Oggi come allora, anatomia dello stile del detective Jake Gittes (Jack Nicholson), protagonista del noir di Polanski, di nuovo sugli schermi

Anni 40. In una Los Angeles soffocante e corrotta, si muove con sfrontata nonchalance il detective privato Jake Gittes, fin quando un caso, che all’apparenza appare uguale agli altri, prende una piega inaspettata. Un omicidio da risolvere, una gelida dark lady, una palette cromatica desaturata, ad avvolgere e confondere tutto in una cappa di afa e fumo. Inizia da qui Chinatown, il noir firmato da Roman Polanski nel 1974. A dare corpo e carattere all’idealista Gittes è Jack Nicholson, la cui performance gli valse un Golden Globe (vedi anche lo stile da cowboy di Tommy Lee Jones).

 Una pellicola che ha fatto scuola, e che torna in sala in versione restaurata, a quarant’anni esatti dalla sua uscita, e che colpisce, oggi come allora, per la raffinatezza del guardaroba di Nicholson. Un’eleganza, la sua, ricercata con costanza, nei completi sartoriali gessati dalle spalle importanti e sulle grisaglie doppiopetto coi colli a lancia, a sottolineare una mascolinità consapevole  e disincantata. Di fondamentale importanza i dettagli, capaci di fare la differenza: pochette in seta dai toni accesi che spuntano con finta noncuranza dal taschino; cravatte regimental o a microstampe; brogue italiane realizzate su misura; fermacravatte in argento, e l’immancabile fedora calata di tre quarti, à la Humprey Bogart. Un’icona senza tempo, con uno stile da replicare, con le proposte della nostra gallery.