Le tendenze della moda uomo di primavera nei colori e riti d’Occidente sulle sponde dell’Asia. Viaggio di stile a Tel Aviv

Bar aperti tutta la notte, ristoranti fino a tardissimo, anche se il cibo di strada resta il miglior peccato di gola: falafel, sabich, humus, burik e altri nomi con cui il palato prende confidenza presto e volentieri. Arte moderna e bazar del vintage; vialoni alberati tirati a lucido, ma anche, più a sud, strade da rifare, ostaggio della polvere. Contrasti. Come nella moda, dove il gusto internazionale (vedi le tendenze della prossima stagione) assaggia l’estro dei designer locali: «Tel Aviv non è perfetta, ma la sua bellezza sta nell’imperfezione. È cosmopolita, di mentalità aperta. Non è New York. È meno frenetica, ma moderna, gioiosa, godereccia», racconta la scrittrice Manuela Dviri*. «È una città ebraica che fa finta di non esserlo»: se ne ricorda il sabato, quando rallenta appena un po’; si spegne giusto per lo Yom Kippur, giorno di digiuno totale.
Tra le tappe obbligate: «Dizengoff Street con la sua folla di giovani; le piccole case di Neve Tzedek; l’allegro mercato Shuk HaCarmel». Meno scontato di una sosta al Bauhaus center è un soggiorno al Cinema hotel: identico retaggio architettonico, in più l’eredità di una sala storica di cui conserva proiettori e poster originali. In pieno centro, a dieci minuti dal mare: «Un punto di riferimento inevitabile, un orizzonte che dà alla città un respiro diverso. Il sapore di una vacanza che non finisce mai».

*Manuela Dviri è originaria di Padova ma vive in Israele dal 1968. Da più di vent’anni abita a Tel Aviv, dove ha promosso numerose iniziative umanitarie. Il suo ultimo libro s’intitola Un mondo senza noi (Piemme).

Testo raccolto da Marco Morello.

Foto: Jonathan Frantini

Styling: Ilario Vilnius

Fashion Contributor: Marco Dellassette.

Models: Amir @Yuligroup Models; Rani @Yuligroup Models; Segev G @Yuligroup Models; David Gorenshtein @Yuligruop Models; Joe @Dejavu Models.