Con un lavoro di ricerca durato decenni la designer newyorkese Louise Fili ha stilato una sorta di enciclopedia degli stili tipografici dei negozi. Con gusto tutto italiano

Il suo è stato amore a prima vista. Aveva sedici anni, Louise Fili, quando negli anni 70 sbarcò all’areoporto di Milano dagli States e vide una pubblicità dei Baci Perugina. Ad affascinarla, lei, graphic designer, ovviamente il carattere tipografico del marchio. Da allora, Louise è tornata varie volte nel nostro Paese, sempre a caccia di insegne che noi definiremmo ‘old style’, battendo instancabilmente a piedi vie e strade (in italiano nel testo), fotografando macellerie, librerie, carrozzerie, stabilimenti balneari. Questo ricchissimo lavoro ora è stato riunito nel volume Grafica della Strada: The Signs of Italy (Princeton Architectural Press, 25 dollari), che costituisce una sorta di innamorata enciclopedia del lettering italiano.

Il volume è diviso, per capitoli fotografici e con breve introduzione, prima in tre categorie stilistiche (insegne/lettering classici, tradizionali ed eclettici), poi per generi più specifici (futurista/fascista, cartelli toponomastici e numeri civici, insegne di stabilimenti balneari e le ‘scritte fantasma’, ovvero le vecchie insegne conservate come elementi decorativi). Chiude il libro un capitolo dedicato a Sandro Ponzi, l’ultimo pittore di insegne vivente a Roma.

Ultima annotazione: secondo Louise Fili, direttrice della Louise Fili Ltd, membro della Art Directors Club Hall of Fame, premiata con l’Aiga Medal, le città italiane più commoventi, almeno a giudicare dall’inconsueto punto di vista dei caratteri tipografici delle insegne, sono Torino, Bologna e Lucca.