Dal golden boy a caparbio giornalista: i cinque look di Robert Redford che ispirano ancora la moda maschile

Epitome dell’americano wasp (nonostante le umili origini), iconografia vivente dell’anti-divo, raffinato cinefilo fondatore del maggiore festival statunitense dedicato al cinema indipendente, il Sundance, gentiluomo scavezzacollo nella vita e in molte delle pellicole che ha interpretato. Robert Redford, all’alba dei 77 anni, ha vissuto molte vite, ed in ognuna è stato capace di affascinare pubblico e critica, catalizzare su di sè l’attenzione senza averla mai realmente cercata, sempre lontano dal glamour holliwoodiano, al quale ha preferito un ranch nello Utah.

Il ‘Padrino assoluto del cinema indie‘, come l’ha definito l’autorevole Time Magazine, ha influenzato negli anni la coscienza comune, a volte con consapevolezza, come nel caso delle sue battaglie ambientali, altre con una raffinata e mai studiata noncuranza. 

La moda estiva, per questa stagione infatti, prende ancora le mosse dai suoi personaggi più significativi, protagonisti di pellicole divenute classici della cinematografia, assurti a vere e proprie categorie umane.

Primo tra tutti il milionario Gatsby, che Redford interpreta nel primo remake della pellicola (l’adattamento cinematografico originale è del 1949). Il magnate nostalgico che ricorda ancora l’amore di gioventù Daisy nella solitudine della sua villa a Long Island ha un guardaroba divenuto iconico, curato per l’occasione da Ralph Lauren, e composto da tre pezzi in nuance pastello a cui abbinare derby bicolor, borsalino e coppole in check, ideali per giocare a golf o semplicemente per ripararsi dal caldo. Lo stesso Ralph Lauren che per quest’estate, rivede solo le proporzioni, rendendo la silhouette più slim, ma consegnandoci sempre un gentleman dei ruggenti Venti. 

Dagli anni Venti di Long Island ai Trenta dei fumosi club dell’Illinois de La Stangata, nei quali il truffatore Johnny Hooker cerca vendetta, vestito di gessati, bretelle e cravatte regimental. Uno stile che esprime una mascolinità decisa, rigorosa anche nell’adesione ad un codice nell’abbigliamento non scritto ma inderogabile. Un look reso più soft da Canali, che allarga e colora di nuance neutre le righe dei gessati, restituendo lo stesso piglio assertivo.

Un’assertività a cui Bob Woodward non ha nulla da invidiare: il caparbio reporter alla ricerca della verità del Watergate di Tutti gli uomini del presidente preferisce capi pratici, camicie in flanella declinate su motivi check, righe o micro-stampe discrete, e denim in tele robuste, ma non fa mai a meno di cravatta e blazer. Un’attitudine privata dalle asprezze ma dai chiari riferimenti seventies, come nella bella stagione di Rake. Al denim si sostituisce il più raffinato lino, per trasformare un workwear polveroso in un classico della bella stagione da sfoggiare in ufficio come nel tempo libero.

L’avventuroso esploratore Denys Finch-Hatton de La mia Africa, sempre diviso tra safari in Kenya e acrobazie in aereo, ritorna nell’estate di Trussardi, in versione de luxe: le nuance sono neutre, khaki e beige con chiari riferimenti alle brucianti lande desertiche del Sahara, i dettagli sono in pellami preziosi, come i sandali e le weekend bag in struzzo e coccodrillo.

Infine, il golden boy di Come eravamo, look dalle proporzioni slim ma scattanti, atletico ma con un twist Wasp. Maglioni intrecciati per l’inverno, varsity jacket e pantaloni tartan per l’estate, come visti da J. Crew. Ispirazione collegiale ma consapevolezza sartoriale da maestro.


(Guarda anche il look da cowboy di Tommy Lee Jones)