Il campione di mountain bike Paolo Caramellino spiega i segreti dell’ultima tendenza del momento in fatto di due ruote

Meglio 29 o 26? O addirittura 27,5? No, non sono numeri a caso, bensì indicano modelli differenti di biciclette con riferimento alla misura delle ruote che montano espressa in pollici. Insomma, gergo per pochi, ma non soltanto. Oggi chiunque voglia acquistare una bicicletta deve innanzitutto risolvere questo quesito.

A far luce sull’intricata vicenda, Paolo Caramellino, pluricampione nel motocross, nella supermotard e nella mountain bike, molto conosciuto nell’ambito sportivo e agonistico, negli anni ’80 Campione Italiano di motocross e protagonista nei mondiali, negli anni ’90 vice campione del mondo nella downhill nonché detentore del record italiano assoluto e terza prestazione mondiale nel chilometro lanciato sulla neve con 167 Km/h. E testimonial del gruppo svizzero BMC, proprietario di tre marchi: BMC (bici da corsa ad altissime prestazioni, mountainbike di tutte le categorie, bici elettriche sviluppate in proprio, bici City & Lifestyle e biciclette per bambini), il tedesco Bergamont (bici di ogni categoria con un attimo rapporto qualità/prezzo) e Stromer (e-bike).

Il primo a osare una 29′ fu Gary Fisher, definito dalla rivista dello Smithsonian ‘padre fondatore della mountain bike’, che però dovette suo malgrado ripiegare sulle 26′ perché allora quella era l’unica offerta tecnologica. Folgorato dalle ‘two-niner’, non smise mai di studiarci e nel 2001 le mise in produzione. Oggi negli Stati Uniti le 29er hanno soppiantato le 26er, tutti i produttori – non solo quelli americani – prevedono almeno una 29′ nella loro collezione e persino un’azienda specializzata nella produzione di downhill come Intense Cycles sta mettendo a punto una 29′ da discesa.

‘Ormai tante case non commercializzano neanche più le 26”, conferma infatti Caramellino. ‘Le 29’ hanno un pregio, innanzitutto: riducono l’angolo d’impatto, soprattutto quando il terreno è molto sconnesso. Il che permette miglior ammortizzamento, tanto che alcuni atleti tolgono addirittura le sospensioni, e maggior controllo del mezzo’.

Controindicazioni, come l’aumento del peso della bicicletta? ‘Si tratta di qualche decina di grammi in più’, licenzia la questione Caramellino. ‘Invece bisogna tener presente che cambia l’assetto del mezzo: per supportare ruote più grosse, i telai si allungano e, di conseguenza, devono essere più rigidi, i carri posteriori si allungano, cambiano gli angoli e il mezzo, per un neofita, è un po’ più difficile da governare. Ma è solo questione di allenamento’.

Tutto questo per le mountain bike e le biciclette da alte performance. Ma per le citycar valgono le stesse considerazioni? ‘Per quanto riguarda le bici da strada, le 26′ sono da donna; quelle da uomo normalmente hanno ruote almeno da 28′. Non c’è molta differenza’, conclude il campione.