Un tributo agli elementi chiave del guardaroba maschile. Capace di restituire l’esperienza di un appuntamento con il sarto di fiducia. È la linea Sartoriale di Dolce&Gabbana.

C’è una storia che viene scritta lontano dai riflettori delle passerelle. Una storia che viene cucita addosso, come una seconda pelle. Dove le parole sono metri di stoffa e il gesso bianco che li segna, le virgole e gli accenti. Domenico Dolce e Stefano Gabbana da oltre 20 anni raccontano questa storia, da cui nasce la loro linea sartoriale, che, come una volta, fa vivere l’esperienza della scelta dell’abito classico come un appuntamento dal sarto di fiducia. La linea Sartoriale di Dolce&Gabbana è un tributo a tutti i pezzi chiave del guardaroba maschile, da loro disegnati con quella cura che li distacca dalla patina delle collezioni di sfilata per essere pensata come un abito cucito direttamente addosso agli uomini. Una moda approcciata come scienza, che parte da numeri e proporzioni e si trasforma in tradizione sartoriale.

È Domenico ad affermare la sua vocazione innata verso il mondo della sartorialità italiana, tramandatagli dal padre che, in un paesino nell’entroterra palermitano, confezionava abiti nella sua bottega: «Tutto nasce dall’osservazione, dalla misurazione e dalla scelta. La mia può essere considerata una vera ossessione per i tessuti, le costruzioni e i tagli. Le persone pensano che la moda maschile sia più facile, ma spesso richiede il doppio del tempo, ogni dettaglio è importante, dalla fodera alle tasche. Ogni giacca racchiude dentro di sé un grande mondo, fuori sembra semplice ma è invece molto complessa, proprio come gli uomini».

Domenico e Stefano hanno creato 3 diversi fit per la loro collezione Sartoriale, presente ormai in tutte le loro più importanti boutique monomarca del mondo. Ogni fit racconta una storia e un suo uomo di riferimento: “Gold”, ispirato a uno dei film più celebri della serie di 007, Goldfinger, nasce con una silhouette raffinata e sottile, dal drop asciutto nella giacca così come nel pantalone. “Martini” è, invece, un omaggio all’italianità, leggermente più ampio ma sempre asciutto, mentre “Sicilia”, che si adatta bene a tutti, nasce dallo studio dell’anatomia dell’uomo del Sud. La giacca in velluto è sicuramente uno dei masterpiece dell’universo Dolce&Gabbana come il panciotto, i pantaloni slim, il cappotto tre quarti e il tuxedo che costituiscono la base del guardaroba maschile insieme alla camicia bianca, per Domenico «simbolo della Sicilia, sempre trasparente e mai falsa, che possiede una sua grande dignità e onestà».  L’abbigliamento maschile è quindi, di nuovo, una scienza, da approfondire e innovare a piccoli passi, perché il consumatore va accompagnato nella sua scelta. Designer come ingegneri al lavoro su una struttura complessa come quella dell’uomo. «Il sarto deve conoscere il corpo umano e la sua completa anatomia», spiega Domenico; «se veramente conosci come il corpo lavora, si muove e tutte le sue proporzioni, le devi ricordare, e prenderle in considerazione quando realizzi un abito, soprattutto se di taglio sartoriale».

E il futuro? Persino la bottega del sarto deve fare i conti con la tecnologia: anche questa linea avrà, e in parte già utilizza, una vera e propria versione 2.0 che deve coniugare la tradizione italiana al veloce progresso tecnologico, anche nella produzione. Se da un lato la figura del sarto rimane essenziale per la scelta del taglio, dei tessuti e per la cura dei dettagli, la tecnologia aggiunge valore all’artigianalità e permette di sperimentare nuovi tessuti e nuovi modi per tagliarli. E per le linee stilistiche si guarda sempre più ai social network, cartina tornasole dell’uomo moderno, ma senza tralasciare la vanità maschile. «Noi», conclude Stefano, «proponiamo un glamour su misura, fatto di piccoli accorgimenti che rendono l’uomo forte e passionale».

Un abito non è completo se ad esso non vengono accostati i giusti accessori. Dalle scarpe ai gemelli, tutto deve essere coordinato. Per questo, nel 2012, i due stilisti siciliani hanno disegnato la prima collezione di alta orologeria che permette di abbinare a ogni abito un diverso modello, nato direttamente dalla matita dei due designer.  «L’orologio è il complemento dello stile maschile e si inserisce in quel percorso di recupero delle tradizioni a cui teniamo molto e che abbiamo iniziato da alcune stagioni», spiega Domenico Dolce. Mentre Stefano Gabbana confessa che nel loro immaginario non c’è un nome in particolare a cui hanno pensato per definire lo stile iconico degli orologi più classici, ma «pensando all’eleganza maschile italiana senza tempo, sicuramente mi viene subito alla mente un uomo dal fascino indiscusso come Marcello Mastroianni».

Testo Andrea Porro

Foto Fabio Leidi

Fashion Director Andrea Tenerani

Stylist on set Marco Dellassette

Model Sigurd  @2Morrow Model

Groomer Stefano Gatti @ WM-Management