di Barcellona) è una specie di astronave caduta in mezzo alle antiche case della città. Con la sua facciata in vetro, gli architetti Helio Piñòn e Albert Viaplana hanno trasformato una ex casa di riposo in uno spazio per l’arte e la musica, proprio accanto al MACBA, il museo d’arte contemporanea, firmato Richard Meier (cccb.org).

L’architour non può prescindere dall’iconico Padiglione Mies van der Rohe, che venne costruito nel 1929 per l’Esposizione Internazionale di Barcellona (miesbcn.com).

Gràcia è il quartiere da tenere sott’occhio: sembra destinato a diventare la zona più in della città. E in effetti ospita boutique e negozi molto interessanti, con un’atmosfera un po’ bohemien e un po’ paesana. Da vedere la Casa Vicens, uno degli edifici meno noti di Gaudì. Un salto da Vinçon è d’obbligo: è il più importante emporio del design anni ’60, con galleria d’arte, terrazzo (pieno di mobili da giardino) con vista sulla Casa Milà di Guadì e uno showroom pieno di pezzi interessanti (vincon.com).

In tutt’altra zona, in Carrer del Comerç, merita una visita Mutt, un mix tra una galleria d’arte e una libreria dove si trovano mostre temporanee di creativi d’avanguardia e una selezione di libri e riviste d’arte, graphic design e controcultura, accanto a una serie di libri suylla città piuttosto sorprendente (mutt.es)

L’arte della buona tavola è un’altra delle caratteristiche principali di questo luogo. Da assaggiare da Mordisco, un locale luminoso si tre piani, perfetto per il pranzo: carciofi fritti, hambourger, salumi e insalate (grupotragaluz.com). Flash Flash è un indirizzo insolito: di proprietà del fotografo di moda anni ’70 Leopoldo Pomés è tutto decorato con le immagini a stencil di Karin Leiz, moglie di Pomés e verisone locale di Twiggy. Molto amato dai cittadini di ogni età, serve tapas e hambourger fino all’1.30 di notte (Carrer Granada del Penedés 25).

Per gourmand più spericolati, Tickets è un must: Ferran Adrià offre le sue invenzioni, tra piatti tradizionali e ravioli liquidi della cucina molecolare. Il fratello Albert si dedica a cocktail e snack creativi al 41°, il locale contiguo e collegato con un passaggio interno: aperitivo e cena ad alto tasso di creatività (ticketsbar.es).

Infine, merita attenzione la Torre d’Alta Mar, un ristorante di pesce ospitato in una vecchia torre della teleferica Barceloneta: da assaggiare il suquet, zuppa di pesce catalana, possibilmente in un tavolo d’angolo per godersi lo spettacolo di una Barcellona osservata da 75 metri di altezza.

Anche il mare vuole la sua parte. E una passeggiata (con tuffo) alla zona De Banys progettata dall’architetto catalano Beth Galì può essere un’idea rinfrescante in questo tour estivo: il fascino minimal vi conquisterà.

Testo: Micol De Pas