L’importanza della confezione, in fatto di acquisto di spirits, pare determinante, secondo una recente ricerca. E le novità puntano sul luxury o sull’eco-friendly.

‘Il buon vino è come una bella donna, può indossare qualsiasi vestito ed essere sempre affascinante. Ma con un abito di alta moda diventa irresistibile’.

Ai primi posti nel ranking di elementi influenti nell’acquisto del vino, secondo la ricerca dell’Ehrenberg-Bass Institute for Marketing Science, su packaging ed etichetta si concentrano oggi gli sforzi creativi dei produttori, sempre più indirizzati su proposte luxury o fuori dal normale.

L’esempio, calzante, è arrivato dalla Mostra del Cinema di Venezia. Dove l’azienda Farnese Vini ha proposto, come omaggio dedicato ai divi di passaggio al festival, una linea di bottiglie decisamente speciale. Dentro, le cosiddette ‘bollicine’. Fuori, una bottiglia trasparente impreziosita da un’etichetta particolare: un diamante Swarowski ‘autentico e certificato, che alla fine del pasto si può staccare’, dice la responsabile vendite dell’azienda, ‘e donare alla propria signora’.

‘L’idea è che il vino si beva prima con gli occhi che con la bocca’, spiegano alla Farnese. ‘Per questo per il nostro Cococciola abbiamo pensato a un packaging esplosivo anche nell’estetica. Prima di tutto per la bottiglia trasparente, una scelta in controtendenza in un mercato in cui l’80% delle bottiglie sono verdi. E la presenza del diamantino è un extra gradito che risuona con la top class del contenuto’. Il contenuto, va da sè, resta la base imprescindibile di un buon prodotto. Ma non per questo un ottimo vino dovrebbe accontentarsi di una confezione ordinaria: ‘Per il nostro Ubi Montepulciano riserva, unico dono riservato ai grandi del G8 a L’Aquila, abbiamo pensato a un’etichetta in ceramica, con il logo del summit. È stato un tale successo che ne abbiamo prodotto altri 100 pezzi, in edizione limitata’.

In serie limitata anche le bottiglie dell’Albeisa, 350 esemplari ideati dall’artista Valerio Berruti, in acciaio inox con bassorilievo metallico, sulla scia dell’operazione vino-arte innescata nel 2007 dalla Bodegas Sonsierra. Prima a intuire il trend del wine packaging d’autore, la Sonsierra imbottigliò il suo Tempranillo in un parallelepipedo di vetro scuro, identico a un flacone di profumo, disegnato dallo stilista madrileno David Delfin. E se l’equazione vino di lusso-packaging esclusivo trova conferma nella limited edition di champagne MUMM di Ross Lovegrove, magnum racchiusa in uno scrigno di acciao inox progettato da Ross Lovegrove pensando al rito del sabrage, la rotta per il trend futuro segue un’altra direzione: quella della sostenibilità e dell’ecologia. In questo senso vanno le bottiglie di cartone eco friendly per il bordeaux della Truett-Hurst, il Paperboy Wine in carta compressa riciclata, e persino il wine packaging di uno Champagne, ‘Naturally Clicquot’. In fecola di patate, materiale bio-based ed etichette rigorosamente riciclabili al 100%.