A 10 anni dalla morte del divo di Hollywood la moda maschile riprende i trend che lo hanno reso un’icona di stile: dal cappotto cammello alla biker jacket

Scostante, dal carattere difficile, il volto sempre adombrato da una spessa patina d’insofferenza, ma geniale: Marlon Brando è la quintessenza del divo holliwoodiano, dal carattere turbolento ma dal talento talmente manifesto, che l’establishment americano gli ha perdonato qualunque bizzarria.

 Un crogiuolo di culture dalle origini tedesche e irlandesi, tra le altre, è sempre stato insofferente alle regole dello star system, un ribelle senza causa, come e più di James Dean. Sempre dalla parte di chi combatte, appoggiò insieme a pochi altri colleghi la battaglia per i diritti civili degli anni sessanta, e, in maniera ancora più eclatante, rifiutò l’Oscar per Il Padrino, a causa delle politiche statunitensi sui nativi americani.

Una carriera che inizia presto, la sua, con la pièce di Tennessee Williams, Un tram che si chiama desiderio, che interpreterà prima a teatro e poi nella sua trasposizione cinematografica insieme a Vivien Leigh. La carriera esplode negli anni cinquanta, per avere un arresto la decade successiva, dopo la quale tornerà a ricordare al mondo chi è “il Metodo al lavoro”, come era soprannominato, in titoli come Il Padrino, Apocalypse Now e Ultimo Tango a Parigi.

Conosciuto per la sua estrema capacità di immedesimazione del personaggio, frutto dello studio ossessivo del famoso metodo Stanislavskij, Brando è riuscito a regalare interpretazioni stupefacenti, compiaciute, sopra le righe che hanno entusiasmato pubblico e critica, che l’ha consacrato come il miglior attore di tutti i tempi.

Una capacità di “sentire” i personaggi, che lo ha reso capace di appropriarsi anche del loro guardaroba e renderlo eterno, mai scalfito dal passare delle stagioni e dei trend. La canotta di Kowalski, in Un tram che si chiama desiderio, sublimata a quintessenza del macho; il biker de Il selvaggio che ispirerà il gruppo rock dei Black Rebel Motorcycle club; la giacca a quadri di Fronte del porto, simbolo della redenzione proletaria; e infine il cappotto cammello del vedovo Paul in Ultimo tango a Parigi, epitome di una maturità consapevole e dal fascino pericoloso. Classici dall’appeal sempre contemporaneo, come nelle nostre proposte.

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