Fixie bike, evoluzione senza freni

Fixie bike, evoluzione senza freni

Essenziali, leggere, personalizzabili: fuori pista, le biciclette più cool sono a scatto fisso

I puri si rifanno alle teorie sulla decrescita dell’economista Nicholas Georgescu-Roegen, che auspica il ritorno a una vita più semplice: per esempio, spostandosi in bicicletta invece che in auto. E i duri aggiungono: con bici a scatto fisso invece che con il cambio, meglio se senza freni (con un occhio al codice della strada: in alcuni Paesi è richiesto almeno un freno anteriore). Al di là dell’intransigenza, comunque, oggi la fixed – o “fixie”, se assemblata con proprie mani – è un oggetto cool. “Le ‘scatto fisso’ sono modelli da pista usati su strada, nelle quali il movimento è continuo e modulato dalla spinta sul pedale”, spiega Antonio Colombo, presidente di Gruppo srl che detiene il marchio Cinelli, produttore di telai per biciclette corteggiati anche dal popolo “fixie”. “Ne deriva un modo di andare in bicicletta più intuitivo, scattante. Non per niente, i primi a usarle furono i messenger di San Francisco e New York: sono leggere, essenziali, possono essere portate a spalla, non hanno bisogno di particolare manutenzione”. Dal punto di vista dell’impegno fisico, dato che “si frena con il corpo inclinato in avanti o con il piede sulla ruota”, continua Colombo, “sembrano più adatte a un pubblico giovane, ma si possono usare anche senza esibirsi necessariamente in performance da acrobati. E possono essere personalizzate, anche con creatività”, sottolinea l’esperto, proprietario, tra l’altro, di una galleria d’arte nel centro di Milano. Sono molti gli artigiani che convertono vecchie bici (OrcoCicli, DodiciCicli, BiascagneCicli, ItaliaVeloce, ma basta cercare in rete per trovarne altri), o i centri dove imparare a far da sé (ciclOfficine), o i manuali “how to” (per esempio: La macchina perfetta, il Saggiatore, o Scatto fisso, EdicicloEditore). “Dal punto di vista tecnico i telai di acciaio sono più duraturi, oltre che dotati di fascino vintage; sono da preferire le ‘straps’ per fissare i piedi ai pedali, che consentono uno sganciamento veloce. E bisogna ricordare che i manubri a corno di bue e i drop bars permettono di imprimere forza maggiore in frenata. Oggi, comunque, anche il purismo si sta regolando”, conclude Colombo: “si moltiplicano gli eventi cool, come corse su strade chiuse al traffico (l’americana Red Hook Crit, con edizioni a Berlino e Milano) e molti ragazzi della ‘fissa’ tornano nei velodromi”.