L’uomo stroboscopico di Rick Owens

L’uomo stroboscopico di Rick Owens

di Gianluca Cantaro

Il designer americano porta in passerella ministri di una religione ignota che vestono con led e giacche con volumi esagerati

Gli ‘Strobe men’ che danno il titolo alla collezione autunno inverno 2022/23 di Rick Owens rappresentano in qualche modo un atto di protezione dall’era dell’immediata gratificazione e dell’espressione più ottusa dell’autoaffermazione nei meta universi di oggi e di domani. Anche per questo le giacche e i cappotti con le spalle esagerate che aveva lanciato in passerella quasi per gioco sono poi diventati parte del guardaroba, ironizza il designer, come per rimarcare e mantenere la distanza da un mondo che non gli appartiene. Forse anche per questo, a fine sfilata ha sfoggiato il suo nuovo look con un balaclava che gli copre completamente il volto. I nuovi soprabiti possono essere indossati come cappe o legati intorno alla vita e si trasformano in paramenti per rituali misteriosi. La venue completava l’atmosfera che introduceva in una liturgia fashion: la musica dei Sister of Mercy remixata per l’occasione e le luci stroboscopiche che si espandevano in una foschia da fumoso club underground erano il perfetto contorno. Il layering realizzato in modo magistrale è quello che trasforma il linguaggio estetico del designer americano in un racconto visivo estremo, complesso e ingarbugliato, ma che una volta scomposto mostra pezzi semplici: gilet di pelliccia di capra, bomber intrecciati, bermuda, puffer, pullover. 


Però ognuno ha un dettaglio speciale, il piumino ha il cappuccio che chiuso con una zip nasconde il volto come una uniforme da club sadomaso. I maglioni neri e con maniche lunghissime hanno la scritta ‘urinal’ sul davanti e gli shorts spuntano da mezze gonne con strascico. I personaggi, pigri, fintamente trasandati, ma sempre glamourous, che percorrono la passerella sembrano ministri di una religione sconosciuta. Portano elmi dalla foggia vagamente egizia con barre di luci led che li incoronano e, insieme ai cuissardes con platform e tacco altissimo, raggiungono altezze non comuni. Ma alla sorpresa visiva il designer aggiunge una componente morale. Il 100% del cotone usato per il jersey è organico e con certificato Gots, e comunque il 90% del totale dei tessuti di cotone ha una certificazione. Owens insiste sul fatto che non condivide queste informazioni per autocompiacimento, ma per provocare e spingere sempre più la conversazione del fashion system in questa direzione. Perché è necessario, aggiungerei. Il designer ha ormai codificato un’estetica inconfondibile che lo colloca nella hall of fame della moda e la sua forza è rappresentata dall’ironia di fondo che non ha mai abbandonato. Oltre, ovviamente, al talento naturale.