Dall’abbigliamento hi-tech allo smoking blu. Alla vigilia del suo arrivo alla Juventus, ecco lo stile da Pallone d’Oro di Cristiano Ronaldo

Una storia da film, quella di Cristiano Ronaldo. Dal polveroso campetto di calcio dietro casa alla consegna del Pallone d’Oro, fino ad arrivare all’ultimo colpo di scena, con il suo recente passaggio alla Juventus. Un passaggio costato 100 milioni di euro (più 12 che la Juve verserà alla Fifa come contributo di solidarietà) di cui il Real Madrid ha dato la notizia ufficiale, confermando che a giocare un ruolo importante è stata proprio la volontà del calciatore di spostarsi a Torino, dove Ronaldo arriverà ufficialmente lunedì.

 Ed infatti, ad esclusione degli ultimi risvolti, la sua vita è stata materia di un Fino al docu-film di novantadue minuti presentato a Londra, diretto dal regista britannico Anthony Wonke.

Flashback che raccontano una storia. La storia di un uomo, prima. Un uomo di nome Cristiano Ronaldo, che è diventato una leggenda, poi. Un racconto vero. Che nasce dalla sua stessa voce narrante. Scene di vita reale si alternano a scorci del campione sul campo. Dai primi tiri in porta a soli sette anni alle vittorie con il Manchester, poi con il Real Madrid, le difficoltà ai Mondiali in Brasile e l’incoronazione come miglior calciatore al mondo. Ma il calcio non è protagonista. Lo sono invece i sentimenti. Una mamma malinconica che ricorda quando l’ha lasciato andare, perché era giusto così. A Lisbona, da solo, appena dodicenne. Il padre, scomparso troppo presto. Il legame con l’agente, la rivalità con gli avversari. E poi la paternità, il figlio, Cristiano Jr, che lo segue ovunque ma che da grande vorrebbe fare il portiere.

«Non sono un attore», aveva detto Ronaldo all’uscita della prima del film. «Non ho avuto bisogno di recitare. Questa è la mia vita. Io sono così». D’altra parte il fuoriclasse portoghese è abituato ad essere sotto i riflettori. O davanti all’obiettivo dei fotografi, ritratto come testimonial di importanti brand più o meno vicini al mondo del calcio. È difficile trovarlo in smoking, se non in occasione di qualche evento di gala. Come la World Premiere per il lancio del film o la (terza) serata di assegnazione del Pallone d’Oro. È più semplice sfogliare qualche gossip magazine e trovarlo in pantaloncini e t-shirt mentre passeggia per le strade newyorkesi. O in costume e catenina (d’oro) al collo su uno yacht a Ibiza.

Nei primi anni di soccer-star è stato forse fin troppo incline alla manifestazione del logo, dalla tela delle sneaker alla fibbia della cintura. Con il passare del tempo ha manifestato quasi una vena elegante. Sarà perché Giorgio Armani l’ha scelto come testimonial della linea underwear nel 2010 o perché dal 2014 a dicembre 2017 è stato brand ambassador di Tag Heuer.
Sta di fatto che senza Nike non si sa come vestirebbe, anche fuori da campo, visto che spesso lo si intravede con magliette (troppo) scollate e camicie (troppo) stampate.

La sua fortuna è l’eleganza che ha in campo. Un tocco morbido, una divisa impeccabile, un fisico che gli permette di tirare siluri a 140 km orari, di avere al fianco le donne più belle del mondo. Caratteristiche alle quali, da oggi, se ne aggiunge una: quella di giocare nel campionato italiano, al quale, siamo sicuri, continuerà a regalare spettacolo.